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In dormiveglia di Ungaretti: testo, analisi e spiegazione

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

In dormiveglia è una poesia di Giuseppe Ungaretti che esplora la tensione e l’angoscia provate durante la Prima Guerra Mondiale. In questo componimento, il poeta descrive una notte tormentata, segnata dalla presenza della guerra che pervade l’ambiente e il suo stato d’animo. La poesia rappresenta uno stato di semi-coscienza, una condizione sospesa tra la veglia e il sonno, in cui realtà e immaginazione si fondono in un’atmosfera opprimente e irreale. Con un linguaggio essenziale ma fortemente evocativo, Ungaretti cattura l’esperienza della guerra, rendendo palpabile l’inquietudine del momento.

In dormiveglia: il testo della poesia di Ungaretti

Assisto la notte violentata

L’aria è crivellata
come una trina
dalle schioppettate
degli uomini
ritratti
nelle trincee
come le lumache nel loro guscio

Mi pare
che un affannato
nugolo di scalpellini
batta il lastricato
di pietra di lava
delle mie strade
ed io l’ascolti
non vedendo
in dormiveglia

In questi versi, Ungaretti evoca l’immagine di una notte straziata dalla guerra, una notte in cui i rumori delle trincee e la sensazione di precarietà trasformano il paesaggio in un luogo alieno e minaccioso.

In dormiveglia: contesto e significato

La poesia In dormiveglia fu scritta nel 1917, in uno dei periodi più difficili del conflitto, e pubblicata nel 1931 all’interno della raccolta L’Allegria. Questa raccolta rappresenta uno dei momenti fondamentali della poetica di Ungaretti, in cui l’autore sperimenta il linguaggio ermetico e ridotto all’essenziale, attraverso il quale riesce a comunicare il dramma esistenziale e la desolazione provocati dalla guerra. In dormiveglia riflette il senso di alienazione e di sofferenza che il poeta prova durante il periodo trascorso nelle trincee, un’esperienza che segnerà profondamente tutta la sua opera.

Il significato della poesia è strettamente legato alla condizione di sospensione e di angoscia che Ungaretti vive in guerra. La notte, solitamente simbolo di riposo, è qui “violentata,” stravolta dalla presenza dei rumori di spari e dal pericolo costante. Il poeta si sente intrappolato in una situazione di limbo, tra il sonno e la veglia, una condizione in cui non riesce a trovare pace né riparo. Le immagini che descrivono gli uomini nelle trincee “come le lumache nel loro guscio” comunicano una sensazione di fragilità e protezione illusoria: proprio come le lumache, anche i soldati sono vulnerabili, esposti a ogni momento all’attacco.

La metafora dei “scalpellini” che battono la strada in un lavorio incessante rappresenta la sensazione di opprimente rumore e caos che il poeta percepisce intorno a sé. È come se la guerra stessa fosse un lavoro incessante, un battere continuo che segna il ritmo della sua esistenza, interrompendo ogni possibilità di tranquillità. Il poeta si sente spettatore impotente di questa violenza, prigioniero di una realtà in cui l’unico rifugio è uno stato di dormiveglia, un sonno interrotto dalla consapevolezza della guerra. La poesia diventa così una riflessione sull’impotenza dell’uomo di fronte alla distruzione e alla violenza, e un tentativo di esprimere l’inquietudine che deriva dall’essere costantemente sospesi tra la vita e la morte.

In dormiveglia: analisi e figure retoriche

Dal punto di vista tecnico, In dormiveglia è un esempio emblematico della poetica ermetica di Ungaretti. Il linguaggio è ridotto all’essenziale e le parole sono scelte con estrema cura per suscitare immagini precise e suggestive. I versi sono brevi, frammentati, senza rime o schemi metrici tradizionali, e questo conferisce al componimento una sensazione di discontinuità, che riflette lo stato mentale del poeta, intrappolato in una condizione di semicoscienza e di angoscia.

La poesia si apre con l’immagine della “notte violentata,” un’immagine che associa la guerra alla profanazione di un momento normalmente associato al riposo. Questa personificazione della notte trasmette un senso di violenza e di invasione, suggerendo che la guerra ha devastato anche gli elementi più naturali della vita, come il tempo del riposo. La metafora della notte violata diventa il simbolo dell’innocenza perduta, un richiamo alla condizione di oppressione e di costante minaccia in cui il poeta è immerso.

Un’altra immagine di grande impatto è quella dell’aria “crivellata come una trina,” colpita dai colpi delle armi, che lascia intuire una scena in cui la guerra trasforma l’ambiente in una rete di pericolo e di tensione. La similitudine della trina, un merletto fragile, contrasta con la brutalità della guerra, creando una contrapposizione tra la delicatezza della trina e la violenza delle schioppettate. Quest’immagine contribuisce a rafforzare il senso di precarietà e di vulnerabilità, poiché anche l’aria sembra essere infranta, resa instabile dalla presenza della guerra.

L’immagine degli “uomini ritratti nelle trincee come le lumache nel loro guscio” è un’altra similitudine che rafforza il senso di precarietà e di rifugio illusorio. La figura delle lumache, che si ritraggono nei loro gusci per proteggersi, sottolinea la vulnerabilità dei soldati, che pur trovandosi in una trincea, non sono mai al sicuro dal pericolo. Questa similitudine evidenzia la condizione dei soldati come esseri fragili, protetti solo da una sottile barriera che non può offrire una vera sicurezza.

La sensazione di rumore incessante è resa attraverso la metafora del “nugolo di scalpellini,” che battono in continuazione il “lastricato di pietra di lava.” Quest’immagine evoca un senso di oppressione e di lavorio incessante, come se la guerra fosse un martellamento continuo che invade anche il subconscio del poeta. Il riferimento alle “pietre di lava” rimanda a un’immagine di distruzione e di fuoco, quasi che il campo di battaglia si trasformasse in un paesaggio infernale.

Infine, l’uso del verbo “assisto” indica un distacco emotivo, come se il poeta si trovasse in una condizione di spettatore, incapace di intervenire o di cambiare la situazione. Questo distacco riflette l’impotenza di fronte alla guerra e la consapevolezza dell’ineluttabilità del conflitto. L’intero componimento si svolge in uno stato di dormiveglia, una condizione che simboleggia l’incapacità del poeta di trovare pace e riposo, come se la guerra stessa avesse invaso i suoi pensieri e la sua coscienza.

In conclusione, In dormiveglia è una poesia che riesce a comunicare l’angoscia e il disorientamento vissuti durante la guerra. Con un linguaggio scarno e immagini potenti, Ungaretti riesce a esprimere il senso di impotenza e di sospensione che caratterizza l’esistenza dei soldati. Il componimento rappresenta un momento di introspezione e di riflessione, in cui il poeta si trova a fare i conti con la violenza della guerra e con la propria fragilità, in un equilibrio precario tra la vita e la morte, tra la veglia e il sonno.