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John Stuart Mill: pensiero, vita e opere

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

Con John Stuart Mill il pensiero empirista inglese prosegue il suo proficuo rapporto con il pensiero liberale (politica) e le dottrine liberiste (economia). Il risultato è una filosofia molto originale, dinamica, aperta e tollerante, fondata sulla discussione, il dibattito e il libero confronto tra le opinioni più disparate, affinché emerga la migliore, cioè quella capace di produrre la massima felicità per il maggior numero di persone.

In questa lezione troverai tutte le informazioni più importanti sulla vita, sul pensiero e sulle opere di questo grande filosofo dell’800.

La vita di John Stuart Mill

John Stuart Mill è nato a Londra nel 1806 ed è stato un filosofo ed economista, tra i più grandi esponenti del liberalismo. Il liberalismo era un pensiero politico nato tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700, nato in risposta alle monarchie assolute che in quel periodo spopolavano in tutta Europa.

Durante l’infanzia e l’adolescenza fu cresciuto dal padre, figura molto autoritaria, che lo crebbe con l’obiettivo di avvicinarlo all’utilitarismo, di cui effettivamente Mill diventerà un esponente. Secondo questa dottrina, ogni azione viene considerata come utile se consente di raggiungere un alto livello di felicità, intesa come assenza di dolore, per il più grande numero possibile di persone.

L’educazione del padre fu talmente rigida che, per un certo periodo, Mill soffrì anche di depressione, per poi riuscire a riprendersi dopo poco tempo. Cominciò a lavorare alla British East India Company, la Compagnia delle Indie Orientali, e sposò Harriet Taylor, con la quale avrà un matrimonio felice fino al 1858, anno in cui la moglie morì. Fu proprio grazie a lei che Mill svilupperà anche dei pensieri progressisti nei confronti delle donne.

Morì di erisipela, un’infezione che colpisce la pelle, nel 1873.

Il pensiero di John Stuart Mill: il liberalismo

Il pensiero di Mill si discosta leggermente dal liberalismo classico, soprattutto per quanto riguarda il mercato libero: per l’autore, le leggi di produzione sono leggi naturali e non possono essere modificate, mentre le leggi di distribuzione sono delle manifestazioni etico-politiche, che vengono determinate da ragioni sociali e di conseguenza possono essere modificate.

Proprio per questo, Mill sostiene che il protezionismo sia funzionale nella misura in cui aiuta un’industria poco sviluppata a raggiungere un livello di sviluppo maggiore. Il pensiero liberale di Mill lo ritroviamo nella sua opera Principi di economia politica, pubblicato nel 1848.

In questa opera Mill utilizza la metafora del mulino ad acqua: per poter funzionare, un mulino ad acqua ha bisogno di una forza naturale che lo azioni e questa forza è indipendente dall’uomo. Questa forza naturale, però, può essere incanalata per produrre energia e, quindi, trasformare questa forza naturale in ricchezza.

Saggio sulla libertà: il pensiero sulla libertà di Mill

Mill tiene molto al fatto che ogni uomo debba ricercare la propria felicità e che in questa ricerca ogni persona sia completamente libera. Questa libertà, però, ha un limite: la propria libertà d’azione non deve arrecare alcun danno agli altri, perché in tal caso questa libertà subirebbe una limitazione.

Proprio data l’importanza della libertà di ogni singolo individuo, lo stato deve proteggere la libertà dei suoi cittadini, cercando di difendere le libertà inalienabili di ogni persona, che secondo Mill erano:

  • la libertà di associazione, cioè la libertà d’aggregazione;
  • la libertà di inseguire la propria felicità come meglio si credeva;
  • la libertà di coscienza, pensiero ed espressione, perché la libertà di ognuno di esprimere la propria opinione deve essere salvaguardata. Questo perché se l’opinione è giusta ma non viene espressa, non si permette agli altri di conoscere la verità; se l’opinione, invece, è sbagliata, non si permette a chi ha quell’opinione di comprendere il proprio errore.

Le idee sulla democrazia di Mill

La democrazia è anche conosciuta come il governo del popolo, perché è il governo della maggioranza. Secondo John Stuart Mill, però, anche la maggioranza può assumere un fare da tiranno, perciò intende la democrazia come un governo nel quale anche le minoranze vengono tutelate e hanno la possibilità, nel tempo, di diventare anche delle maggioranze.

Mill veniva dal periodo del profondo assolutismo che aveva colpito l’Europa, perciò aveva delle idee molto ferrate su cosa fosse la democrazia e quale piega avrebbe dovuto prendere nel tempo. Mill aveva delle idee molto all’avanguardia per il periodo, perché sosteneva che ogni individuo dovesse possedere il pieno potere su se stesso e l’unico limite alla propria libertà è la libertà degli altri, che deve comunque essere salvaguardata.

Sulla servitù delle donne: le idee progressiste dell’autore

Come accennato prima, l’autore fu fortemente influenzato da sua moglie Harriet Taylor e nel 1869 scrisse un saggio intitolato La servitù delle donne, nel quale tratta proprio della disparità molto forte allora esistente tra uomo e donna.

In quel periodo, infatti, si sosteneva che questa disparità tra uomo e donna fosse un qualcosa di naturale, dato proprio dall’essere stesso della donna. In quest’opera, infatti, rivendica la parità di genere e il diritto al voto delle donne, nella convinzione che questo avrebbe migliorato gli uomini aiutandoli a smettere di sentirsi superiori solo per il proprio sesso.

Mappa mentale su John Stuart Mill

Nella mappa trovi sviluppate soprattutto le idee politiche ed etiche di John Stuart Mill, molto importanti per capire l’origine, la formazione e le caratteristiche principali delle democrazie occidentali contemporanee. Partendo da Mill, infatti, è possibile rintracciare alcuni dei principi di base che successivamente saranno sviluppati in Europa, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra quando i popoli, che fino a poco prima si sono massacrati vicendevolmente durante le due Guerre Mondiali, decidono finalmente di rinunciare allo strumento della guerra e di intraprendere la via del diritto, della diplomazia e della giustizia sociale al fine di assicurare la pacifica convivenza tra i Paesi del continente.

Dall’anno scolastico 2020/21 viene introdotto l’insegnamento dell’Educazione civica nella scuola secondaria di secondo grado italiana. Il pensiero di John Stuart Mill costituisce un’ottima anticamera per affrontare questo insegnamento e l’approccio ai 12 articoli fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana.

Puoi stampare la mappa e conservarla da qui:

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Oltre l’edonismo. Oltre l’egoismo

Mill rivede sensibilmente la concezione utilitaristica ereditata dal filosofo Bentham, provando ad andare oltre l’edonismo e l’egoismo di una visione limitata al benessere e all’integrità del singolo individuo per sfociare in una sorta di filosofia dell’altruismo. Il filosofo inglese capisce, infatti, che la felicità di ogni singola persona è indissolubilmente correlata a quella della società in cui vive, pertanto l’esercizio della libertà può condurre alla felicità se, allo stesso tempo, produce il miglioramento della società.

Il poeta della libertà

Nel 1644 il poeta inglese John Milton racconta in Parlamento del suo incontro con il vecchio Galileo a cui era stata negata la libertà, tema centrale tanto per Milton quanto per Mill, “per aver pensato in astronomia diversamente dai gerarchi francescani e domenicani”. Milton difende la libertà di stampa, presentandola come uno dei baluardi della democrazia e del liberalismo, anticipando di due secoli le teorizzazioni di Mill nel suo saggio Sulla libertà del 1859.

Frase celebre di John Stuart Mill

“La libertà dell’individuo va limitata esattamente nella misura in cui può diventare una minaccia a quella degli altri”.

(Sulla libertà, 1859)