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Insegnante Fonte foto: iStock

Quanto guadagna un insegnante: l'aumento non convince i prof

L'aumento salariale previsto dal nuovo contratto Istruzione non convince i prof: i risultati del sondaggio e quanto guadagna un insegnante in Italia

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

È aperta la trattativa tra l’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni) e i sindacati per rinnovare il Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) per il settore Istruzione e Ricerca per il triennio 2022-2024. Con il nuovo contratto è previsto anche un aumento dello stipendio per i lavoratori del settore. Aumento che però non convince i prof, come evidenziato dal sondaggio commissionato dal sindacato Gilda all’istituto Swg. Cosa è emerso dall’indagine e quanto guadagna un insegnante in Italia.

Per i prof l’aumento di stipendio non basta

L’associazione professionale degli insegnanti Gilda ha commissionato a Swg un sondaggio sul rinnovo del Ccnl Istruzione e Ricerca, le cui trattative sono attualmente in corso. Nello specifico, si tratta di un’indagine quantitativa, rivolta ad un campione nazionale di insegnanti italiani (649 in totale) di scuola primaria, secondaria di I grado e di II grado, con quote per genere, fascia d’età e macro-area di residenza.

Dalla ricerca è emerso che per i docenti italiani l’aumento salariale previsto, pari a circa 140 euro lordi al mese, non basta. L’87% degli intervistati ritiene che sia una “misura anti-inflazione inadeguata a compensare la perdita di potere d’acquisto degli ultimi anni”. Solo l’11% degli insegnanti ha risposto che si tratta di un intervento adeguato.

Gli altri risultati del sondaggio sul rinnovo del Ccnl Scuola

Parlando sempre di stipendi, il 63% degli intervistati è favorevole a far confluire i 500 euro della Carta Docente in busta paga “per aumentare il reddito reale dei docenti e le pensioni”. Il 29%, invece, si è detto contrario perché “svincolando quei fondi si rischia di disincentivare l’aggiornamento professionale”.

Per quanto riguarda l’ex Bonus merito, formazione incentivata e tutor, il 66% è favorevole a estendere queste risorse, attualmente destinate ad una parte dei docenti, a tutti per “premiare la categoria senza distinzioni”.

Inoltre, per 3 docenti su 4 bisognerebbe ridurre la durata dei ‘gradoni’, ovvero delle fasce stipendiali, per consentire agli insegnanti di raggiungere il prima possibile il massimo salariale.

Tra gli altri risultati del sondaggio, c’è un altro dato che spicca. Per 9 docenti su 10 la categoria merita un inquadramento specifico e diverso da quello degli altri operatori scolastici.

Infine, il 69% degli intervistati chiede un’equiparazione dei diritti di docenti precari e di ruolo. 1 su 4, al contrario, predilige un trattamento differenziato.

Il commento della Gilda

“Siamo molto soddisfatti dei risultati del sondaggio perché confermano che le nostre proposte politiche rispecchiano la voce della Scuola e che i valori che la nostra organizzazione sindacale rappresenta sono condivisi”, ha commentato il coordinatore nazionale della Gilda Vito Carlo Castellana.

“Le trattative all’Aran per il prossimo contratto sono ancora in corso. Il nuovo appuntamento è previsto per il 7 maggio. Ci auguriamo che le riflessioni scaturite dall’analisi del sondaggio siano prese in considerazione anche dal tavolo tecnico per raggiungere un traguardo comune che tuteli la professione docente”, ha concluso Castellana.

Quanto guadagnano gli insegnanti in Italia

La retribuzione media di un docente in Italia varia in base al profilo e all’anzianità. Di seguito riportiamo gli stipendi lordi stabiliti dal Ccnl 2019/2021 attualmente in vigore.

Un insegnante della scuola dell’infanzia o primaria all’inizio della sua carriera guadagna 20.897 euro lordi all’anno, con la possibilità di arrivare ad un massimo di 30.537 euro dopo 35 anni di servizio. I prof delle scuole medie, invece, hanno uno stipendio leggermente superiore rispetto ai colleghi delle elementari, partendo da 22.679 euro e arrivando fino a 33.837 euro.

Per quanto riguarda le scuole superiori, i salari non dipendono solo dall’anzianità, ma anche dal titolo di studio. Un insegnante laureato guadagna tra i 22.679 euro lordi all’anno (nei primi otto anni di servizio) e i 35.505 euro (oltre i 35 anni di lavoro). Un docente diplomato, invece, inizia con 20.897 euro lordi all’anno e può arrivare fino a 31.492 euro prima della pensione.

Come evidenziato nel rapporto ‘Education at a Glance 2024’ pubblicato a settembre, gli stipendi degli insegnanti italiani sono tra i più bassi nei Paesi Ocse, risultando inferiori sia alla media Ocse che a quella europea.