
Paolo Borsellino, l'appello: "Cambiate i libri di geografia"
"Cambiate i libri di geografia": perché il maestro Alex Corlazzoli ha rivolto questo appello agli editori e cosa c'entra il giudice Paolo Borsellino
Il 19 luglio 1992, Paolo Borsellino, figura simbolo della lotta alla mafia, perse la vita nell’attentato di via D’Amelio a Palermo con cinque agenti della sua scorta. I suoi insegnamenti e messaggi preziosi, insieme a quelli del collega e amico Giovanni Falcone, restano impressi nella memoria collettiva, diventando un monito per la promozione della legalità e dell’impegno civile. Nonostante questo, secondo il maestro e giornalista Alex Corlazzoli, nei libri di scuola “non c’è una parola” su di lui. Da qui il suo appello agli editori: “Cambiate i libri di geografia“.
L’insegnante: “Paolo Borsellino non è nei libri di scuola”
“I bambini che sanno chi è Paolo Borsellino e cosa è accaduto il 19 luglio 1992 lo conoscono grazie a tanti ma non ai libri di scuola”. A scriverlo, in un articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano.it, è il maestro e giornalista Alex Corlazzoli.
Il docente ha constatato che “a lavorare instancabilmente affinché la storia di via D’Amelio non diventi una riga del sussidiario di storia sono i familiari in primis”. A loro si affiancano realtà come Libera con la sua vasta rete di associazioni, numerosi scrittori e giornalisti che si sono dedicati a mantenere viva la memoria attraverso le loro opere, e “una minoranza di insegnanti e dirigenti che fanno lezioni di vita e non i venditori a chili di nozioni“.
Restando all’interno del mondo scolastico, Corlazzoli ha denunciato che nei libri di testo “non una parola su Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Men che meno il sostantivo mafia“.
Il suo invito è quello di prendere “un qualsiasi libro di geografia di quinta primaria” e di andare alle pagine dedicate alla Sicilia. Il maestro ha spiegato che qui si troveranno la descrizione geografica ed economica della regione e l’elenco delle sue principali città. Ma ha sottolineato che non sarà riscontrabile nessun riferimento ai giudici simbolo della lotta alla mafia e alla mafia stessa.
Perché cambiare i libri di geografia a scuola (per Alex Corlazzoli)
Corlazzoli ha osservato che “questo non è un problema se in classe ci fosse un insegnante che non usa solo il sussidiario in dotazione”. Ma, ha aggiunto, “mi spiace constatare che per molti resta la ‘Bibbia’”. Per questo “credo sia arrivato il momento di cambiare i nostri libri a partire da quello di geografia“, visto che “lo studio della terra riguarda da tempo anche i rapporti tra esseri umani, la cultura, la religione, la lingua”.
Per il maestro, raccontare la Sicilia senza dedicare nemmeno una riga a figure come Borsellino e Falcone, che hanno segnato profondamente la storia e la cultura dell’isola e dell’intero Paese, costituisce una vera e propria “bestemmia pedagogica“.
A suo avviso i libri scolastici dovrebbero anche spiegare che “la verità sul 1992 non esiste ma c’è stato un depistaggio”, descrivendo ai bambini il significato di questa parola: “Basterebbe in poche righe dire che un depistaggio è quando qualcuno ti fa credere una cosa per farti guardare dalla parte sbagliata. Un po’ come quando si gioca a nascondino e uno degli amici dice: ‘Guarda! È andato dietro l’albero!’ ma in realtà non è vero”. E ha concluso: “Non è così difficile parlare ai bambini”.
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