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Il piccolo principe, riassunto del romanzo di Saint-Exupéry

L’avventura di un bambino venuto da lontano, la storia di un’amicizia e non solo: Il piccolo principe è il libro più tradotto al mondo dopo la Bibbia e, sebbene sia tra le storie più conosciute al mondo, raccoglie in sé temi tutt’altro che scontati e metafore eterne espresse attraverso uno stile unico

Silvia Pino

Silvia Pino

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Ho iniziato con le lingue straniere, ho continuato con la traduzione e poi con l’editoria. Sono stata catturata dalla critica del testo perché stregata dalle parole, dalla comunicazione per pura casualità. Leggo, indago e amo i giochi di parole. Poiché non era abbastanza ho iniziato a scrivere e non mi sono più fermata.

Il piccolo principe, titolo originale Le petit prince, libro dell’aviatore e scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry, fu pubblicato per la prima volta a New York nel 1943. Appena un anno dopo Saint-Exupéry partì in missione dalla Corsica ma non fece più ritorno a casa. L’autore, personalità dedita all’avventura e dalla grande sensibilità, ha tuttavia lasciato in eredità una delle storie più belle della letteratura mondiale.

Chi era Antoine de Saint-Exupéry

Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry nacque a Lione il 29 giugno 1900 e morì nel Mar Tirreno il 31 luglio 1944. L’aereo che pilotava durante una missione fu colpito da un caccia tedesco e precipitò in mare. Saint-Exupéry è infatti noto anche per essere un abile aviatore, una passione che lo travolse sin da quando aveva 12 anni e di cui si trovano tracce evidenti anche in alcuni passaggi del Piccolo principe. Come il protagonista del romanzo, lo scrittore nel 1935, in seguito a un incidente, si ritrovò nel deserto del Sahara, rischiando di morire di stenti: si salvò in extremis grazie ad alcuni indigeni che lo ritrovarono e portarono in salvo. Nella sua vita, oltre alla carriera da aviatore, portò avanti l’inclinazione alla scrittura, pubblicando racconti e romanzi, ma anche articoli giornalistici. La sua sensibilità artistica gli valse l’appellativo di “poeta-aviatore”.

Il piccolo principe, la trama

Il libro presenta diversi tratti autobiografici. Nella prefazione l’autore si sofferma su un ricordo molto triste, quando a 6 anni aveva dovuto rinunciare alla sua più grande passione, il disegno.

L’incontro del Pilota con il Piccolo principe avviene durante una disavventura, quando l’aviatore in seguito a un incidente si ritrova da solo nel deserto africano. La loro amicizia nasce a partire da una strana richiesta del bambino: «Mi disegni, per favore, una pecora?». Il bambino racconta di provenire da un minuscolo pianeta, l’asteroide B-612, dove le uniche presenze sono lui, tre vulcani e una piccola rosa molto vanitosa di cui si prende cura ma con cui ha litigato. Nel suo viaggio alla scoperta del mondo, il Piccolo principe aveva conosciuto diversi personaggi, ognuno con una particolarità.

Il primo era stato un re abituato a comandare seppur a capo di un regno senza sudditi. Nel secondo pianeta il bambino aveva incontrato un uomo vanitoso, che lo aveva accolto con la frase: «Ah, ecco la visita di un ammiratore», un atteggiamento che il Piccolo principe aveva trovato noioso, tanto da portarlo ad andare via. Sul pianeta dell’ubriacone aveva incontrato un uomo che sosteneva di bere per dimenticare la vergogna di bere e su un altro pianeta un uomo d’affari che contava le stelle nel cielo convinto di possederle. Poi ancora un uomo che accendeva un lampione ogni minuto, perché era a quella velocità che girava il suo pianeta e un geografo senza alcuna idea di come fosse fatto il suo pianeta. Era stato proprio quest’ultimo personaggio a consigliare al principe di visitare la Terra. Qui aveva incontrato dapprima un serpente (simbolo della morte), il cui morso poteva farlo ritornare a casa, poi un giardino di rose, rimanendo deluso perché la rosa di cui si prendeva cura sul suo pianeta aveva sempre sostenuto di essere unica in tutto l’universo. Ma l’incontro successivo, quello con la volpe, aveva cancellato ogni tristezza perché l’animale gli aveva chiesto di essere addomesticata e di diventare amici. Proseguendo il suo viaggio il Piccolo principe aveva incontrato un controllore e un venditore di pillole per la sete, da cui aveva avuto conferma dell’inutilità del tanto affaccendarsi degli uomini.

Quando il Piccolo principe ha finito il suo racconto, il Pilota non è ancora riuscito a riparare il suo aereo e la sete porta i due ad andare alla ricerca di un pozzo. Si tratta di una ricerca stancante e difficoltosa ma quando finalmente i due possono bere scoprono un’acqua dal sapore unico proprio perché tanto desiderata e sofferta.

Il Piccolo principe, a un anno dall’inizio del suo viaggio, è deciso a tornare sul suo pianeta. Il pilota lo accompagna dal serpente, che morde il bambino. Il corpo del piccolo il giorno dopo è scomparso: il pilota sa che è tornato a casa.

Il piccolo principe, personaggi e i simboli

  • Il piccolo principe è un bambino curioso ed entusiasta. Nonostante provenga da un piccolo pianeta lontano non appare disorientato o smarrito né impaurito. Arrossisce, com’è consueto fare quando si è bambini, ma non ha timore di scoprire il mondo perché sa di avere una casa, un posto in cui tornare. In effetti, decide di ricorrere al morso del serpente solo quando “ il desiderio della rosa è diventato troppo forte per potervi resistere ancora”. L’insegnamento che il piccolo trae dalla sua avventura è che il distacco è a volte necessario per rinsaldare il legame con la sua rosa, è infatti la lontananza che gli ha permesso di capire il valore del loro legame.
  • Il pilota nella prima parte del racconto esprime le sue riflessioni sull’età adulta e la fanciullezza. Comprende che la decisione di abbandonare la passione per il disegno è stata un fallimento, è stato come lasciarsi indietro la parte giocosa e creativa della sua personalità, pensando che tutto questo nel mondo adulto non possa avere utilità. Al contrario, l’incomunicabilità tra adulti e bambini (espressa attraverso la metafora del disegno del boa che mangia un elefante, interpretato come un cappello dai grandi) prova tristezza e frustrazione in questi ultimi.

Il pilota è un uomo avventuroso, che non si scoraggia davanti alle difficoltà e non demorde nella sua missione di cercare il bambino in ogni adulto che incontra.

  • La Volpe è forse l’incontro più prezioso fatto durante il viaggio. E’ l’unico essere vivente che gli permette di instaurare un rapporto. Chiede di essere addomesticata e insegna al bambino il valore delle relazioni umane: “Le amicizie possono essere tante ma sempre uniche”, gli spiega. Per la Volpe amicizia significa avere la possibilità di essere addomesticata, poter contare sull’altro ed esserci sempre per l’altro, e per il Piccolo principe amicizia significa prendersi cura della sua rosa e dedicarle il suo tempo. Sono legami che arricchiscono gli uni e gli altri. La Volpe e il Piccolo principe creano un rito: un appuntamento quotidiano che per ognuno di loro crea un’aspettativa, un momento atteso e felice. Grazie alla Volpe il Piccolo principe può fare chiarezza sul suo rapporto con la rosa: non ha senso restare delusi della presenza nell’universo di tante rose, ciò che è importante è il valore che quella rosa ha per lui.
  • Il re è un personaggio intimidatorio per il Piccolo principe. Crede di essere monarca assoluto dell’universo quando in realtà è l’unico abitante del suo pianeta, così, poiché non ha sudditi, ordina quello che sa che accadrà, così da vedere confermato il suo potere. Ma è un potere illusorio che pure non intacca la sua convinzione.
  • Il vanitoso crede che chi arriva sul suo pianeta sia lì solo per ammirarlo. Il Piccolo principe cerca di capire il vanitoso e si offre di ammirarlo ma non ne comprende il senso: “Ti ammiro”, gli dice, “ma tu che te ne fai?”. Il vanitoso si cura solo di se stesso e non ha considerazione del prossimo, è solo un’apparenza che probabilmente cela un grande vuoto interiore. Infatti il Piccolo principe trova il tutto noioso, e va via.
  • L’ubriacone rappresenta le debolezze umane e la gestione delle fragilità. L’uomo, infatti, beve per la vergogna di bere e quindi non riesce ad accettare una sua debolezza e quindi neanche a risolverla.
  • L’uomo d’affari è troppo impegnato a contare le stelle per dare importanza al bambino. E’ convinto che il fatto di contarle gli dia il diritto di possesso su di esse. Per il Piccolo principe è un meccanismo incomprensibile, infatti si chiede a cosa mai possa servire possedere le stelle. Una critica all’avarizia e alla smania di possesso degli uomini, che pur possedendo vivono nell’illusione di essere ricchi e invece possiedono il nulla. Conta la quantità o la qualità?
  • Il lampionaio è un uomo strano, che si ostina a fare un lavoro assegnatogli ma che non ha molto senso. Non accetta il consiglio del bambino per ovviare al problema e alla fatica: vorrebbe solo dormire. Nonostante la sua singolarità il Piccolo principe apprezza il fatto che il lampionaio pensi ad altri oltre che a se stesso.
  • Il geografo inizialmente colpisce il Piccolo principe che si dimostra molto curioso del suo lavoro. Da lui riceve un’informazione preziosa: i fiori sono effimeri. Così il Piccolo principe si rende conto di aver lasciato la sua rosa e se ne dispiace. Tuttavia resta deluso dal geografo perché non ha a disposizione esploratori e quindi in realtà non conosce affatto il suo pianeta.