Compiti a casa assegnati alle 21,50: lo sfogo di una studentessa
La prof assegna i compiti a casa sul registro elettronico alle 21:50 di sera: lo sfogo di una studentessa solleva una nuova polemica sul tema
Una studentessa ha affidato ai social il proprio sfogo sui compiti a casa, che le sono stati assegnati alle 21:50 per la mattina successiva. Un caso spiacevole che però non sembra essere isolato: sono diversi gli utenti che hanno denunciato di essersi già ritrovati in una situazione simile, con consegne caricate dai professori sul registro elettronico durante la serata.
La polemica della studentessa ha aperto quindi un dibattito sulla gestione dei compiti e sui limiti tra diritto allo studio e diritto al riposo, più volte sollevato anche alla luce dei dati che vedono gli studenti italiani impegnati sui compiti a casa per più ore rispetto ai coetanei europei.
- Compiti a casa assegnati agli studenti di sera: lo sfogo sui social
- Come hanno reagito gli altri utenti
- Troppi compiti a casa per gli studenti: il problema in Italia
Compiti a casa assegnati agli studenti di sera: lo sfogo sui social
Una ragazza ha affidato il suo sfogo al portale social ‘Webboh’ seguito dalla Gen Z: la sua professoressa ha condiviso i compiti a tarda sera, alle 21:50, per il giorno dopo. Gli studenti, quindi, per seguire la consegna della docente, hanno dovuto studiare fino a tardi.
“Sono stata costretta a studiare fino a tardi. Così non si può andare avanti”, ha dichiarato la studentessa. Sì è aperto così un dibattito sul tema dei compiti a casa e sulle tempistiche di assegnazione da parte dei docenti, con numerosi utenti che hanno commentato denunciando altri episodi simili e schierandosi dalla parte della studentessa.
Come hanno reagito gli altri utenti
Per alcuni utenti, il sistema scolastico italiano sarebbe “tossico”, mentre altri rivendicano il diritto al riposo affermando che si sarebbero rifiutati di svolgere i compiti assegnati a un’ora così tarda.
Se qualcuno sostiene che i genitori avrebbero dato ragione alla prof, “dicendo che loro possono fare quello che vogliono” e gli studenti devono “fare il loro lavoro”, altri utenti (anche genitori) sostengono che avrebbero giustificato il figlio a non seguire la consegna, richiedendo un incontro con l’insegnante. E ancora, c’è chi sottolinea l’incoerenza tra la lamentela di alcuni prof che vedono gli studenti stanchi e l’assegnazione di carichi di lavoro troppo intensi: “E poi si lamentano se veniamo a scuola stanchi e ci dicono: andate a letto prima la sera!”, è il commento di una studentessa.
Il tema si allarga inevitabilmente verso l’eccessivo carico di lavoro a casa per gli studenti, la poca considerazione del tempo libero dei giovani al di fuori dell’ambiente scolastico, e l’uso del registro elettronico (Argo), che a detta di un utente avrebbe “creato nuovi mostri”.
Troppi compiti a casa per gli studenti: il problema in Italia
Quest’ultima polemica evidenzia il bisogno di un maggior equilibrio e un dialogo costruttivo tra studenti e professori, per individuare una linea condivisa che sia in grado di rispettare le esigenze didattiche e il benessere degli studenti. Questo anche, e soprattutto, alla luce dei recenti dati relativi al carico di ore di studio e di compiti a casa degli studenti italiani.
Secondo il 58° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, pubblicato il 6 dicembre 2024, gli studenti quindicenni italiani sono i campioni europei di compiti a casa: mediamente, passano 2,3 ore al giorno di studio individuale a casa. Un dato sorprendente, che però non garantisce migliori risultati a scuola.
A questo dato, inoltre, si aggiunge il tempo della frequenza scolastica, che nel Bel Paese risulta tra i più elevati d’Europa: in media, gli italiani trascorrono 27,2 ore alla settimana a scuola, un valore più basso solo di quello della Germania, che totalizza 28 ore di frequenza (ma che in compenso richiede ai giovani alunni solo 1,2 ore al giorno dedicate allo svolgimento dei compiti a casa).