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Caro libri a scuola e tetti di spesa iStock

Scuola, caro libri e tetto di spesa: la protesta dei docenti

Il caro libri a scuola scatena la protesta dei docenti: la denuncia sui tetti di spesa fissati dal ministero e i fondi pubblici insufficienti

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Il caro libri torna ad accendere la polemica sull’inizio del nuovo anno scolastico a settembre. A protestare a Torino sono i docenti, che di fronte ai tetti di spesa definiti dal ministero dell’Istruzione e del Merito si trovano in difficoltà.

I tetti di spesa sui libri scatenano la polemica dei docenti

Tornare a scuola a settembre sarà ancora più oneroso per le famiglie italiane. I prezzi dei libri scolastici continuano ad aumentare e allo stesso tempo i limiti di spesa imposti dal MIM sembrano essere ancora troppo bassi per garantire l’acquisto dei manuali più utili per lo studio.

In prima media, il limite di spesa dei libri che la scuola deve adottare è fissato a 299 euro, mentre in prima liceo scientifico si attesta a 326 euro. Tali limiti sono derogabili fino al 15% in più.

Ma protestano i docenti, che li ritengono troppo bassi per le scuole e difficili da rispettare: per non sforare, i docenti si vedono infatti costretti a rinunciare ad alcuni manuali o ad indicarli solo come consigliati e non obbligatori.

“I prezzi dei libri aumentano e questi tetti di spesa diventano sempre più difficili da rispettare, ma siamo noi che dovremo rispondere ai revisori dei conti in caso di sforamento: una delle tante vergogne italiane“, ha denunciato Maria Antonietta Roma, preside dell’Ic Baricco in zona Pozzo Strada a Torino, come riportato dal Corriere della Sera. L’accusa va anche alle case editrici, che non terrebbero conto dei tetti di spesa, mettendo in difficoltà le scuole, “che alla fine li sforano sempre, è inevitabile”, ha aggiunto.

La denuncia sui revisori dei conti nelle scuole

La novità di quest’anno, criticata dai docenti, è quella relativa ai revisori dei conti, che vengono incaricati ora di esaminare le delibere di adozione dei libri di testo e di segnalare le scuole con un verbale all’USR nel caso in cui venga riscontrato il superamento di tali tetti ministeriali.

“Siamo noi a essere trattati come se fossimo ‘criminali’, quando il problema è a monte e si dovrebbe calmierare il costo dei libri“, attaccano i docenti, che non si sentirebbero più liberi di adottare i testi che ritengono più adatti, “perché sono costretti a fare i conti della serva, a considerare i 5 euro in più o in meno”. Una situazione che limita la “loro libertà di insegnamento“, ha aggiunto la preside Roma: “Noi da tre anni nelle classi prime non adottiamo più i libri di musica e ginnastica, mentre so che altre scuole indicano alcuni libri come ‘consigliati’ e non obbligatori”. Si tratterebbe di uno stratagemma utilizzato dalle scuole per riuscire a rispettare i tetti di spesa solo dal punto di vista formale, ma di fatto le famiglie dovranno comunque acquistare tali libri.

Quanto costano in più i libri di scuola

Per arginare il caro libri, per l’anno scolastico 2025/26 il ministero dell’Istruzione ha previsto un adeguamento dei tetti di spesa dei libri scolastici al tasso di inflazione programmata pari all’1,8%.

Se si guarda all’aumento dei prezzi dei libri, secondo quanto riporta l’Associazione Italiana Editori (AIE), per le medie l’incremento medio si attesta all’1,7%, mentre per le superiori l’aumento è leggermente superiore, pari all’1,8%. Questi valori, ha chiarito l’AIE, risultano “in linea con l’inflazione”.

L’associazione si difende anche sottolineando un aumento dei prezzi dei libri inferiore all’inflazione negli ultimi 4 anni. “L’inflazione cumulata nel periodo maggio 2021-maggio 2024 è stata pari al 14,7% mentre i prezzi dei libri di testo dal 2021 al 2024 sono cresciuti del 7,5% per la scuola secondaria di primo grado e dell’8,2% per la scuola secondaria di secondo grado, ovvero della metà dell’inflazione”, ha affermato.

Fondi regionali e statali insufficienti

Oggetto di protesta da parte dei docenti a Torino sono anche i fondi pubblici stanziati per il supporto economico alle famiglie.

Se per le elementari i libri scolastici sono gratuiti per tutti, dalle medie in poi i problemi iniziano a farsi più grandi. I docenti denunciano la presenza di un solo un contributo composto da fondi regionali e statali e assegnato in base all’Isee (sotto i 26 mila euro), che risulterebbe insufficiente. Già l’anno scorso, le domande ammesse con il voucher scuola sono state 104.810, ma soltanto 42.531 sono state finanziate, mentre 62.279 sono state ammesse ma non finanziate. Pur avendo diritto al voucher, moltissime famiglie non hanno quindi ricevuto il sostegno perché i fondi non sono stati sufficienti.

Per far fronte al caro libri, oltre ai tetti di spesa, il ministero ha previsto per quest’anno un incremento del fondo, con un’aggiunta di 4 milioni di euro nel 2025, e altri 6 milioni per il 2026 e il 2027.

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