Registro elettronico nascosto ai genitori: la decisione in Olanda
Una scuola olandese avvia una sperimentazione: nessun accesso al registro elettronico per i genitori per 10 settimane. Troppo stress per gli studenti
Il registro elettronico torna a far parlare di sé e riaccende il dibattito sulla sua utilità e sugli effetti negativi che innesca nei giovani: un liceo montessoriano olandese, di Utrecht, ha deciso di escludere i genitori dall’accesso all’app, in cui vengono pubblicati i voti dei figli studenti, per un quadrimestre. Una decisione giunta dopo aver analizzato i risultati di una ricerca condotta all’interno della scuola, che ha rilevato tra gli alunni più “controllati” dai genitori dei livelli di stress eccessivi.
- 10 settimane senza registro elettronico: il caso in Olanda
- Stop al registro elettronico: le reazioni
- Cosa ha detto Paolo Crepet sul registro elettronico
- Quando è stato introdotto il registro elettronico in Italia
10 settimane senza registro elettronico: il caso in Olanda
Per 10 settimane i genitori degli alunni dell’istituto montessoriano Jordan – Montessori Lyceum di Utrecht non potranno visionare i voti dei figli nell’apposita app (equivalente al registro elettronico italiano).
È l’iniziativa intrapresa dalla Direzione dell’istituto a causa della troppa pressione che si genera nei ragazzi quando la notifica del voto arriva immediatamente alle famiglie.
Come riportato dal quotidiano ‘The Guardian’, la decisione è stata presa analizzando i risultati di uno studio condotto dalla docente di economia Stijn Uittenbogaard del Jordan – Montessori Lyceum. Una ricerca che si è concentrata sulla metà degli studenti della scuola, ovvero 500 ragazzi e ragazze, per capire se ci fosse un collegamento tra livelli di stress e controllo frequente dei voti da parte dei genitori.
È emerso che i ragazzi con genitori che controllavano frequentemente i voti dei figli, avevano un livello di stress medio di 2,7 su 5. Diversamente, gli studenti i cui genitori non monitoravano costantemente il registro elettronico con i risultati di test ed esami, registravano un livello di stress più basso, pari a 2 su 5. Un dato che ha reso evidente la correlazione tra livelli di pressione per i giovani e accesso al registro elettronico con controllo continuo dei genitori.
Secondo Uittenbogaard, il controllo delle notifiche sui voti mette esageratamente in allarme i genitori, che chiedono spiegazioni ai figli non appena tornano a casa. È così che i ragazzi sentono un costante controllo che li blocca dall’esercitare una certa autonomia nella gestione della propria attività scolastica.
Stop al registro elettronico: le reazioni
I risultati della ricerca sono stati condivisi con il rettore dell’istituto Geert Looyschelder, portando alla scelta di sperimentare uno stop di un mese sull’accesso alla piattaforma per i genitori. Un periodo che è stato allungato fino a 10 settimane per la stessa volontà dei genitori, riuniti in consiglio, che hanno sostenuto quasi unanimemente la decisione di sospendere l’accesso all’app per controllare i voti dei figli.
Il rettore Looyschelder ha evidenziato, in questa occasione, come l’eccessiva pressione e lo stress generato tra i ragazzi dal controllo dei voti possano risultare rischiosi e controproducenti nell’acquisizione di competenze fondamentali come empatia e flessibilità durante la crescita. “Nel nostro sistema educativo diciamo sempre: ‘Hai il diritto di sbagliare. È così che impari”, ha aggiunto.
Anche l’associazione dei genitori olandesi Ouders en Onderwijs ha accolto positivamente questo esperimento. Lobke Vlaming, direttrice dell’ente, ha sottolineato come tanti genitori si stiano rendendo conto degli effetti negativi per gli studenti, togliendo loro quella privacy che li aiuta a responsabilizzarsi e a crescere, nonostante il dialogo tra scuola e famiglia rimanga essenziale per la risoluzione delle difficoltà.
Cosa ha detto Paolo Crepet sul registro elettronico
Anche in Italia il registro elettronico è al centro di un dibattito. Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet è intervenuto recentemente sul tema, sottolineando gli effetti negativi di questo strumento nel rapporto tra genitori e studenti.
“Il registro elettronico è la più grande boiata che abbiano mai potuto inventare“, ha dichiarato Crepet. Uno strumento, secondo il sociologo, che ha privato gli alunni della possibilità “di sbagliare, togliendo loro qualsiasi autonomia”.
Quando è stato introdotto il registro elettronico in Italia
Nel sistema scolastico italiano, il registro elettronico è stato introdotto a partire dall’anno 2012/2013. A stabilire l’obbligo per gli istituti è stato il decreto legge n° 95/2012, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012 n. 135.
All’interno del registro elettronico devono essere depositati: firme dei professori, assenze degli studenti, giustificazioni, compiti assegnati, lavori svolti e dati generali degli alunni, ma non solo. Vengono indicati anche i voti e le sanzioni disciplinari.