La Coscienza di Zeno: riassunto del romanzo di Italo Svevo
Dal riassunto della trama ai nuclei tematici fino ai focus dell'opera: scopriamo insieme il lavoro dell'autore italiano
- Riassunto della trama
- I nuclei tematici
- Le dinamiche della narrazione
- I focus dell'opera
- Vita esteriore e vita interiore del personaggio
Riassunto della trama
Zeno Cosini, un maturo e ricco commerciante triestino, con il vizio del fumo dal quale non riesce ad affrancarsi, è stato convinto dal suo psicoanalista a scrivere un’autobiografia, nella convinzione che possa rappresentare per Zeno
una terapia, cioè che lo aiuti a guarire dal malsano vizio. Interrotta dal paziente la terapia, il medico Dottor S. per vendetta decide che ne pubblicherà le memorie.
I nuclei tematici
Zeno nel corso della narrazione autobiografica ripercorre sei significativi episodi della sua vita, collegati da una comune nevrosi, ossia l’incapacità di vivere. Inettitudine, questo è il nome della sua latente debolezza, che è la sua vera malattia. Un esempio tra gli altri, celeberrimo: Zeno rammenta come cominciò a fumare e come non sia mai riuscito ad accendere “l’ultima sigaretta”, anche perché quelle delle quali riferisce saranno sempre le penultime, come i fatti dimostrano.
Le dinamiche della narrazione
Il susseguirsi di pentimenti, buoni propositi, nobili motivazioni e inevitabili cedimenti, che si realizza rispetto al fumo si estende anche a vicende più importanti della sua esistenza: al complesso e magmatico rapporto col padre, non mutato, fino alla morte del genitore; basato su diffidenza e incomprensione; al rapporto matrimoniale con Augusta, messo in atto sotto la spinta del caso e poi rivelatosi felice; alla relazione fedifraga con la giovane Carla, voluta per sconfiggere la paura d’invecchiare e di cui non si assume alcuna responsabilità morale; al rapporto di amore e odio col cognato Guido, colpevole di aver sposato Ada, di cui Zeno era segretamente innamorato; all’associazione commerciale che ha costituito con lui. Nell’ultimo episodio la guerra sorprende Zeno ed egli ne rimane sconvolto. Ancora una volta la sorte lo aiuta e gli consente di arricchirsi con un fortunato commercio. Ciò lo fa sentire forte e sano e lo spinge ad abbandonare la cura psicoanalitica.
Chiude il romanzo l’apocalittica previsione di una catastrofe, prodotta dagli ordigni di guerra e che travolgerà la terra.
I focus dell’opera
Il fumo
In questo capitolo Zeno passa in rassegna tutti i tentativi (falliti) di smettere di fumare. L’ultima sigaretta si rivela non essere, ogni volta, davvero l’ultima.
La morte del padre
Si ripercorre il rapporto conflittuale di Zeno e suo padre, un rapporto fatto di incomprensioni e silenzi.
La storia del suo matrimonio
Zeno, desideroso di trovare moglie e di sistemarsi, si sposa con Augusta, l’unica delle quattro sorelle che accetta la sua proposta. Due lo rifiutano e l’altra è ancora una bambina.
La moglie e l’amante
Sono due le figure femminili che ruotano intorno a Zeno: la moglie Augusta, dolce e premurosa, e l’amante Carla con la quale condivide principalmente una relazione basata sul desiderio fisico.
Vita esteriore e vita interiore del personaggio
I due piani esistenziali di Zeno possono essere visti e interpretati in modo variegato e composito: da una parte c’è un primo sdoppiamento nel racconto tra ciò che è realmente Zeno e ciò che appare nel suo resoconto, poi uno sdoppiamento ulteriore tra realtà e apparenza (dal momento che è Zeno stesso il narratore, che censura, modifica i fatti per mettere in luce la sua figura e nascondere i suoi errori e i reali disdicevoli comportamenti); dall’altra c’è lo sdoppiamento, sempre collegato a quello precedente, tra interiorità di Zeno e rapporto con la società, con il mondo esterno nel quale egli riveste (diremmo interpreta) un ruolo civile: Zeno rende partecipi i lettori dei suoi pensieri, fantasie e idee, ma il lettore stesso è chiamato a rendersi conto che queste non corrispondono alla realtà: la società e il mondo sono diversi da quelli che Zeno immagina nella sua visione; egli edulcora rapporti e dinamiche che sono in realtà più complessi, duri e difficili. Si tratta di una caratteristica tipica della figura dell’inetto delineata da Svevo in questo romanzo come in “Una vita” e in “Senilità”: l’inetto non è capace di esistere e muoversi nella società contemporanea, ma ha un’esistenza parallela nei suoi pensieri e nelle sue fantasie, provocando uno sdoppiamento della realtà, tra l’idea che si è fatto in testa e ciò che è realmente. Si tratta di una crisi che, in realtà, accomuna l’uomo contemporaneo, i cambiamenti troppo rapidi, quasi schizofrenici della società di primo Novecento: gli sconvolgimenti della Guerra e il progresso hanno sconvolto l’uomo moderno che si trova alienato dalla realtà e non è più capace di affrontarla. Caratteristica comune a molti romanzieri dell’epoca come Pirandello, Joyce, Proust e altri, vocati all’eco scandaglio dell’individuo e alla rappresentazione del mondo interiore dei vari personaggi.