La madre di Ungaretti: contesto, analisi e significato
La poesia La madre di Giuseppe Ungaretti rappresenta una delle composizioni più intime e struggenti del poeta, in cui egli si confronta con il tema della morte, del perdono e del rapporto con la figura materna. Questa poesia riflette una profonda ricerca spirituale e affettiva, nella quale la madre assume il ruolo di guida e intermediaria tra il poeta e la dimensione divina. Nella delicatezza delle sue parole e nella profondità delle immagini evocate, Ungaretti esprime il desiderio di ricongiungersi alla madre, esplorando la speranza di un incontro oltre la vita e la redenzione dal senso di colpa che lo accompagna.
- La madre: il testo della poesia di Ungaretti
- La madre: contesto e significato
- La madre: analisi e figure retoriche
La madre: il testo della poesia di Ungaretti
E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.
La madre: contesto e significato
La madre fa parte della raccolta Il sentimento del tempo, pubblicata nel 1930, un periodo in cui Ungaretti esplora temi legati alla spiritualità e al senso del sacro. In questa raccolta, il poeta riflette intensamente sulla vita e sulla morte, sui ricordi e sul valore dei legami umani, e La madre si distingue come un tributo intimo e sentito alla figura materna. Il legame tra madre e figlio assume un carattere quasi sacrale, evocando l’idea di un ritrovamento e di una guida verso il divino.
Il significato della poesia si può ricondurre a una profonda riflessione sulla morte e sul rapporto tra madre e figlio. Ungaretti immagina l’incontro con la madre dopo la sua morte, un momento in cui la madre lo accoglie e lo conduce verso la redenzione, facendo da intermediaria tra lui e il perdono divino. In questo senso, la poesia rappresenta un anelito di riconciliazione con se stesso e con la sua spiritualità, in un contesto che mescola l’affetto personale e la dimensione sacra. L’autore, che si pone come un figlio penitente, spera che la madre lo accolga e lo conduca verso una nuova pace interiore, un tema che evidenzia il valore catartico e consolatorio della figura materna.
Il messaggio della poesia può essere interpretato come una richiesta di perdono e assoluzione per il poeta. Ungaretti, tramite le parole della madre e la sua presenza rassicurante, esprime la volontà di riconciliarsi con il proprio passato, sperando di raggiungere la pace eterna al suo fianco. Il richiamo alla madre non è solo affettivo ma anche simbolico, rappresentando una figura materna che si erge come mediatore spirituale in grado di guidare il figlio verso il divino.
La madre: analisi e figure retoriche
Dal punto di vista formale, la poesia si caratterizza per la scansione ritmica delicata e profonda, in cui ogni verso assume un tono di intima solennità. La struttura metrica, libera e fluida, si adegua perfettamente al tema trattato, conferendo alla poesia un ritmo meditativo e riflessivo. L’andamento è quello di una preghiera laica, un dialogo immaginario in cui il poeta parla alla madre come se fosse di fronte a lei.
Tra le principali figure retoriche, è possibile individuare:
- Metafora: il “muro d’ombra” rappresenta la barriera della morte, il passaggio che separa il mondo terreno da quello ultraterreno. Ungaretti usa questa metafora per descrivere il momento in cui, con l’ultimo battito di cuore, egli si prepara a varcare questo confine.
- Similitudine: quando si dice “come una volta mi darai la mano”, si richiama l’immagine della madre che, come durante l’infanzia, guida il figlio, trasmettendo un senso di protezione e continuità.
- Allitterazione: in “E il cuore quando d’un ultimo battito”, l’allitterazione della “t” e della “d” crea un suono che richiama un battito interrotto, quasi a dare un ritmo che si arresta, evocando la fine della vita.
- Antitesi: nel contrasto tra la figura della madre decisa e ferma come una “statua” e l’immagine delle sue “vecchie braccia” tremanti, si mette in evidenza la fragilità umana di fronte alla dimensione dell’eterno.
- Anafora: la ripetizione del pronome “come” in due momenti distinti della poesia (“come una volta mi darai la mano” e “come quando spirasti”) serve a creare un parallelo tra il ricordo della vita terrena e il momento della morte, accentuando il legame eterno e inalterato tra madre e figlio.
- Paratassi: lo stile paratattico di Ungaretti, con frasi brevi e semplici, esprime un senso di sobrietà e immediatezza, contribuendo a rendere la poesia intima e accessibile, priva di eccessi retorici ma intensa nei sentimenti.
La figura materna assume un valore quasi iconico, un’immagine di purezza e sacralità che guida il poeta verso una nuova dimensione di consapevolezza e accettazione della propria esistenza. Il tono è grave e solenne, con la madre che diventa una sorta di “statua davanti all’eterno”, una figura imperturbabile che rappresenta la quiete e la speranza di una vita oltre la morte.