Salta al contenuto

Salvatore Quasimodo: vita e poetica dell'autore

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Salvatore Quasimodo è stato uno dei più importanti poeti italiani del Novecento e una figura centrale della corrente letteraria dell’ermetismo. Le sue poesie, inizialmente caratterizzate da una forte introspezione e da uno stile ermetico, evolvono nel tempo per abbracciare tematiche più universali, come l’ingiustizia, la guerra e il dolore collettivo. Nel 1959, Quasimodo fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura per il suo contributo alla poesia italiana e mondiale.

La vita di Salvatore Quasimodo

Salvatore Quasimodo nacque il 20 agosto 1901 a Modica, in Sicilia. Figlio di un capostazione, trascorse la sua infanzia e adolescenza tra diversi paesi siciliani, spostandosi spesso a causa del lavoro del padre. Quasimodo crebbe in un ambiente semplice, ma la Sicilia, con il suo paesaggio aspro e la sua storia, ebbe un profondo impatto sulla sua sensibilità poetica. Questo legame con la sua terra natale, la Sicilia, è un tema ricorrente nelle sue prime poesie, dove il paesaggio siciliano diventa una metafora per esprimere sentimenti di solitudine e introspezione.

Nel 1919, Quasimodo si trasferì a Roma, dove studiò ingegneria, ma ben presto abbandonò questo percorso per dedicarsi completamente alla letteratura. Durante questi anni difficili, Quasimodo lavorò come impiegato e tecnico per mantenersi, mentre continuava a scrivere poesie e ad approfondire i suoi studi classici.

Nel 1930, conobbe il poeta Eugenio Montale e il critico letterario Giacomo Debenedetti, che lo incoraggiarono a proseguire la sua carriera letteraria. Fu proprio in questo periodo che Quasimodo iniziò a far parte del movimento ermetico, una corrente poetica che enfatizzava l’uso di un linguaggio enigmatico e simbolico per esprimere emozioni profonde e complesse. Le sue prime raccolte poetiche, come Acque e terre (1930) e Oboe sommerso (1932), lo inserirono tra i più significativi poeti dell’ermetismo.

Durante la Seconda guerra mondiale, Quasimodo si allontanò progressivamente dall’ermetismo per abbracciare una poesia più impegnata socialmente e politicamente. Il conflitto e le sue tragiche conseguenze influenzarono profondamente il suo pensiero e la sua poetica. Le sue opere postbelliche riflettono una maggiore attenzione ai temi della giustizia e della solidarietà umana.

Nel 1959, Quasimodo ricevette il Premio Nobel per la Letteratura, riconoscimento che coronò la sua lunga carriera. Morì il 14 giugno 1968 a Napoli, lasciando un’importante eredità letteraria.

Le poesie e lo stile poetico di Salvatore Quasimodo

Lo stile poetico di Salvatore Quasimodo attraversò diverse fasi nel corso della sua carriera. Inizialmente legato al movimento ermetico, la sua poesia si caratterizzava per l’uso di un linguaggio estremamente sintetico e allusivo, che cercava di cogliere l’essenza delle emozioni più profonde. La parola ermetica, come il termine suggerisce, tendeva a chiudersi in se stessa, invitando il lettore a una lettura attenta e riflessiva per scoprire i significati nascosti dietro le immagini simboliche.

La poesia ermetica di Quasimodo è, quindi, un tentativo di esprimere l’interiorità e i sentimenti dell’uomo attraverso immagini essenziali e potenti. Le prime opere di Quasimodo, come Acque e terre, sono impregnate di un senso di solitudine esistenziale e di malinconia, e il paesaggio siciliano diventa spesso il simbolo di questo isolamento interiore.

Tuttavia, con l’avvento della Seconda guerra mondiale e con la maturità personale e artistica, lo stile di Quasimodo subì un’importante evoluzione. La guerra, la tragedia umana e la distruzione lasciarono una traccia profonda nella sua poesia, portandolo a esplorare temi di maggiore respiro sociale e politico. A partire dagli anni ’40, la sua poesia divenne più immediata e impegnata, pur mantenendo una forte componente emotiva.

In questa fase, Quasimodo si concentra sul dolore collettivo e sulla sofferenza causata dal conflitto, e le sue poesie esprimono una profonda riflessione sulla condizione umana e sulla necessità di giustizia e pace. Il poeta abbandona gradualmente la struttura chiusa dell’ermetismo per aprirsi a una poesia più accessibile, pur senza rinunciare alla sua intensità espressiva.

Le opere più importanti di Salvatore Quasimodo

La produzione letteraria di Salvatore Quasimodo è vasta e comprende alcune delle opere più significative della poesia italiana del XX secolo. Le sue raccolte poetiche sono un viaggio attraverso il tempo, dall’introspezione personale dei primi anni all’impegno sociale degli anni successivi.

Tra le sue opere più importanti possiamo citare:

  • Giorno dopo giorno (1947), una delle raccolte più rappresentative del periodo postbellico, in cui Quasimodo affronta il tema della guerra e della sofferenza umana. Le poesie di questa raccolta segnano una svolta nella sua poetica, caratterizzata da una maggiore apertura al mondo esterno e all’impegno civile.
  • La terra impareggiabile (1958), una raccolta che esprime la piena maturità artistica di Quasimodo, in cui l’autore riesce a fondere la sua visione individuale e soggettiva con temi universali come la natura, il dolore e la ricerca di una pace interiore. In questa raccolta, il poeta riflette anche sulla condizione dell’uomo moderno e sul suo rapporto con il mondo circostante.
  • Ed è subito sera (1942), forse il suo componimento più famoso, dove in pochi versi riesce a sintetizzare il senso tragico della vita. Il verso "Ognuno sta solo sul cuor della terra / trafitto da un raggio di sole: / ed è subito sera" è diventato un simbolo della poesia ermetica di Quasimodo e della sua capacità di esprimere con semplicità concetti profondi.

Acque e terre

Acque e terre, pubblicato nel 1930, è la prima raccolta poetica di Salvatore Quasimodo e segna l’ingresso dell’autore nel panorama letterario italiano. Quest’opera è profondamente legata alla Sicilia, terra d’origine del poeta, che diventa un simbolo della sua condizione esistenziale. Le acque e le terre rappresentano la dimensione fisica e spirituale del mondo interiore di Quasimodo, che si confronta con il paesaggio naturale per esplorare i suoi sentimenti di isolamento e nostalgia.

Le poesie di Acque e terre si caratterizzano per un linguaggio ermetico, in cui il poeta cerca di cogliere l’essenza delle emozioni attraverso immagini potenti ma essenziali. Questa raccolta inaugura il percorso poetico di Quasimodo e pone le basi per lo sviluppo della sua voce unica.

Oboe sommerso

Oboe sommerso, pubblicato nel 1932, è un’altra raccolta ermetica di Quasimodo. Il titolo stesso è fortemente simbolico, suggerendo un suono delicato e sommesso, come quello dell’oboe, che emerge dal profondo delle emozioni umane. In questa raccolta, il poeta esplora ulteriormente il tema della solitudine e dell’incomunicabilità, utilizzando il linguaggio ermetico per esprimere il senso di smarrimento e di ricerca di senso.

Le poesie di Oboe sommerso sono caratterizzate da un linguaggio criptico e suggestivo, che invita il lettore a una lettura attenta e riflessiva. Il suono sommerso dell’oboe diventa una metafora per la voce interiore del poeta, che cerca di emergere dalle profondità dell’anima.

Dare e avere

Dare e avere, pubblicato nel 1966, è una delle ultime raccolte poetiche di Salvatore Quasimodo e rappresenta una sintesi della sua evoluzione poetica. In questa raccolta, il poeta riflette sul bilancio della sua vita e della sua carriera, confrontandosi con il passato e il presente. Il titolo stesso, Dare e avere, suggerisce un’analisi delle esperienze vissute, dei successi e dei fallimenti, ma anche delle responsabilità e dei debiti verso la vita e l’arte.

Le poesie di Dare e avere sono meno ermetiche rispetto alle prime opere di Quasimodo, ma mantengono una profondità emotiva e una riflessione sull’esistenza. Il poeta, ormai maturo, guarda indietro al suo percorso e cerca di fare i conti con ciò che ha dato e ricevuto, tanto nella vita personale quanto nella sua attività letteraria.