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Liolà: analisi, trama e spiegazione dell'opera di Pirandello

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

“Liolà” è una commedia in tre atti scritta da Luigi Pirandello nel 1916, durante un periodo particolarmente difficile della sua vita personale. Nonostante le circostanze, l’opera si distingue per il suo tono giocoso e vivace, tanto che lo stesso Pirandello affermò: “È così gioconda che non pare opera mia”. Ambientata nella campagna siciliana, la commedia esplora temi come la libertà individuale, le convenzioni sociali e il rapporto tra natura e cultura, attraverso personaggi vivaci e situazioni intrise di umorismo e profondità.

Liolà: trama e riassunto

La vicenda si svolge nelle campagne agrigentine, in un’atmosfera rurale e solare. Il protagonista, Neli Schillaci, soprannominato Liolà, è un giovane contadino spensierato, amante della vita e della libertà. Liolà è noto per il suo carattere allegro e per le sue numerose avventure amorose, dalle quali sono nati tre figli, affidati alle cure della madre di Liolà, zia Ninfa.

Zio Simone Palumbo, un anziano e ricco proprietario terriero, è ossessionato dal desiderio di avere un erede maschio a cui lasciare le sue proprietà. Sposato in seconde nozze con la giovane Mita, dopo quattro anni di matrimonio non è ancora riuscito a realizzare il suo sogno, e attribuisce la colpa alla presunta sterilità della moglie, trattandola con disprezzo.

Tuzza, figlia di zia Croce e cugina di Mita, è una giovane astuta e ambiziosa. Per vendicarsi di Mita, con la quale Liolà aveva avuto una relazione prima del matrimonio, Tuzza si lascia sedurre da Liolà e rimane incinta. Quando Liolà, sentendosi responsabile, le propone di sposarla, Tuzza rifiuta, poiché non desidera un marito che considera un “uomo di tutte”.

Tuzza, con la complicità della madre, decide di sfruttare la gravidanza per ingannare zio Simone, facendogli credere che il bambino sia suo, in modo da assicurarsi l’eredità. Zio Simone, desideroso di avere un erede, accetta la paternità del nascituro, pianificando di lasciare a lui tutte le sue proprietà.

Nel frattempo, Mita, umiliata e maltrattata dal marito, si rifugia presso zia Gesa, vicina di casa di Liolà. Liolà, offeso dal rifiuto di Tuzza e solidale con Mita, le propone di concepire insieme un figlio, in modo da dare a zio Simone l’erede tanto desiderato e riscattare la dignità di Mita. Dopo un iniziale rifiuto, Mita accetta la proposta di Liolà.

Un mese dopo, durante la vendemmia, zio Simone annuncia con orgoglio che Mita gli ha finalmente dato un figlio legittimo, oltre al bambino di Tuzza, che considera suo erede. In realtà, nessuno dei due bambini è figlio di zio Simone. Quando zio Simone suggerisce a Liolà di sposare Tuzza per legittimare la situazione, Liolà rifiuta, preferendo mantenere la sua libertà e affidando anche questo ennesimo figlio alle cure della madre. Tuzza, furiosa per il rifiuto e per la piega degli eventi, tenta di ferire Liolà con un coltello, ma riesce solo a procurargli una lieve ferita. Nonostante l’aggressione, Liolà chiede a Tuzza di lasciargli il bambino, continuando la sua vita spensierata e libera.

Liolà: analisi e spiegazione

“Liolà” è un’opera che, pur presentandosi con un tono leggero e giocoso, esplora temi profondi e attuali legati alla natura umana, alle convenzioni sociali e al contrasto tra libertà individuale e norme collettive. Luigi Pirandello utilizza la figura del protagonista per incarnare l’uomo libero e spensierato, in armonia con la natura e immune dalle imposizioni della società. Liolà è un personaggio che vive nel presente, seguendo i propri desideri e istinti senza sensi di colpa o rimorsi. La sua capacità di vivere con naturalezza e leggerezza lo rende affascinante e invidiabile, ma allo stesso tempo solleva interrogativi sulla sua responsabilità morale. Il protagonista agisce con una spontaneità che contrasta profondamente con il mondo circostante, intrappolato nelle regole e nelle convenzioni di una società patriarcale e rigida.

Il personaggio di zio Simone è l’emblema di questa società: ossessionato dall’idea di avere un erede maschio, rappresenta un sistema in cui il valore della persona si misura attraverso la continuità familiare e la ricchezza materiale. Il suo desiderio di paternità non è dettato da amore o affetto, ma dalla necessità di garantire la propria eredità. La sua sterilità fisica si contrappone alla fecondità naturale di Liolà, il quale, pur vivendo senza legami stabili, riesce ad assicurarsi una discendenza abbondante. Questa opposizione tra i due personaggi sottolinea il contrasto tra natura e cultura, tra la spontaneità dell’esistenza umana e le costruzioni artificiali della società.

Allo stesso tempo, Pirandello offre una critica pungente alle convenzioni matrimoniali e alla figura della paternità. Il matrimonio di zio Simone con Mita è privo di amore e di armonia, ridotto a un rapporto di potere e oppressione. Il desiderio ossessivo di zio Simone di avere un figlio lo spinge a un comportamento umiliante nei confronti della moglie, considerata sterile e inutile. Liolà, invece, rappresenta un’alternativa completamente opposta: egli è libero dai vincoli matrimoniali, ma al tempo stesso responsabile della propria fecondità, anche se questa responsabilità è vissuta con leggerezza e senza implicazioni morali. Questa contrapposizione evidenzia l’ipocrisia delle istituzioni tradizionali, che spesso celano dinamiche di violenza e sopraffazione sotto il velo della rispettabilità sociale.

La figura femminile, in “Liolà”, riveste un ruolo altrettanto centrale e complesso. Mita e Tuzza incarnano due diverse risposte alle imposizioni della società: Mita è vittima silenziosa di un matrimonio infelice, mentre Tuzza, pur agendo con astuzia e determinazione, cerca di manipolare le circostanze per ottenere un vantaggio personale. Entrambe sono figure oppresse dalle dinamiche patriarcali, ma reagiscono in modi opposti alla loro condizione. In questo contesto, Liolà si pone come un elemento di rottura, capace di ribaltare i rapporti di potere attraverso la sua naturalezza e la sua capacità di agire al di fuori delle convenzioni.

Pirandello, attraverso “Liolà”, sembra suggerire che la vita, nella sua forma più autentica, appartiene a chi è in grado di viverla senza condizionamenti e senza maschere. Tuttavia, questa visione non è priva di ambiguità: la leggerezza del protagonista, infatti, si scontra con le implicazioni morali delle sue azioni, sollevando domande sulla possibilità di una vera libertà individuale in una società regolata da norme e aspettative.