Salta al contenuto
Sciopero 7 maggio Fonte foto: iStock

Sciopero scuola 7 maggio, rettifica del ministero: la nota

La rettifica del ministero dell'Istruzione per lo sciopero della scuola previsto per il 7 maggio: la nuova nota e perché i sindacati protestano

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

È stato indetto uno sciopero della scuola nella giornata di mercoledì 7 maggio. Tra le altre cose, si protesta anche contro le prove Invalsi. Il ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha dato notizia dello sciopero lo scorso 30 aprile. Il 5 maggio ha poi apportato una rettifica alla comunicazione su richiesta di un’organizzazione sindacale. Di seguito la nuova nota del MIM.

Rettifica del ministero sullo sciopero della scuola del 7 maggio

Il 5 maggio, il ministero dell’Istruzione e del Merito ha emesso una comunicazione ufficiale contenente indicazioni più specifiche sullo sciopero proclamato per il 7 maggio da alcune organizzazioni sindacali per il comparto Istruzione e Ricerca. Il MIM ha evidenziato che la nuova nota rappresenta una rettifica a quella pubblicata lo scorso 30 aprile su richiesta, tramite pec, di uno dei sindacati che hanno indetto lo sciopero.

Nella nuova comunicazione si legge che nella giornata del 7 maggio sono stati proclamate tre azioni di protesta. Il primo è uno sciopero nazionale per l’intera giornata indetto da Cobas Scuola ed è rivolto a tutto il personale scolastico ed educativo. Si manifesta, come hanno sottolineato dal sindacato, contro le prove Invalsi e le nuove Indicazioni nazionali promosse dal ministro Giuseppe Valditara.

Per quanto riguarda gli altri due, invece, si tratta di scioperi brevi. Uno è indetto dalle sigle sindacali Sgb (Sindacato generale di base) e Cub Sur ed è rivolto agli insegnanti della scuola primaria, le cui classi seconde e quinte, tra il 6 ed il 9 maggio, sono impegnate nelle prove Invalsi. Nella nota si legge che l’azione di protesta è legata alle “attività funzionali connesse alle sole prove Invalsi, per la sola scuola primaria, per le attività di somministrazione dei test e per tutte le attività connesse alla gestione dei test Invalsi per il giorno 7 maggio”, dunque dalla somministrazione alla correzione e alla tabulazione delle prove. Nella nota si specifica che “si intende sciopero breve della prima ora qualora si tratti solo della somministrazione e anche/oppure dell’ultima ora del turno pomeridiano qualora si tratti della correzione ovvero della consegna dei test da correggere”.

L’altro sciopero breve è stato proclamato da Unicobas Scuola&Università ed è rivolto al personale docente e ATA delle scuole di ogni ordine e grado. Nella comunicazione si sottolinea che “lo sciopero, per la sola scuola primaria, è articolato in sciopero breve delle attività funzionali all’insegnamento relative alle prove Invalsi, comprese le attività di correzione dei test”.

Perché si sciopera contro le prove Invalsi

Il 7 maggio migliaia di docenti potranno scioperare rimanendo in classe a fare normalmente lezione rifiutandosi di somministrare (se nominati somministratori) la prova d’Italiano. Mentre dal 7 maggio in poi tutti i docenti della primaria potranno ulteriormente scioperare rifiutandosi di correggere e tabulare qualsiasi prova Invalsi somministrata nei giorni precedenti”, si legge nel comunicato del Sindacato generale di base, che ha indetto la protesta.

Dall’Sgb hanno definito gli Invalsi un “enorme carrozzone parassitario che pretende di vivere sull’ennesimo lavoro burocratico e gratuito che i dirigenti scolastici vorrebbero imporre ai docenti nonché alle sue prove standardizzate”.

Questi test, hanno proseguito dal sindacato, “non potranno mai essere un attendibile strumento di misurazione della capacità di apprendimento della popolazione scolastica poiché sono fallaci da tutti i punti di vista”.

Per Sgb “anche quest’anno i signori dell’Invalsi ci diranno che le regioni del Sud esprimono risultati al di sotto della media nazionale, si registrerà qualche calo anche in alcune realtà del Nord a fronte di timidi miglioramenti in altre”. Questi dati, hanno aggiunto dall’organizzazione, “saranno spacciati per verità assoluta” e “non mancheranno i politici che invocheranno, per l’ennesima volta, una maggiore aziendalizzazione della scuola, l’autonomia differenziata, la discriminazione dei finanziamenti alle scuole e agli stipendi dei docenti in base agli esiti di questi test. La macchina dell’Invalsi non è mai servita ad altro”.