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Esame di maturità Fonte foto: ANSA

Maturità, prende "solo" 100 e fa ricorso al Tar: il caso a Genova

Prende "solo" 100 alla maturità, così decide di rivolgersi al Tar per la mancata attribuzione della lode: il caso di una studentessa a Genova

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Ha preso “solo” 100 alla Maturità, così ha deciso di rivolgersi al Tar per la mancata attribuzione della lode. È successo a Genova. Il tribunale ha respinto il ricorso della studentessa, adducendo come motivazione il fatto che la ragazza “non è stata brillante nell’argomentare in maniera critica e personale durante la prova orale”, condizione necessaria per raggiungere la lode.

Il caso del 100 senza lode a Genova

Quando prendere 100 non basta. Una studentessa, uscita con il massimo dei voti alla Maturità – 100 su 100 – dal Liceo classico dei padri Somaschi di Genova, ha fatto ricorso al Tar perché non aveva ottenuto la lode che, a suo avviso, si meritava.

L’esito della vicenda è stato ancora più “amaro” per la giovane diplomata, visto che il tribunale ha deciso di respingere il ricorso “condannando” la studentessa a pagare 3600 euro di spese legali.

Perché il Tar ha respinto il ricorso dopo il 100 preso alla Maturità

I giudici sono arrivati alla sentenza esaminando tutta la documentazione relativa all’esame di Maturità della studentessa che era stata prodotta dall’Avvocatura di Stato per conto del Ministero dell’Istruzione. E hanno concluso che la ragazza “non ha brillato” in tutte le prove della maturità.

“Il provvedimento impugnato dà conto della mancata dimostrazione, specie all’esito della prova orale, di quella brillantezza che, secondo i criteri articolati dalla stessa commissione, costituiva il presupposto per l’attribuzione della lode”, si legge sulla sentenza, come riportato da ‘La Repubblica’.

Continua la sentenza: “Risulta che la candidata ha conseguito il punteggio massimo con riferimento a tutti gli indicatori, ad eccezione della ‘capacità di argomentare in maniera critica e personale, rielaborando i contenuti acquisiti’, indicatore rispetto al quale ha ottenuto un punteggio pari a 4,5/5 (ciò ha determinato l’attribuzione di un punteggio complessivo pari a 19,5/20, arrotondato per eccesso a 20/20)”.

“Ebbene, l’indicatore da ultimo menzionato – si conclude -, ovvero la capacità di argomentazione in maniera critica e personale e di rielaborazione, è proprio quello rilevante, in base ai criteri stabiliti dalla commissione, ai fini dell’attribuzione della lode, tra i quali vi è, come detto, quello attinente alle brillanti capacità di analisi e spirito critico”.

La studentessa, dunque, aveva sì conseguito “il punteggio massimo con riferimento a tutti gli indicatori”, ad eccezione però della fondamentale “capacità di argomentare in maniera critica e personale, rielaborando i contenuti acquisiti” testata durante il colloquio orale. In questo caso la giovane aveva preso, inizialmente, una votazione pari a 4,5 su 5, che aveva determinato l’attribuzione di un punteggio complessivo per tutte le prove di maturità pari a 19,5/20, arrotondato poi a 20/20.

Il voto finale, insomma, era stato successivamente aumentato al massimo “per effetto di una valutazione più ampia che teneva conto anche delle valutazioni di altri candidati”.

E così niente lode, né all’esame di Maturità né dopo il ricorso al Tar.

Lode sì, lode no: il dibattito sulla Maturità

La vicenda della studentessa genovese ha alimentato il dibattito sulla valutazione degli studenti e sul significato che ha l’attribuzione della lode all’esame di Maturità.

Alcuni sostengono che la lode sia un riconoscimento troppo ambito e poco importante per il futuro degli studenti. Per altri non è necessario prendere il massimo dei voti a tutte le prove d’esame per meritarla. Altri ancora credono che la lode debba essere riservata solo ed esclusivamente agli studenti che dimostrano l’eccellenza durante tutti gli anni scolastici.

Al di là delle diverse posizioni, quel che è certo è che la sentenza del Tar ha stabilito “una regola”: la lode non è un diritto automatico degli studenti che hanno fatto un ottimo percorso scolastico, ma un riconoscimento che ogni alunno meritevole deve guadagnarsi sul campo.