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Università di Bologna, psicologi e tutor per chi non dà più esami Fonte foto: iStock

Università di Bologna, psicologi e tutor per chi non dà più esami

L'Alma Mater ha avviato un progetto di supporto agli studenti che si sono bloccati negli studi. Cosa prevede e come funziona l'iniziativa

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Sono tanti gli studenti che in un certo periodo del percorso di studi universitario si bloccano e non riescono a dare più esami. Alcuni abbandonano a pochi passi dalla laurea, altri vivono una battuta d’arresto per i motivi più disparati come dopo aver fallito una prova particolarmente impegnativa o per lo stress dovuto a un particolare momento della vita. Un’università ha dato vita a un’iniziativa per supportare i giovani che si sono bloccati negli studi offrendo tutor e psicologi con cui parlare. Si tratta del progetto dell’Alma Mater Studiorum di Bologna.

Il progetto sui tutor e gli psicologi in sostegno agli universitari

Il progetto dell’università di Bologna si chiama “Passo passo” e, dopo il successo della sperimentazione fatta lo scorso anno alla facoltà d’ingegneria, ora è stato allargato anche alla metà dei dipartimenti dell’ateneo tra cui Lettere, Antropologia, Storia, Dams, Scienze della comunicazione, Giurisprudenza, Matematica, Fisica e Biologia, con l’obiettivo di farlo diventare una realtà a supporto di tutti gli studenti in difficoltà con il loro percorso di studi.

In pratica, la facoltà contatta gli universitari che non stanno dando più esami per chiedere se hanno bisogno di un aiuto. L’ateneo offre supporto psicologico o un tutor che possa dare consigli sul metodo di studio e una mano nella preparazione degli esami. Le attività di contatto dovrebbero partire nel mese di gennaio.

La sperimentazione a ingegneria

A spiegare il progetto a ‘La Repubblica’ è stato Federico Condello, delegato agli studenti per l’Alma Mater. La sperimentazione è iniziata l’anno scorso a ingegneria perché “è il dipartimento più impegnativo – ha detto Condello – quello che conta il maggior numero di abbandoni, se ha funzionato lì dovrebbe funzionare anche negli altri”.

Per prima cosa sono stati individuati gli studenti che stavano incontrando difficoltà nel dare esami, tra i 6200 iscritti alle triennali. “Sono diverse le tipologie – ha spiegato – da chi ha problemi nell’avvio a chi a un passo dalla laurea si ferma, da chi incontra uno scoglio specifico a chi per ragioni di carattere psicologico smette di studiare. Anche se la maggior parte delle problematiche sono legate al lavoro. Ormai la metà dei nostri studenti è costretto a lavorare per il carovita”.

Tutti gli iscritti ricevono una mail, gli studenti sono liberi di rispondere all’appello se ritengono di aver bisogno di una mano. Nel caso di Ingegneria su 384 studenti contattati hanno accettato di essere aiutati in 148. “Qualcuno è stato sostenuto nella preparazione di uno specifico esame in cui si era arenato – ha chiarito Condello – ad altri è stato offerto un supporto pedagogico per migliorare il metodo di studio, altri ancora hanno potuto contare su un sostegno di tipo psicologico. Per chi ha il problema di conciliare lavoro e studio cerchiamo soluzioni”.

Chi è tornato a studiare e cosa dicono dall’università

In generale dei 384 universitari contattati dall’università, una trentina stavano per abbandonare gli studi a un passo dalla laurea con soli uno o due esami ancora da dare. Dei circa 150 che hanno accettato il supporto, il 40% è tornato a studiare. “È un risultato che supera le nostre aspettative”, ha affermato il delegato agli studenti per l’Alma Mater.

L’idea del progetto risalirebbe al 2007 quando sono iniziate delle prime telefonate agli studenti in difficoltà della facoltà di Lettere chiedendo cosa fosse accaduto e cosa poteva fare l’ateneo. Nel 2021 Condello è entrato nella giunta del rettore Giovanni Molari e ha pensato di allargare il modello all’intero ateneo. L’Alma Mater è tra le prime grandi università ad aver messo in campo un’iniziativa del genere in supporto dei propri iscritti.