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Prof Vincenzo Schettini Fonte foto: ANSA

La polemica di Prof Schettini su quanto guadagna un insegnante

Il prof di fisica Vincenzo Schettini si sfoga sullo stipendio degli insegnanti e svela la sua preoccupazione per il futuro: cosa si dovrebbe fare

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Così come il mondo e la società continuano a cambiare, evolversi e migliorare, anche la scuola ha bisogno di un cambiamento. A partire dagli investimenti da parte dello Stato nella formazione continua degli insegnanti. A sostenerlo è Vincenzo Schettini, celebre insegnante di fisica seguitissimo sul web (e non solo) con il suo format “La fisica che ci piace”, con cui avvicina a tutti, con un linguaggio semplice e allo stesso tempo originale, una materia scientifica tanto ostica.

Come dovrebbe essere la scuola del futuro? Partendo da uno sfogo sugli stipendi degli insegnanti, prof Schettini svela la sua forte preoccupazione.

Lo sfogo di prof Schettini sullo stipendio degli insegnanti

“Investire sugli insegnanti non significa dare un aumento di 4 euro“, sottolinea il docente di fisica in una recente intervista a Il Giorno. Il riferimento è alla retribuzione dei docenti che resta ancora tra le più basse d’Europa, nonostante gli ultimi annunci di aumento salariale della categoria.

Cosa vuol dire, dunque, investire sugli insegnanti secondo prof Schettini? “Significa motivarli, puntare sulla loro formazione”. È necessario investire sul corpo docenti, oltre che sulla tecnologia: “Gli insegnanti sono stanchi di riunioni interminabili, colloqui continui, firme su registri elettronici – aggiunge il docente e divulgatore scientifico -. E questo, a lungo andare, ti svuota“. Un riferimento va anche agli investimenti fatti dagli istituti scolastici nella tecnologia grazie ai finanziamenti del Pnrr, che secondo lui sono stati molto positivi, ma che non basterebbero per garantire una scuola migliore.

Quanto guadagnano gli insegnanti in Italia

Secondo quanto rilevato dall’ultimo rapporto Ocse ‘Education at a Glance 2024‘, le retribuzioni degli insegnanti italiani sono tra le più basse dei Paesi Ocse, e sono inferiori sia alla media Ocse che a quella europea. Ricordiamo infatti che la retribuzione media di un docente in Italia, definita dal vigente Ccnl 2019/2021, varia in relazione al grado di istruzione in cui opera e all’anzianità di servizio.

All’inizio della sua carriera nella scuola dell’infanzia o elementare, un docente percepisce oggi uno stipendio lordo annuo di 20.897 euro, con un potenziale incremento fino a 30.537 euro dopo 35 anni.

I professori che lavorano nelle scuole medie del Belpaese, invece ricevono una retribuzione iniziale leggermente superiore, che si attesta mediamente sui 22.679 euro lordi annui, che possono raggiungere negli anni i 33.837 euro.

Alle scuole superiori, infine, sono due i fattori che determinano lo stipendio: l’anzianità e il titolo di studio. Un docente laureato guadagna tra i 22.679 euro lordi annui (nella fase iniziale della carriera) e i 35.505 euro (a fine carriera), mentre un insegnante diplomato parte da 20.897 euro lordi annui, con un possibile aumento fino a 31.492 euro prima del pensionamento.

Come si dovrebbe investire sugli insegnanti secondo prof Schettini

Ecco un esempio di come la scuola potrebbe migliorarsi e innalzare l’asticella della qualità educativa secondo prof Schettini: “Pensiamo in grande. Prendiamo un docente e chiediamogli: ‘Tu sei un ingegnere. Cosa vorresti fare?’. ‘Voglio andare un mese alla Nasa’. Bene, pago io, ministero. Non significa che tu, professore, ti paghi il viaggio. Significa che io Stato crede nella tua voglia di conoscenza e apprendimento. E ti dico: ‘Vai, stai lì e guarda, impara, studia. Poi torna e riporta ai tuoi studenti quanto hai appreso’. Come sarebbero quelle lezioni? Quanto imparerebbero i ragazzi? Quanto lavorerebbe meglio quel prof? Quanto ritorno in scienza e cultura ci sarebbe sui banchi delle nostre scuole?”, spiega l’insegnante.

Un concetto che ha avuto modo di sottolineare anche nella sua recente intervista nel format PoretCast, condotto dal celebre Giacomo Poretti: se fosse il futuro ministro dell’Istruzione, ha dichiarato che farebbe “un grosso investimento economico per gli insegnanti. Non per aumentargli lo stipendio, ma per dargli la possibilità di formarsi”.

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