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Studenti hackerano il registro elettronico: il caso a Mantova iStock

Studenti hackerano il registro elettronico: il caso a Mantova

Due studenti sono finiti nei guai per essere entrati abusivamente nel registro elettronico della loro scuola, alterando i voti dei loro compagni

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Il registro elettronico delle scuole può essere hackerato, ma l’accesso abusivo non resta impunito, anzi, si rischia di finire in tribunale. Se per alcuni giovani può sembrare un gioco provare a cambiare i voti dei professori, in realtà si tratta di una violazione. Un caso di questo tipo è stato segnalato dalla Polizia di Stato alla procura della repubblica presso il tribunale per i minori di Brescia. Sono finiti nei guai due studenti di Mantova.

Il caso del registro elettronico hackerato a Mantova

Due alunni di una scuola media di Mantova sono entrati abusivamente nel registro elettronico dei loro insegnanti e hanno modificato i voti dei compagni di classe.

Purtroppo per i due, però, sono stati presto scoperti e segnalati dalla Polizia di Stato.

L’indagine è scaturita da una segnalazione arrivata alla Sezione operativa per la sicurezza cibernetica della Polizia di Mantova dopo la rilevazione di un’anomalia nel registro elettronico. Le successive verifiche hanno accertato che i due studenti avevano hackerato l’account di una professoressa ed erano riusciti a modificare le valutazioni di molti altri studenti, alterando così i dati ufficiali del sistema scolastico.

I ragazzi, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sarebbero riusciti a entrare nel sistema informatico utilizzando le credenziali di una docente.

Per entrambi è scattata la segnalazione per accesso abusivo a sistema informatico, reato previsto dal codice penale. Gli accertamenti proseguono per verificare l’eventuale diffusione delle credenziali compromesse e la portata delle modifiche effettuate.

Le indagini e i consigli della polizia

Le indagini degli specialisti della Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Mantova, caratterizzate da approfondite e complesse analisi tecniche e verifiche incrociate dei log di accesso e degli indirizzi IP, hanno confermato che l’account della docente era stato violato.

A seguito degli accertamenti, i due minori sono stati identificati come autori degli accessi indebiti e segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Brescia per accesso abusivo al sistema informatico.

A seguito della vicenda, sul sito ufficiale la Polizia di Stato ha raccomandato di utilizzare i dispositivi scolastici e personali in modo responsabile e sicuro e di segnalare immediatamente agli insegnanti qualsiasi accesso sospetto o anomalia nel registro elettronico.

“La collaborazione tra istituzioni scolastiche e forze dell’ordine dimostra come la sicurezza digitale sia fondamentale per garantire un ambiente scolastico corretto, trasparente e protetto per tutti”, si legge sul portale.

Il precedente ad Aosta

Non è la prima volta che il registro elettronico viene hackerato. Ad aprile 2025 un caso analogo è avvenuto in provincia di Aosta.

Un gruppo di studenti di terza media è riuscito a impossessarsi delle password di accesso al registro elettronico di almeno quattro docenti. La vicenda è stata raccontata da La Stampa, che riporta come siano stati documentati almeno 40 accessi abusivi al sistema informatico della scuola.

L’inganno è stato scoperto quando un insegnante ha notato che risultava un 2 assegnato a una studentessa solitamente con voti ben più alti. Da lì sono partiti gli accertamenti che hanno coinvolto anche i tecnici dello Spaggiari, poi sono arrivate le convocazioni dei sospettati e le prime ammissioni. Inoltre gli accessi abusivi erano avvenuti nelle ore di recupero del pomeriggio, quando a scuola c’erano pochi studenti. Una volta stabiliti date e orari dei “login” irregolari, è stato facile individuare i responsabili.