
Quanto costano le prove Invalsi allo Stato italiano: c'è la cifra
Alcune sigle sindacali si scagliano contro gli Invalsi e proclamano lo sciopero: ma quanto costano queste prove allo Stato italiano? La cifra
Gli Invalsi sono da sempre al centro del dibattito pubblico. Da quando sono stati introdotti, c’è sempre chi è stato a favore e chi contro. Tra quest’ultimi ci sono anche alcune sigle sindacali, come Cobas Scuola e Sgb, che hanno indetto uno sciopero per mercoledì 7 maggio contro i test che dal 6 al 9 si svolgeranno nelle classi seconde e quinte delle primarie. Ma quanto costano le prove Invalsi allo Stato italiano? Ecco la cifra.
Quanto costano gli Invalsi allo Stato?
Il 6 maggio è partita l’ultima tranche delle prove Invalsi 2025, quella che riguarda le classi seconde e quinte delle primarie. Nel mese di marzo, infatti, si sono svolti i test per gli studenti delle superiori e ad aprile per quelli delle medie. Il 6 maggio, invece, tocca agli alunni dell’ultimo anno delle elementari, che devono affrontare la prova di inglese. Si prosegue il 7 maggio con il test di italiano per le quinte e le seconde e, infine, il 9 maggio con matematica.
Invalsi è l’acronimo di Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. Si tratta di un ente pubblico di ricerca che ogni anno organizza i test nelle scuole. L’obiettivo delle prove è quello di rilevare i livelli di apprendimento degli studenti per alcune competenze fondamentali in italiano, matematica e inglese per valutare il sistema scolastico italiano.
Ma quanto costa la ‘macchina’ Invalsi allo Stato? “Le uscite complessive considerate ammontano a 28.408.513,70 euro“, ha spiegato il maestro e giornalista Alex Corlazzoli sulle pagine de Il Fatto Quotidiano. Questa cifra rappresenta la quota delle uscite nel bilancio di previsione per l’anno 2025 di Invalsi.
Il 7 maggio è sciopero contro gli Invalsi
Corlazzoli ha introdotto il tema del costo degli Invalsi per polemizzare contro i test stessi, che ha definito una “imposizione di Stato” che “non produce alcun cambiamento nella didattica”. Il giornalista ha poi sottolineato che “il Sindacato di Base e i Cobas hanno proclamato uno sciopero”.
Come anticipato nell’introduzione, infatti, alcune sigle sindacali (Cobas Scuola, Sgb e Cub Sur) hanno indetto una protesta per mercoledì 7 maggio contro gli Invalsi.
Le prove “non hanno determinato alcun sviluppo positivo nel sistema educativo, visto che dagli stessi Rapporti Invalsi emergono crescenti disparità territoriali e socioeconomiche”, hanno spiegato da Cobas Scuola.
Gli Invalsi “non possono misurare competenze – hanno proseguito – poiché sono costituite da test decontestualizzati a risposta chiusa o aperta univoca”. Inoltre, hanno aggiunto, “l’utilizzo di test per misurarne l’acquisizione contraddice il concetto stesso di competenza. Ciò ne annulla la loro stessa validità”.
Infine, gli Invalsi “hanno diffuso nelle scuole la pratica del teaching to test, sottraendo tempo e attenzione alla didattica attiva ed esperienziale, fondamentale per sviluppare pensiero critico, autonomia culturale ed emotiva”, hanno concluso da Cobas Scuola.
Il Sindacato generale di base ha parlato di un “enorme carrozzone parassitario che pretende di vivere sull’ennesimo lavoro burocratico e gratuito” degli insegnanti. Le prove Invalsi, hanno proseguito da Sgb, “non sono altro che un residuo, un po’ maldestramente modernizzato, della scuola di Giovanni Gentile (ministro dell’Istruzione del governo di Benito Mussolini tra il 1922 e il 1924), l’opposto di come andrebbero impostate delle prove ispirate ad una didattica realmente democratica e inclusiva, basata sulla personalizzazione degli apprendimenti”.
E ancora: “Per l’Invalsi gli alunni sono soltanto numeri e matricole da schedare e controllare dall’infanzia al precoce inserimento lavorativo”.