Il mito di Er di Platone: racconto e spiegazione
Il mito di Er rappresenta l’epilogo della celebre opera di Platone, la Repubblica, e offre una visione profonda e affascinante della vita dopo la morte, del destino dell’anima e della giustizia cosmica. Platone utilizza questo mito come un’allegoria per esplorare temi filosofici complessi legati alla scelta morale, alla metempsicosi (la reincarnazione) e all’importanza della filosofia nella guida della vita. Il racconto, che segue le avventure di un guerriero di nome Er, offre uno spaccato di quello che Platone immagina sia il ciclo delle anime e le conseguenze delle scelte fatte durante la vita terrena.
Il mito di Er: il racconto
Il mito ha inizio con la storia di Er, un guerriero di origini pamfile che muore in battaglia. Il suo corpo, dopo dieci giorni, non mostra segni di decomposizione, il che risulta sorprendente per coloro che lo trovano. Al dodicesimo giorno, mentre il suo corpo è già sulla pira funebre pronto per essere cremato, Er torna improvvisamente in vita e racconta ciò che ha visto nell’aldilà. Il suo racconto descrive il viaggio della sua anima e di molte altre verso una misteriosa pianura, dove si trovano due aperture nel cielo e due nella terra.
Le anime, giunte in questo luogo, vengono giudicate: quelle che hanno vissuto una vita giusta vengono inviate verso l’apertura del cielo, dove ricevono una ricompensa, mentre le anime ingiuste sono condannate a discendere nelle aperture della terra, dove subiscono delle punizioni. Dopo mille anni, le anime che sono state premiate nel cielo e quelle che sono state punite nella terra si riuniscono di nuovo nella pianura per scegliere una nuova vita.
Er osserva che ciascuna anima deve fare una scelta: vengono mostrate loro diverse vite che possono scegliere di vivere nella reincarnazione. Alcune vite sono felici e ricche, altre povere e miserevoli, altre ancora segnate dalla sofferenza. Le anime, tuttavia, sono spesso influenzate dai ricordi delle vite precedenti, e le anime che hanno vissuto in modo virtuoso tendono a fare scelte più oculate, mentre quelle che sono state punite o hanno sofferto scelgono spesso in modo irrazionale.
Prima di scegliere, le anime bevono dall’acqua del fiume Lete, che causa l’oblio delle vite precedenti. Solo Er non beve, perché è destinato a tornare nel mondo dei vivi per raccontare ciò che ha visto. Alla fine, dopo che tutte le anime hanno scelto, vengono portate in diversi luoghi per prepararsi alla loro nuova vita, e così il ciclo della metempsicosi continua.
Il mito di Er: la spiegazione
Il mito di Er rappresenta una complessa allegoria della visione platonica sull’immortalità dell’anima, il libero arbitrio e la giustizia cosmica. Il racconto sottolinea l’importanza delle scelte morali che gli esseri umani fanno durante la vita, poiché queste influenzeranno non solo il destino nell’aldilà, ma anche le vite future. Il giudizio che le anime ricevono dopo la morte riflette la visione platonica della giustizia: coloro che hanno vissuto virtuosamente vengono ricompensati, mentre coloro che hanno vissuto nell’ingiustizia subiscono le conseguenze delle loro azioni.
Uno degli aspetti più significativi del mito è l’idea della libera scelta delle anime. Ogni anima è responsabile della scelta della sua prossima vita, e il destino non è imposto da forze esterne, ma deriva dalle decisioni che l’anima prende in base alla propria esperienza e ai propri desideri. Questo sottolinea la centralità del libero arbitrio nella filosofia di Platone: non è il fato o una divinità a determinare il destino dell’individuo, ma sono le sue azioni e decisioni.
Il fiume Lete, che provoca l’oblio, simboleggia la condizione umana nella vita terrena: la maggior parte delle persone dimentica le esperienze e le lezioni apprese nelle vite precedenti e continua a fare errori, scegliendo vite che non portano alla virtù o alla saggezza. Solo chi ha acquisito una profonda comprensione della filosofia e della giustizia è in grado di fare scelte consapevoli e virtuose. In questo senso, Platone sembra suggerire che solo chi vive secondo i principi filosofici è veramente libero di scegliere una vita che porterà alla vera felicità e alla salvezza dell’anima.
L’allegoria del giudizio delle anime e della loro punizione o ricompensa rimanda alla concezione platonica della giustizia cosmica. Per Platone, l’universo è governato da una legge morale in cui ogni azione ha una conseguenza, e questa legge si estende oltre la vita terrena. Non esiste una punizione o una ricompensa immediata nel mondo sensibile, ma il bilancio delle azioni di ciascuno viene regolato nell’aldilà, dove le anime ricevono ciò che meritano in base al loro comportamento durante la vita.
Il mito di Er ha anche una forte valenza etica. L’idea che le anime debbano scegliere la loro prossima vita implica che l’essere umano ha la responsabilità di modellare il proprio destino attraverso le sue scelte. Le anime che fanno scelte impulsive o basate sul desiderio materiale rischiano di scegliere una vita infelice o ingiusta, mentre quelle che scelgono con saggezza hanno l’opportunità di vivere in modo più giusto e felice. In questo contesto, Platone vuole mettere in guardia contro le tentazioni del desiderio e dell’ignoranza, che spesso portano a scelte sbagliate.
Un altro aspetto rilevante del mito di Er è la ciclicità della metempsicosi. Il fatto che le anime continuino a reincarnarsi in nuovi corpi sottolinea l’importanza della purificazione e dell’apprendimento attraverso diverse vite. L’anima deve attraversare molte esperienze prima di poter raggiungere una comprensione completa della verità e della giustizia. La reincarnazione, in questo senso, è vista come un processo educativo, un cammino verso la perfezione morale e la sapienza.