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Registro elettronico unico Fonte foto: iStock

Scuola, la petizione per chiedere il registro elettronico unico

Dopo il caso pubblicità sul registro elettronico, nasce una petizione online: cosa viene chiesto al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Dopo il caso pubblicità sul registro elettronico, nasce il Comitato Registro Pubblico Nazionale che chiede a gran voce, attraverso una raccolta firme online, una soluzione chiara: il registro elettronico unico per tutte le scuole italiane. Un appello che è rivolto al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha già annunciato l’impegno del ministero nel condurre un’analisi che valuti la possibilità di introdurre un software unico a livello nazionale.

Nasce il Comitato Registro Pubblico Nazionale dopo il caso pubblicità

Dopo lo stop di Valditara alle pubblicità sul registro elettronico, a seguito dell’inchiesta che ha fatto emergere la presenza di messaggi promozionali all’interno di una piattaforma utilizzata da studenti, famiglie e prof per le attività scolastiche quotidiane, è stata avviata una raccolta firme online da parte del neonato Comitato Registro Pubblico Nazionale.

A guidarlo due donne: Federica Patti, architetta e docente di Tecnologia in una scuola media a Torino, e Giovanna Garrone, project manager torinese che ha scoperchiato il caso My Tools, l’estensione del registro elettronico con giochi e proposte commerciali. “Una battaglia che parte dal basso, ma che nel giro di poche ore ha coinvolto già centinaia di cittadini e rappresentanti del mondo accademico e della scuola”, hanno dichiarato a La Stampa.

La petizione lanciata chiede l’istituzione di un registro elettronico comune coordinato dal ministero, in seguito a quanto dichiarato da Valditara: “Il ministero sta facendo un’analisi per la valutazione dei costi benefici in termini di efficienza e di impatto economico sull’eventuale adozione di un software unico a livello nazionale per i registri elettronici”.

È bene chiarire che i registri elettronici sono gestiti da società private dal 2013. I singoli istituti, in virtù della loro autonomia scolastica, li scelgono e accettano o meno i vari servizi aggiuntivi offerti. Il caso pubblicità è scoppiato su una di queste piattaforme, utilizzata da 300 scuole, circa 200mila genitori e 100mila studenti, come dichiarato dalla stessa azienda proprietaria del software, che ha momentaneamente bloccato i contenuti pubblicitari, lasciando solo quelli divulgativi: “Abbiamo deciso di renderli non disponibili fino a quando i singoli istituti scolastici non avranno consapevolmente rivisto il proprio consenso ai singoli servizi”, ha comunicato l’azienda in una nota.

Registro elettronico unico e linee guida: l’appello a Valditara

Ecco quindi l’appello del Comitato Registro Pubblico Nazionale: “Chiediamo che il ministero dell’Istruzione e del Merito sviluppi un registro unico che possa essere messo a disposizione delle scuole gratuitamente in modo uniforme sul territorio nazionale, come già avviene in altri Paesi europei”, hanno sottolineato Federica Patti e Giovanna Garrone. “Oggi non è un servizio pubblico ed è fornito da aziende private a cui le singole autonomie scolastiche pagano un canone annuale; quindi il registro elettronico cambia da una scuola all’altra”.

Inoltre, la petizione chiede al ministro Valditara, in attesa di un registro elettronico unico, che “vengano immediatamente elaborate delle linee guida alle quali le singole aziende private debbano attenersi”.

Infine, viene chiesta anche una riflessione sul benessere digitale: “Serve una riflessione collettiva sulle modalità di utilizzo del registro elettronico in modo da non indurre le e gli studenti a consultarlo compulsivamente in attesa di compiti o voti – ha dichiarato la professoressa Federica Patti -. Oggi un gran lavoro lo sta facendo anche la rete dei Patti Digitali guidata dal professor Marco Gui dell’Università Bicocca ma non possiamo contare solo sulla sensibilità e buona volontà dei singoli, occorre avere una linea comune sul passaggio dall’analogico al digitale, che nella scuola non è stato affrontato con una riflessione adeguata”.

Vantaggi e svantaggi di un registro elettronico unico: chi è contro

Il Comitato Registro Pubblico Nazionale ha specificato quali sarebbero i due principali vantaggi dell’adozione di un registro elettronico unico:

  • Risparmio nei bilanci delle scuole, che attualmente pagano un canone annuale di noleggio: “Facendo una stima approssimativa di 5mila euro annui per circa 7500 autonomie scolastiche, oggi si spendono oltre 35 milioni di euro”, hanno aggiunto Federica Patti e Giovanna Garrone;
  • Maggior sicurezza nella gestione dei dati, che “rimarrebbero esclusivamente in mano pubblica”.

Ma c’è chi non è d’accordo con la petizione, come Assoscuola. Se da un lato l’associazione “condanna fermamente l’utilizzo di strumenti didattici come canali pubblicitari”, dall’altro non appoggia l’idea del registro unico. Il motivo? Verrebbe a mancare l’esercizio dell’autonomia scolastica di ogni istituto, che non sarebbe più libero di “scegliere in autonomia gli strumenti più idonei per la gestione della didattica e delle attività amministrative”, rischiando quindi di “vanificare anni di impegno, di servizi e collaborazione tra i fornitori ed il ministero attraverso i diversi tavoli tecnici di raccordo”. “L’esperienza maturata dalle istituzioni scolastiche – ha aggiunto Assoscuola – ha evidenziato la necessità di soluzioni altamente personalizzabili, di formazione mirata e di un supporto tecnico costante, elementi imprescindibili per garantire un servizio efficiente e pienamente rispondente alle esigenze specifiche di ogni scuola”.