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Cosmologia dantesca: la struttura dell'universo

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

La cosmologia dantesca è uno degli elementi più affascinanti della Divina Commedia e riflette in modo straordinario l’incontro tra scienza, fede e immaginazione. Dante Alighieri, nel descrivere il suo viaggio ultraterreno, costruisce un universo coerente con le conoscenze medievali, fortemente influenzato dal pensiero filosofico di Aristotele e dalla cosmologia di Tolomeo, ma profondamente innervato di spiritualità cristiana. La sua rappresentazione dell’universo non è solo una scenografia per l’azione poetica, bensì una vera e propria visione del mondo, in cui l’ordine fisico riflette l’ordine morale e divino.

Comprendere la cosmologia dantesca significa quindi entrare nel cuore della cultura medievale, scoprendo come il cosmo fosse concepito come un sistema gerarchico, ordinato, razionale e simbolicamente carico di significati morali e religiosi.

Le fonti della cosmologia dantesca

Alla base della cosmologia di Dante vi è la concezione geocentrica dell’universo, che pone la Terra immobile al centro di una serie di sfere concentriche.

Questo modello, detto aristotelico-tolemaico, prevedeva che intorno alla Terra ruotassero nove cieli o sfere celesti, ciascuna contenente un corpo celeste (la Luna, Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove, Saturno, le stelle fisse e il Primo Mobile), oltre all’Empireo, sede di Dio e dei beati. Tuttavia, Dante non si limita a riprendere questo schema: lo integra con le nozioni teologiche cristiane, creando un’architettura cosmica perfettamente funzionale alla narrazione e al messaggio della Divina Commedia.

Le influenze principali provengono da Aristotele, per la struttura fisica del mondo, da Tolomeo, per l’astronomia, e da San Tommaso d’Aquino, per l’elaborazione teologica. A queste si aggiunge la lettura simbolica e allegorica tipica della cultura medievale, che trasforma ogni elemento della cosmologia in segno di un ordine superiore.

La struttura dell’Inferno

L’Inferno dantesco si presenta come un enorme imbuto rovesciato che si apre sotto la città di Gerusalemme e si inoltra fino al centro della Terra. È suddiviso in nove cerchi concentrici, ciascuno riservato a una diversa tipologia di peccato, disposti in ordine crescente di gravità.

I peccatori sono puniti secondo la legge del contrappasso, che rende le pene speculari o opposte al peccato commesso in vita. Secondo il mito dantesco, l’Inferno fu generato dalla caduta di Lucifero, precipitato dal cielo dopo la ribellione contro Dio. L’impatto del suo corpo creò il vuoto infernale, spingendo la terra emersa verso l’altro emisfero e facendo emergere il monte del Purgatorio.

Al fondo dell’Inferno si trova Lucifero stesso, conficcato nel ghiaccio del lago Cocito, simbolo dell’immobilità assoluta e del gelo del male supremo. Questo luogo rappresenta il punto più lontano da Dio, sia fisicamente che spiritualmente.

Il monte del Purgatorio

Il Purgatorio si erge nell’emisfero australe, in mezzo all’oceano, come unica elevazione terrestre. Ha la forma di una montagna che si innalza verso il cielo e si compone di varie sezioni: l’Antipurgatorio, riservato a chi si pentì solo in punto di morte; le sette cornici in cui le anime si purificano dai sette vizi capitali; e infine il Paradiso Terrestre, collocato sulla sommità del monte.

Questa montagna rappresenta il luogo della purificazione progressiva dell’anima, che risale verso la luce divina attraverso il pentimento e la meditazione sul proprio peccato. L’ordine ascendente delle cornici riflette la gerarchia del male e l’impegno necessario per liberarsene.

Ogni cornice è sorvegliata da angeli e accompagnata da esempi di virtù contrapposte ai vizi, secondo un modello pedagogico e spirituale. Il Purgatorio non è un luogo di dannazione, ma di speranza e redenzione, e segna la transizione tra il mondo terreno e quello celeste.

La struttura del Paradiso

Il Paradiso è suddiviso in nove cieli concentrici e trasparenti, che ruotano attorno alla Terra con velocità crescente. Ogni cielo ospita una categoria di anime beate, ordinate non in base al loro merito assoluto, ma alla capacità di Dante di comprenderne la gloria.

I primi sette cieli sono legati ai pianeti conosciuti (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno) e rappresentano le diverse forme di vita virtuosa: la fedeltà, la giustizia, la sapienza, l’amore, la forza d’animo, la contemplazione.

L’ottavo cielo, quello delle Stelle Fisse, è la sede del trionfo celeste, dove Dante vede la gloria dei santi e della Vergine Maria. Il nono cielo, il Primo Mobile, è il motore di tutti gli altri cieli, mosso direttamente da Dio attraverso la volontà angelica.

Oltre il Primo Mobile si trova l’Empireo, che non è più uno spazio fisico, ma un luogo fuori dal tempo e dallo spazio, sede dell’eterna beatitudine, della candida rosa dei beati e della luce divina. Qui Dante contempla direttamente Dio come un punto di luce che racchiude in sé tutto l’amore e la sapienza del creato.

L’asse cosmico e il viaggio verticale

Uno degli aspetti fondamentali della cosmologia dantesca è la sua struttura verticale, che riflette un ordine morale oltre che spaziale. Il viaggio di Dante si compie lungo un asse che va dal centro della Terra, sede di Lucifero, fino al sommo dell’Empireo, dove risiede Dio. Questo percorso ascensionale simboleggia il cammino dell’anima: dalla condizione di peccato e perdizione, passando per la purificazione, fino alla piena unione con il divino.

L’Inferno rappresenta la discesa negli abissi del male, la parte più bassa e densa dell’universo, lontana dalla luce e dall’armonia. Il Purgatorio è il luogo del riscatto, dove l’anima si alleggerisce progressivamente dalla materia e risale verso il cielo.

Il Paradiso è la progressiva immersione nella luce, nella conoscenza e nell’amore divino. Ogni tappa del viaggio non è solo geografica, ma spirituale e intellettuale, guidata da figure simboliche come Virgilio e Beatrice, che incarnano rispettivamente la ragione e la teologia.

Il significato simbolico della cosmologia dantesca

L’universo descritto da Dante non è solo una costruzione fisica, ma un modello simbolico e allegorico del destino umano. Ogni elemento ha una funzione morale: la Terra al centro rappresenta la caducità della condizione terrena, mentre l’Empireo raffigura la vera patria dell’anima.

La mobilità dei cieli è simbolo della perfezione e dell’ordine divino, mentre la staticità dell’Inferno rappresenta la prigionia del peccato. Il cammino da sudditi delle passioni a creature illuminate dalla grazia rispecchia il percorso della conversione cristiana.

L’ordine cosmico di Dante è quindi una metafora dell’ordine voluto da Dio, dove ogni creatura ha il suo posto e ogni anima può trovare la salvezza attraverso la ragione, la fede e l’amore. Persino i numeri presenti nella cosmologia (tre cantiche, nove cieli, sette peccati) hanno valore simbolico, rimandando alla Trinità, alla perfezione e alla creazione divina.