Salta al contenuto
studenti al pc Fonte foto: 123rf

Prove INVALSI: cosa sono e come si svolgono

Le prove invalsi nascono come metodo di giudizio per gli studenti. Scopriamo come funzionano esattamente.

Danila Franzone

Danila Franzone

ESPERTA DI EDUCAZIONE

Amante della scrittura a tutto tondo, lavoro da anni come web content editor e writer con un’attenzione particolare alla scuola, alla crescita personale e ai bambini con bisogni speciali. Nel tempo libero amo leggere libri di ogni genere e scrivere per progetti legati alla cucina e al benessere in tutte le sue forme.

Chi va a scuola o ha figli che frequentano le primarie o le secondarie, ha sicuramente sentito già parlare delle famose prove INVALSI. Un sistema di giudizio inserito da qualche anno all’interno dei vari istituti scolastici e che suscita sempre una certa preoccupazione negli studenti.

Dopotutto si tratta di una sorta di esami che chi frequenta determinate classi è tenuto a dare per dimostrare le conoscenze di base. Scopriamo, quindi, in cosa consistono esattamente e come cambiano in base al corso di studi che si frequenta.

Prove INVALSI: dal nome alle modalità

Iniziamo con il dire che INVALSI non è altro che l’acronimo di Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. In altre parole si tratta di un istituto di ricerca che, con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, punta ogni anno a comprendere il grado di preparazione degli studenti. Tra gli obiettivi principali di questo sistema introdotto ormai da qualche anno ci sono:

  • La raccolta di dati sul sistema scolastico;
  • La comprensione di come la scuola viene recepita dagli studenti;
  • La valutazione dell’offerta didattica nelle scuole;
  • Il giudizio sullo stato complessivo dell’istruzione scolastica italiana;
  • La valutazione del grado di apprendimento degli studenti in base a quanto insegnatogli.

Prove INVALSI e gradi: come interpretarli

Spesso, quando ci si rapporta alle prove INVALSI si ha a che fare con i così detti gradi. Questi, inseriti a partire dal 2017, seguono la classificazione americana e di altri paesi come la Grecia, il Messico, la Polonia e la Norvegia. Lo scopo è quello di avere un modo di classificare le varie classi che sia univoco per tutti e che garantisca quindi un modo più agevole di usufruire delle statistiche. Per rendere più chiaro il tutto basta pensare che ci sono in totale 12 gradi e che i bambini che vanno dai 6 ai 7 anni sono al primo mentre i ragazzi dai 17 ai 18 rientrano nel dodicesimo.

Per una maggior comprensione e rapportando il tutto alla scuola italiana, si può considerare una simile classificazione.

  • Grado 1 (esente dalla prova) per la prima elementare (5-6 anni);
  • Grado 2 per la seconda elementare (6-7 anni);
  • Grado 3 (esente dalla prova) per la terza elementare (7-8 anni);
  • Grado 4 (esente dalla prova) per la quarta elementare (8-9 anni);
  • Grado 5 per la quinta elementare (9-10 anni);
  • Grado 6 (esente dalla prova) per la prima media (10-11 anni);
  • Grado 7 (esente dalla prova) per la seconda media (11-12 anni);
  • Grado 8 per la terza media (12-13 anni);
  • Grado 9 (esente dalla prova) per la prima superiore (13-14 anni);
  • Grado 10 per la seconda superiore (14-15 anni);
  • Grado 11 (esente dalla prova) per la terza superiore (15-16 anni);
  • Grado 12 (esente dalla prova) per la quarta superiore (17-18 anni);
  • Grado 13 per la quinta superiore (18-19 anni);

Dove non indicato, la classe è ovviamente tenuta a eseguire i test INVALSI.

Quando si effettuano le prove INVALSI

Le prove Invalsi riguardano, quindi, la scuola primaria (le elementari), la scuola secondaria di primo grado (le medie) e la scuola secondaria di secondo grado (le superiori). Andando agli esami, questi vengono eseguiti tra marzo e maggio e per le classi intermedie dei vari livelli descritti. Per la primaria si tratta quindi del secondo e del quinto anno, per le medie del terzo anno e per le superiori del secondo e del quinto anno. I test, fatta eccezione per le scuole medie, non influiscono sulle votazioni scolastiche.

Alle scuole medie, infatti, questi test rientrano nella valutazione dell’esame finale. Per questo motivo comprendono tutto il ciclo di istruzione dei tre anni di scuola e la preparazione del singolo studente, nonché le capacità di lasciare un ciclo di scuola per entrare in un altro. Quanto ottenuto in italiano e matematica, quindi, va a sommarsi al voto finale, diventando un giudizio a tutti gli effetti.

Come si svolgono i test INVALSI e le valutazioni

I vari test sono strutturati per comprendere una serie di domande che possono andare da venti a trenta e che devono avere risposta entro un tot di minuti che possono variare da classe a classe che, in genere, vanno dai 45 ai 75 minuti dall’inizio della prova. È previsto un aumento di 15 minuti per gli studenti con bisogni speciali. Le prove previste sono quella di italiano, di inglese e di matematica. Quello di italiano prevede due sezioni che trattano sia la comprensione del testo e della lingua che la grammatica. Quello di inglese, che per la primaria sono previste solo al quinto anno, tratta la conoscenza della lingua e quello di matematica comprende algebra, aritmetica, logica, geometria e interpretazione di grafici, dati e figure.

Andando ai test veri e propri, questi sono a risposta multipla con quattro opzioni a crocetta. Gli studenti della scuola primaria li eseguono con la modalità Pencil Paper Testing e, quindi, con carta e matita. Gli studenti della scuola secondaria, invece, con la modalità Computer Based Testing e, quindi, con l’utilizzo del pc. I test INVALSI, se nelle classi intermedie hanno il solo scopo di mettere in risalto il grado di preparazione degli studenti, per l’ultimo anno delle medie e per l’ultimo delle superiori, rappresentano un requisito indispensabile per l’ammissione agli esami. Senza il loro corretto svolgimento, quindi, gli studenti non possono effettuare l’esame di Stato. Una scelta fatta negli ultimi anni ma considerata fondamentale per il corretto svolgimento degli stessi.

Per quanto riguarda le valutazioni, queste vengono effettuate tramite tecniche statistiche su linee guida rilasciate dal Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca. Allo stesso tempo, i test fungono anche da punto di riferimento per gli insegnanti che, attraverso i risultati ottenuti, possono capire meglio come modificare il lavoro svolto durante l’anno. Ci sono quindi dei veri e propri quadri di riferimento che definiscono competenze, conoscenze e abilità degli studenti. Non si tratta, quindi, di veri e propri esami quanto di un’attenta analisi delle capacità e delle competenze complessive dei vari studenti.

Come prepararsi alle prove INVALSI

Può capitare che alcuni studenti risentano della pressione data dalla consapevolezza di dover affrontare un simile test. E questo anche se, durante l’anno in cui lo stesso è previsto, vengono preparati con attenzione proprio per superarlo. Esiste, però, un altro modo per poter arrivare più preparati e consiste nell’effettuare qualche test dell’anno precedente. Un metodo che aiuta sicuramente a prendere confidenza con gli INVALSI e a testare al contempo le proprie capacità.

Per effettuare questi test è possibile accedere alla piattaforma TAO ottenendo così delle simulazioni in grado di allentare un po’ la paura e di far capire cosa aspettarsi dagli INVALSI.