
Dispersione scolastica in Italia: i nuovi dati Invalsi 2025
Gli esiti degli Invalsi 2025 mostrano una drastica diminuzione della dispersione scolastica in Italia: i nuovi dati, dalla primaria alle superiori
Il 9 luglio, presso l’Aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati, sono stati presentati gli esiti delle prove Invalsi 2025 che offrono un’analisi dello stato del sistema educativo italiano. Un dato su tutti è particolarmente rilevante: la dispersione scolastica in Italia è in diminuzione. Nonostante questo, permangono alcune criticità, come l’aumento della complessità della popolazione studentesca e la permanenza di un consistente divario tra Nord e Sud, riscontrabile soprattutto alle medie e alle superiori. Di seguito troverete tutti i nuovi dati emersi dalla rilevazione nazionale.
- Cala la dispersione scolastica in Italia
- I risultati delle prove Invalsi 2025 alla scuola primaria
- I dati dei test Invalsi 2025 alle medie
- Gli esiti degli Invalsi 2025 alle superiori
- I dati sulle competenze tecnologiche
Cala la dispersione scolastica in Italia
Sono stati presentati i risultati dei test Invalsi 2025. Quest’anno alla rilevazione nazionale hanno partecipato circa 11.500 scuole per un totale di circa 2,5 milioni di studenti dalla primaria alle superiori.
Gli esiti hanno confermato un dato cruciale: nel 2025 è calata drasticamente la dispersione scolastica Elet (Early leavers from education and training), che identifica i 18-24enni che non hanno conseguito il diploma e non sono in formazione. La percentuale è passata dal 12,7% del 2021 al 9,8%, superando al ribasso l’obiettivo del 10,2% fissato dal Pnrr per il 2026 con un anno di anticipo.
Come hanno spiegato da Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione), l’importanza di questo risultato “va ben oltre la semplice riduzione numerica”. Infatti, sempre meno giovani lasciano la scuola prima del tempo, e un numero crescente di studenti riesce a conseguire il diploma o a proseguire in percorsi di istruzione e formazione. Questo, hanno sottolineato dall’istituto, ha ricadute positive dirette sull’equità sociale, sull’occupabilità e sulla coesione territoriale.
Tuttavia, hanno fatto notare da Invalsi, l’ampliamento della popolazione studentesca comporta anche un aumento della complessità interna del sistema educativo. Una quota significativa di studenti, che prima avrebbe interrotto il percorso scolastico, oggi rimane nel sistema e spesso presenta maggiori fragilità negli apprendimenti. Questa dinamica si riflette sugli esiti medi delle rilevazioni Invalsi che, in alcuni gradi scolastici, tendono a una leggera contrazione. Dall’istituto hanno comunque precisato che “questo calo non è da intendersi come un peggioramento qualitativo, bensì come un ‘effetto di popolazione’ legato a un accesso più ampio e inclusivo all’istruzione“.
I risultati delle prove Invalsi 2025 alla scuola primaria
Analizzando i risultati della scuola primaria, si nota una sostanziale stabilità rispetto all’anno scorso, pur con qualche lieve segnale di indebolimento. Questo fenomeno, hanno detto da Invalsi, è “verosimilmente da attribuirsi ad una maggiore complessità della popolazione scolastica,
soprattutto nella fase di prima alfabetizzazione”.
Per quanto riguarda le seconde elementari, tra il 2024 e il 2025 si registra una piccola diminuzione nella percentuale di alunni che raggiungono almeno il livello base in Italiano (66% nel 2025 contro il 67% nel 2024). In Matematica, invece, la percentuale rimane invariata rispetto all’anno precedente (67% sia nel 2025 che nel 2024).
Nella quinta classe primaria, la situazione si inverte: in Italiano, la quota di studenti che raggiunge il livello base è la stessa del 2024 (75% in entrambi gli anni). In Matematica, invece, si osserva un calo nella percentuale di allievi che raggiungono il livello base (66% nel 2025 rispetto al 68% nel 2024), tornando ai valori registrati nel 2022. Anche per l’Inglese, si rileva una contrazione nella prova di Reading (91% nel 2025 contro il 95% nel 2024), mentre nella prova di Listening la percentuale di alunni che raggiunge il livello A1 del Qcer (Quadro comune europeo di riferimento per le lingue) si mantiene stabile (86% sia nel 2025 che nel 2024).
I dati dei test Invalsi 2025 alle medie
Gli esiti registrati nella scuola secondaria di primo grado nel 2025 mostrano un quadro misto, ma con segnali complessivamente positivi. In Italiano e Matematica, i risultati sono sostanzialmente stabili, mantenendo le percentuali degli anni precedenti. La quota di studenti che raggiunge risultati almeno adeguati, ovvero in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali, in Italiano si attesta al 59% (leggermente in calo rispetto al 60% del 2024), mentre in Matematica la quota è del 56%, invariata rispetto agli anni 2021, 2022, 2023 e 2024.
Un dato particolarmente incoraggiante riguarda l’Inglese, dove gli esiti (sia per la prova di Listening che per quella di Reading) sono in netto miglioramento. La quota di studenti che raggiunge il prescritto livello A2 del Qcer è rispettivamente l’83% in inglese-reading (rispetto all’82% del 2024) e il 70% in inglese-listening (rispetto al 68% del 2024). Queste percentuali sono cresciute significativamente nel tempo. Dall’inizio della rilevazione nel 2018, è aumentata di ben 9 punti percentuali la quota di studenti che raggiunge il livello A2 in Reading e di 16 punti percentuali in Listening.
“Purtroppo, rimangono ancora molto marcati i divari territoriali – hanno fatto notare da Invalsi -. In alcune regioni del Mezzogiorno si riscontra un maggior numero di allievi e allieve con livelli di risultato molto bassi“.
Gli esiti degli Invalsi 2025 alle superiori
Gli esiti delle prove Invalsi 2025 nella scuola secondaria di secondo grado offrono un quadro articolato, con dati differenziati tra le classi seconde e l’ultimo anno.
Nelle classi seconde, in Italiano il 62% degli studenti raggiunge almeno il livello base, un dato invariato rispetto al 2024. In Matematica, la quota che raggiunge il livello base si attesta al 54% (rispetto al 55% del 2024). Le differenze tra l’Italia centro-settentrionale e quella meridionale rimangono consistenti.
Per quanto riguarda l’ultimo anno delle superiori, i risultati degli Invalsi evidenziano una battuta d’arresto rispetto al 2024. In Italiano il 52% degli studenti (rispetto al 56% del 2024) raggiunge almeno il livello base, mentre in Matematica il livello base è raggiunto dal 49% degli studenti (rispetto al 52% del 2024). In Inglese, il 55% degli studenti raggiunge i traguardi prescritti dal QCER (B2 per l’istruzione tecnica e liceale e B1+ per quella professionale) nella prova di reading (rispetto al 60% del 2024) e il 44% in quella di listening (rispetto al 45% del 2024). Dall’istituto hanno specificato che la distanza dei risultati tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno rimane molto elevata.
I dati sulle competenze tecnologiche
Per la prima volta quest’anno, nelle classi seconde della superiori, sono state rilevate su base campionaria le competenze digitali degli studenti attraverso il framework europeo DIGCOMP. La sperimentazione ha visto una partecipazione elevata (498 scuole su 500 selezionate), “rendendo la rilevazione altamente rappresentativa”, hanno spiegato da Invalsi.
I risultati sono stati positivi e in linea con le aspettative per gli studenti di 15 anni, mostrando una buona padronanza nell’utilizzo consapevole e sicuro delle tecnologie digitali.
Le competenze rilevate riguardavano: alfabetizzazione su informazione e dati (89% raggiunge il livello adeguato); comunicazione e collaborazione (91%); creazione di contenuti digitali (84%); sicurezza (85%).
“Si tratta di un risultato molto incoraggiante, anche perché è più omogeneo a livello territoriale di quanto si riscontri per Italiano e Matematica”, hanno concluso dall’istituto.
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