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I fiumi di Ungaretti: testo, analisi e spiegazione

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

La poesia I fiumi di Giuseppe Ungaretti è uno dei testi più significativi della produzione del poeta, in cui egli riflette sul tema dell’identità e della memoria attraverso il simbolo dei fiumi. Ogni fiume rappresenta un aspetto diverso della vita del poeta, creando un legame profondo tra l’esperienza personale e quella universale. Nella semplicità delle sue parole e nella forza delle immagini, Ungaretti dà vita a una poesia che esplora il legame tra l’uomo e la natura, il tempo e il ricordo, in una dimensione intima e meditativa.

I fiumi: il testo della poesia di Ungaretti

Cotici, il 16 agosto 1916

Mi tengo a quest’albero mutilato
Abbandonato in questa dolina
Che ha il languore
Di un circo
Prima o dopo lo spettacolo
E guardo
Il passaggio quieto
Delle nuvole sulla luna

Stamani mi sono disteso
In un’urna d’acqua
E come una reliquia
Ho riposato

L’Isonzo scorrendo
Mi levigava
Come un suo sasso
Ho tirato su
Le mie quattro ossa
E me ne sono andato
Come un acrobata
Sull’acqua

Mi sono accoccolato
Vicino ai miei panni
Sudici di guerra
E come un beduino
Mi sono chinato a ricevere
Il sole

Questo è l’Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universo

Il mio supplizio
È quando
Non mi credo
In armonia

Ma quelle occulte
Mani
Che m’intridono
Mi regalano
La rara
Felicità

Ho ripassato
Le epoche
Della mia vita

Questi sono
I miei fiumi

Questo è il Serchio
Al quale hanno attinto
Duemil’anni forse
Di gente mia campagnola
E mio padre e mia madre.

Questo è il Nilo
Che mi ha visto
Nascere e crescere
E ardere d’inconsapevolezza
Nelle distese pianure

Questa è la Senna
E in quel suo torbido
Mi sono rimescolato
E mi sono conosciuto

Questi sono i miei fiumi
Contati nell’Isonzo

Questa è la mia nostalgia
Che in ognuno
Mi traspare
Ora ch’è notte
Che la mia vita mi pare
Una corolla
Di tenebre

I fiumi: contesto e significato

I fiumi è stata scritta nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale, mentre Ungaretti si trovava al fronte, a Cotici. La poesia fa parte della raccolta L’allegria, una delle prime raccolte di Ungaretti, in cui il poeta esplora temi come la guerra, la fragilità umana, e la ricerca di sé stesso. In questo periodo, l’autore si trovava immerso nella tragedia del conflitto, e attraverso la poesia cercava un modo per riconnettersi con le proprie radici e trovare un senso di appartenenza.

Nel testo, i fiumi rappresentano i diversi luoghi e periodi della vita di Ungaretti: il Serchio simboleggia le sue origini toscane e i suoi legami familiari; il Nilo richiama l’infanzia e la giovinezza vissute ad Alessandria d’Egitto; la Senna rappresenta il periodo della maturità e della scoperta di sé a Parigi; e infine, l’Isonzo simboleggia il presente, il luogo in cui egli si trova durante la guerra e dove riesce a “riconoscersi”. Ogni fiume è un frammento della sua identità, un aspetto della sua vita che lo definisce e lo accompagna.

Il significato della poesia è profondamente legato al tema della nostalgia e della ricerca del sé. Ungaretti, attraverso il simbolo dei fiumi, riflette su come ogni esperienza della vita lasci un segno indelebile nella nostra identità, e come l’uomo, anche nelle situazioni più difficili, si ritrovi a cercare un legame con le proprie radici. In un contesto di guerra, dove tutto appare precario e incerto, il poeta trova nei ricordi e nei fiumi un ancoraggio, un modo per riconnettersi a qualcosa di più grande e duraturo.

La poesia rappresenta anche un atto di riconciliazione con la propria esistenza: nell’Isonzo, Ungaretti si percepisce come “una docile fibra dell’universo”, riscoprendo una sorta di armonia cosmica. È una scoperta che porta un senso di pace e di accettazione della propria fragilità umana.

I fiumi: analisi e figure retoriche

Dal punto di vista formale, I fiumi si distingue per la sua struttura libera e frammentata, con versi brevi e una metrica irregolare che conferisce al testo un ritmo meditativo e sospeso. La poesia è composta da una serie di immagini che si susseguono come frammenti di memoria, evocando i vari momenti della vita del poeta attraverso la potenza simbolica dei fiumi.

Tra le principali figure retoriche presenti nel testo, troviamo:

  • Metafora: i fiumi rappresentano simbolicamente le diverse tappe della vita di Ungaretti, ognuno dei quali conserva un pezzo della sua identità. Questa metafora centrale attraversa tutto il testo, conferendo un senso di unità e continuità.
  • Similitudine: Ungaretti si paragona a una “reliquia”, evocando un’immagine di sacralità e di conservazione della propria identità. La similitudine sottolinea il desiderio del poeta di mantenere un legame con le sue radici, pur trovandosi in un contesto estraneo e ostile.
  • Personificazione: l’Isonzo “levigava” il poeta come un suo sasso, attribuendo al fiume un ruolo quasi attivo e rigenerativo, come se quest’ultimo fosse in grado di modellare e purificare l’animo del poeta.
  • Allitterazione: il suono ripetuto della consonante “s” in “sudici di guerra” e “scorrendo mi levigava” produce un effetto di scorrimento, richiamando il movimento fluido e costante dell’acqua e il processo di purificazione dell’anima.
  • Enjambement: la presenza di frequenti enjambement crea un flusso continuo di pensieri e immagini, riflettendo il moto incessante dei fiumi e il vagare della mente del poeta tra ricordi e riflessioni.
  • Ripetizione: il termine “fiumi” viene ripetuto più volte, enfatizzando la centralità di questo simbolo e richiamando l’idea di ciclicità e di persistenza delle esperienze nel tempo.

I fiumi esplora anche la relazione tra natura e identità: il poeta si sente parte dell’universo, come “una docile fibra”, un’espressione che rivela un senso di fusione con l’ambiente naturale e di accettazione del proprio posto nel mondo. In questo senso, l’immagine dei fiumi diventa emblematica del tempo che scorre e della trasformazione continua a cui l’uomo è soggetto.

Ungaretti utilizza inoltre un linguaggio fortemente evocativo, in cui i fiumi non sono semplici corsi d’acqua, ma metafore vive delle esperienze che definiscono e accompagnano l’individuo. L’albero “mutilato”, il “circo prima o dopo lo spettacolo” e la “corolla di tenebre” sono tutte immagini che richiamano la precarietà della condizione umana e il desiderio di trovare un senso di permanenza e di equilibrio.

I fiumi di Ungaretti è una poesia che riflette sulla natura transitoria della vita e sulla capacità della memoria di dare continuità e significato all’esistenza. Attraverso il simbolo dei fiumi, il poeta costruisce un dialogo con sé stesso e con il mondo, cercando un’armonia tra passato e presente, tra fragilità e appartenenza, e trovando, anche in un contesto di guerra, un senso di pace interiore.