
Flop Invalsi 2025 in Italia, di chi è la colpa per Crepet
Il nuovo sfogo di Paolo Crepet sulla scuola dopo i risultati degli Invalsi 2025: di chi è la colpa del flop registrato nelle prove (per lo psichiatra)
I dati degli Invalsi 2025 hanno riacceso il dibattito sullo stato della scuola italiana. Sebbene sia stata registrata una diminuzione della dispersione scolastica, si osserva una maggiore fragilità degli apprendimenti in alcuni gradi scolastici e aree del Paese, e un persistente divario tra Nord e Sud. Anche lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha commentato i risultati delle prove. L’esperto, analizzando il contesto scolastico in Italia, ha identificato chi, a suo avviso, debba assumersi l’onere di questo flop. Ma di chi è la colpa secondo il professore?
Perché gli Invalsi 2025 sono andati male per Paolo Crepet
Per Paolo Crepet, i risultati delle prove Invalsi 2025 sono il sintomo di una crisi profonda e multifattoriale del sistema educativo italiano.
“La scuola va male ovunque“, ha detto lo psichiatra, come riportato dal quotidiano Balarm, sottolineando che gli esiti italiani siano “più bassi rispetto alla media degli altri Paesi europei”. Per quanto riguarda il divario territoriale, per Crepet si tratta della manifestazione di uno scompenso che “vale per tutti gli ambiti” della Penisola, non solo per la scuola.
Secondo il professore, le cause dei risultati negativi riscontrati negli Invalsi 2025 sono principalmente due. La prima è che c’è “un grave problema” nel reclutamento degli insegnanti e “c’è bisogno di una formazione continua per il corpo docente”. La seconda è che “oggi l’istruzione è profondamente svalutata“, ha affermato l’esperto evidenziando che “sono sempre meno i nuclei familiari che credono ancora nell’importanza della formazione“.
Sul tema Crepet ha concluso: “Un Paese che non manifesta interesse nei confronti della scuola è un Paese finito, che non ha dove andare”.
I risultati delle prove Invalsi 2025
I dati delle prove Invalsi 2025 mostrano un quadro complesso della scuola italiana. Se da un lato si registra un successo significativo nella lotta alla dispersione scolastica, dall’altro emerge una generale stabilizzazione verso il basso dei livelli di competenza.
Alla scuola primaria, i risultati in Italiano e Matematica per la seconda e quinta elementare nel 2025 sono sostanzialmente stabili rispetto al periodo post-Covid, ma mostrano un calo del 4% o più rispetto al 2019.
In terza media, il 58,6% degli alunni raggiunge la sufficienza in Italiano a livello nazionale, ma con divari significativi: solo il 48,6% al Sud e Isole contro il 62% delle regioni settentrionali. In Matematica, poco più della metà (55,7%) raggiunge i traguardi attesi, ma al Sud e nelle Isole la percentuale scende al 40%, mentre al Nord supera il 60%. Il 31% degli studenti di terza media è in condizione di “fragilità” (insufficiente in entrambe le materie di base). Le competenze in inglese, invece, continuano a migliorare.
Il quadro più critico si osserva alle scuole superiori. Nelle seconde classi, circa sei studenti su dieci (62,4%) raggiungono la sufficienza in Italiano, e poco più della metà (53,7%) in Matematica, con marcate differenze tra Nord e Sud (36,1% nel Sud e Isole contro il 63,7% del Nord Ovest e il 62% del Nord Est).
In quinta superiore, invece, meno della metà degli studenti (49,2%) ha una preparazione sufficiente in Matematica, il risultato peggiore degli ultimi anni. Anche in Italiano si registra una “caduta” di quattro punti rispetto al 2024, arrivando al 51,7%, lontano dal 64% pre-Covid.
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