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Le quattro cause di Aristotele: elenco e spiegazione

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Aristotele è uno dei più grandi filosofi dell’antichità e ha influenzato profondamente il pensiero occidentale con la sua teoria delle quattro cause. Questa dottrina si inserisce nel suo sistema filosofico per spiegare i principi fondamentali della realtà e della natura degli oggetti. Secondo Aristotele, comprendere un oggetto significa conoscere non solo cosa esso sia, ma anche le ragioni per cui esso esiste. Le quattro cause servono proprio a questo: offrono una spiegazione completa e articolata della genesi e della funzione di ogni cosa nell’universo, andando oltre la semplice descrizione dei fenomeni e ponendo le basi per una vera e propria comprensione dell’essere.

La dottrina delle quattro cause di Aristotele

Nella filosofia di Aristotele, la dottrina delle quattro cause occupa un ruolo fondamentale nella metafisica e nella fisica. Le cause sono concepite come i principi esplicativi che permettono di comprendere la natura di ogni ente. Aristotele ritiene che per conoscere veramente qualcosa non sia sufficiente osservarla esternamente, ma occorra comprendere i motivi della sua esistenza e del suo funzionamento. Le quattro cause sono quindi le risposte alle diverse domande che possiamo porci su un oggetto o su un fenomeno: esse ci spiegano cosa l’oggetto è, come è fatto, da chi o da cosa è stato generato, e a quale scopo esiste.

Le quattro cause aristoteliche sono: la causa materiale, la causa formale, la causa efficiente e la causa finale. Ciascuna di queste cause fornisce un diverso tipo di spiegazione, e insieme offrono una visione completa dell’oggetto in esame. Per Aristotele, la conoscenza delle cause è essenziale per comprendere la realtà naturale e le leggi che la governano. Questa dottrina si colloca all’interno del suo sistema filosofico come una delle chiavi di lettura fondamentali per analizzare sia i fenomeni naturali sia gli oggetti creati dall’uomo.

La dottrina delle cause ha avuto un’influenza duratura nella storia della filosofia e della scienza. Essa ha rappresentato per secoli uno schema di riferimento per la ricerca scientifica e la speculazione filosofica, venendo ripresa e reinterpretata dai filosofi medievali e moderni. Le quattro cause di Aristotele sono diventate una delle fondamenta della filosofia occidentale, aiutando a comprendere il mondo non solo in termini di ciò che appare, ma anche in termini di essenza e finalità.

Le quattro cause di Aristotele

Le quattro cause aristoteliche rappresentano un sistema esplicativo complesso e articolato, che permette di analizzare la realtà in modo profondo e completo. Ogni causa risponde a una domanda specifica e offre una prospettiva unica sull’oggetto esaminato. Di seguito, analizziamo ciascuna delle quattro cause.

Causa materiale

La causa materiale risponde alla domanda: “Di cosa è fatto l’oggetto?”. Essa si riferisce alla materia o alla sostanza fisica di cui una cosa è composta. Per esempio, nel caso di una statua, la causa materiale è il marmo o il bronzo, mentre per un tavolo è il legno. La materia è il substrato fisico che costituisce la base dell’oggetto, e senza di essa l’oggetto stesso non potrebbe esistere.

Aristotele considera la causa materiale come uno degli aspetti fondamentali della realtà, poiché ogni oggetto naturale o artificiale deve necessariamente avere una componente materiale. Tuttavia, la materia da sola non basta a spiegare l’essenza di un oggetto; essa rappresenta solo una parte della sua natura. La causa materiale è, quindi, il punto di partenza per la comprensione della realtà, ma deve essere integrata con le altre cause per offrire una spiegazione completa.

Causa formale

La causa formale risponde alla domanda: “Qual è la forma o l’essenza dell’oggetto?”. La forma è ciò che definisce la struttura e la configurazione specifica di un oggetto, rendendolo riconoscibile come quel determinato oggetto e non un altro. Nel caso della statua, la causa formale è la figura scolpita nel marmo, che rappresenta l’aspetto e le caratteristiche che identificano l’opera.

La causa formale è strettamente legata all’essenza dell’oggetto, cioè alla sua natura intrinseca. Per Aristotele, la forma è ciò che dà significato alla materia, trasformandola da una massa informe a un oggetto con una precisa identità. Senza la causa formale, la materia rimarrebbe in uno stato caotico e privo di senso. La forma rappresenta, quindi, l’elemento organizzatore che conferisce unità e struttura all’oggetto.

Causa efficiente

La causa efficiente risponde alla domanda: “Da chi o da cosa è stato fatto l’oggetto?”. Essa si riferisce al principio attivo o al motore che dà origine a un oggetto o a un fenomeno. Nel caso della statua, la causa efficiente è lo scultore, cioè colui che ha plasmato il marmo per creare l’opera. La causa efficiente è l’agente che produce il cambiamento o la trasformazione della materia in un oggetto con una forma specifica.

Aristotele attribuisce grande importanza alla causa efficiente, poiché essa rappresenta il processo attraverso il quale la materia viene trasformata in una realtà organizzata e riconoscibile. Tuttavia, la causa efficiente non esaurisce la spiegazione di un oggetto; essa rappresenta solo uno dei fattori che contribuiscono alla sua esistenza. La causa efficiente è essenziale per comprendere come gli oggetti vengano creati, ma non spiega da sola il motivo per cui essi esistono o quale sia la loro funzione.

Causa finale

La causa finale risponde alla domanda: “A quale scopo esiste l’oggetto?”. Essa si riferisce al fine o alla funzione che un oggetto o un essere deve realizzare. La causa finale è quindi l’obiettivo ultimo per cui qualcosa esiste. Nel caso della statua, la causa finale può essere la bellezza, l’ammirazione o la commemorazione di una persona o di un evento. Per Aristotele, ogni cosa ha un fine intrinseco, un motivo che giustifica la sua esistenza.

La causa finale è considerata da Aristotele la più importante delle quattro cause, poiché fornisce il significato ultimo di ogni cosa. La sua filosofia è teleologica, ossia orientata verso il fine, e vede la realtà come un insieme di enti che tendono naturalmente a realizzare uno scopo. La causa finale permette di comprendere non solo come e da chi una cosa è stata creata, ma soprattutto il perché esiste. Senza la causa finale, la spiegazione di un oggetto o di un fenomeno sarebbe incompleta, poiché mancherebbe la ragione profonda della sua esistenza.

Le quattro cause di Aristotele offrono una visione completa e articolata della realtà, permettendo di comprendere non solo la struttura degli oggetti, ma anche i principi che ne governano la genesi e la funzione. Ogni causa risponde a una domanda fondamentale, offrendo una prospettiva unica sull’essere. La causa materiale ci parla della composizione fisica dell’oggetto; la causa formale ne definisce l’essenza e la struttura; la causa efficiente ci spiega il processo di generazione; e la causa finale ci rivela lo scopo o il fine ultimo.

Questa dottrina delle quattro cause è una delle teorie più influenti di Aristotele, che ha plasmato il pensiero filosofico e scientifico per secoli. Attraverso questa classificazione, Aristotele non solo getta le basi per la filosofia della natura, ma ci offre uno strumento per comprendere il mondo in modo profondo e integrato. Le quattro cause rappresentano uno schema interpretativo universale, che ci invita a cercare il significato ultimo delle cose e a considerare la realtà non come un insieme di fenomeni casuali, ma come un sistema organizzato e orientato verso un fine.