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L’universo aristotelico: struttura e elementi

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

La concezione dell’universo elaborata da Aristotele ha rappresentato per secoli il paradigma dominante nella filosofia naturale e nell’astronomia occidentale. Nel suo modello, l’universo è un sistema geocentrico, finito e ordinato, in cui ogni elemento e corpo celeste occupa un luogo naturale determinato.

Questa visione, esposta principalmente nel trattato De Caelo, si fonda su una distinzione qualitativa tra il mondo sublunare, soggetto a mutamento e corruzione, e il mondo sopralunare, eterno e immutabile. Al centro di questo cosmo si trova la Terra, immobile, attorno alla quale ruotano le sfere celesti mosse dal Primo Motore Immobile, principio metafisico che conferisce ordine e movimento all’intero universo.​

La struttura dell’universo: geocentrismo e finitudine

Aristotele concepisce l’universo come un sistema chiuso e finito, con la Terra al centro, immobile e sferica. Attorno ad essa si dispongono una serie di sfere concentriche che contengono i corpi celesti: la Luna, Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove, Saturno e le stelle fisse. Queste sfere sono composte di etere, una sostanza perfetta e incorruttibile, e si muovono con moto circolare uniforme, considerato il più perfetto dei movimenti. Il numero delle sfere celesti, secondo Aristotele, è di 55, un incremento rispetto alle 33 proposte da Callippo, per spiegare le complessità dei moti planetari. ​

Mondo sublunare e sopralunare: due regioni distinte

L’universo aristotelico è diviso in due regioni qualitativamente differenti:​

  • Mondo sublunare: situato al di sotto della sfera della Luna, è il regno del cambiamento, della generazione e della corruzione. È composto dai quattro elementi fondamentali: terra, acqua, aria e fuoco. Ogni elemento tende naturalmente verso il proprio luogo naturale: la terra e l’acqua verso il basso, l’aria e il fuoco verso l’alto.​
  • Mondo sopralunare: al di sopra della sfera della Luna, è il regno dell’eternità e dell’immutabilità. È costituito dall’etere, un quinto elemento perfetto e incorruttibile, che compone le sfere celesti e i corpi celesti stessi. In questa regione, i movimenti sono eterni e regolari, in contrasto con l’imperfezione del mondo sublunare.​

Il primo motore immobile: causa del movimento universale

Per spiegare il movimento eterno delle sfere celesti, Aristotele introduce il concetto del Primo Motore Immobile. Questo principio metafisico è atto puro, privo di potenzialità, immobile e immateriale. Non agisce come causa efficiente, ma come causa finale, attirando a sé le sfere celesti che, desiderando imitare la sua perfezione, si muovono eternamente con moto circolare. Il Primo Motore Immobile è quindi la fonte ultima dell’ordine e del movimento nell’universo, pur rimanendo separato e trascendente rispetto al mondo fisico.​

La teoria dei luoghi naturali e il movimento dei corpi

Nel modello aristotelico, ogni elemento ha un luogo naturale verso cui tende in assenza di impedimenti:​

  • Terra: tende verso il centro dell’universo.​
  • Acqua: si dispone sopra la terra.​
  • Aria: si colloca sopra l’acqua.​
  • Fuoco: tende verso la periferia del mondo sublunare.​

Questa disposizione spiega i movimenti naturali dei corpi: i corpi pesanti cadono verso il basso, mentre quelli leggeri si elevano verso l’alto. I movimenti che contrastano questa tendenza sono considerati violenti o contro natura.​

L’etere e le sfere celesti

L’etere è l’elemento che compone le sfere celesti e i corpi celesti. È una sostanza eterna, immutabile e perfetta, che si muove con moto circolare uniforme. Le sfere celesti, composte di etere, sono trasparenti e concentriche, e portano con sé i corpi celesti incastonati in esse. Il movimento delle sfere è trasmesso da una sfera all’altra, fino a raggiungere la sfera delle stelle fisse, che è mossa direttamente dal Primo Motore Immobile.​

L’influenza del modello aristotelico nella storia

La cosmologia aristotelica ha avuto un’influenza duratura nella storia del pensiero occidentale. È stata adottata e integrata nella visione del mondo medievale, influenzando la filosofia scolastica e la teologia cristiana. Il modello geocentrico di Aristotele è stato perfezionato da Tolomeo e ha dominato l’astronomia fino alla rivoluzione copernicana. Solo con l’avvento del modello eliocentrico di Copernico e le osservazioni di Galileo Galilei, la visione aristotelica dell’universo è stata progressivamente superata.

L’universo aristotelico rappresenta una concezione coerente e sistematica del cosmo, fondata su principi metafisici e osservazioni empiriche.