Trovata prima edizione della Divina Commedia? Come stanno le cose
Sono state trovate due pagine manoscritte della Divina Commedia di Dante Alighieri: ora si pensa a come esporre questo tesoro, ma come stanno le cose?
La Divina Commedia di Dante Alighieri è una delle opere più conosciute del mondo intero. Nonostante siano passati tantissimi secoli da quando è stata scritta dal Sommo Poeta riesce ancora a stupirci. Come ha stupito tutti quanti il ritrovamento di due pagine manoscritte della prima edizione della Divina Commedia, che potrebbero essere presto esposte per poterle ammirare. Come stanno davvero le cose in merito a questo ritrovamento?
Dante Alighieri, le pagine manoscritte della Divina Commedia
Il ritrovamento è avvenuto durante un trasloco di materiali all’Archivio di Stato de La Spezia. Chi era al lavoro si è ritrovato tra le mani due pagine manoscritte della Divina Commedia di Dante. Su Facebook il sindaco della città ligure, Pierluigi Peracchini, ha dato la bellissima notizia ai suoi concittadini, spiegando che “si tratta di un tesoro unico al mondo, dal valore inestimabile: due pagine autentiche dei canti del Purgatorio e del Paradiso, parliamo ovviamente del XIV secolo”.
In realtà, come riportato da ‘Il Post’, le parole del sindaco hanno un po’ confuso le idee. Lui parla di pagine autentiche della prima edizione, che lasciano intendere che si tratti di manoscritti autografi di Dante. Oltre a non essere così (dal momento che non ne sono ancora stati rivenuti di certi: la Divina Commedia è, infatti, una ricostruzione fatta da filologi danteschi a partire dai testi ritrovati e riconducibili all’epoca del Sommo Poeta), non si può nemmeno parlare di edizione, perché il termine sottintende una pubblicazione a stampa, mentre le pagine sono quelle di un volume stampato. Si dovrebbe parlare di codice, di un libro manoscritto, anzi, di un frammento di codice, che però era già noto da tempo. Farebbe parte del gruppo di manoscritti prodotti a Firenze nella seconda metà del Trecento.
‘Il Post’ riporta le parole di Paolo Chiesa, docente di filologia all’università di Milano e noto studioso di Dante: “Questi testi non hanno peraltro un particolare valore filologico, nel senso che non hanno fornito agli studiosi elementi importanti per ricostruire il testo originale della Commedia”.
Il sindaco era stato informato del ritrovamento dalla direttrice dell’Archivio di Stato, Rosetta Ferrara, durante un sopralluogo del primo cittadino all’istituto. Spesso accade che, durante lavori di riorganizzazione e movimentazione dei documenti, emergano parti nascoste degli archivi. A La Spezia è riemerso anche un documento originale della “Pax Dantis“, con cui nel 1306 si pose fine alla contesa tra i Malaspina (potente famiglia nobile della Lunigiana, regione storica che si trovava tra Liguria, Toscana ed Emilia-Romagna), con cui Dante lavorava, e i vescovi di Luni. Anche questi testi, in realtà, erano già noti.
Come verranno esposte le pagine della Divina Commedia
Sempre su Facebook Pierluigi Peracchini ha raccontato di aver già coinvolto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Bisogna, infatti, capire come conservare e tutelare al meglio questo importante e prestigioso patrimonio culturale, ma anche individuare le migliori soluzioni espositive, perché un tesoro del genere non va tenuto celato, ma mostrato a tutti quanti, in modo tale che possa essere ammirato da più persone possibili. “Adesso stiamo studiando come esporre al più presto questi documenti”. Il primo cittadino ha poi aggiunto che lavorerà per “rendere fruibile al pubblico queste importantissime scoperte”.
Il legame tra Dante e il territorio Spezzino
Dante Alighieri ha un legame molto profondo con il territorio Spezzino, tra Liguria e Toscana. Stiamo parlando del periodo del suo esilio, dal 1301 e fino all’anno della sua morte, avvenuta a Ravenna, dove è sepolto, nel 1321. Dante è arrivato in Lunigiana, nella casa di Franceschino Malaspina, nel 1306: questa casata è presente nel Purgatorio. Per sdebitarsi dell’ospitalità, il Sommo Poeta ha messo a disposizione le sue capacità per svolgere il ruolo di procuratore nella controversia tra la famiglia e i vescovi di Lumi.