Una storia semplice: trama, riassunto e analisi
“Una storia semplice” è un romanzo breve di Leonardo Sciascia, pubblicato nel 1989, poco prima della morte dell’autore. Ambientato in Sicilia, il racconto affronta temi cari a Sciascia, quali la corruzione, l’omertà e l’inefficienza delle istituzioni di fronte alla criminalità organizzata. Nonostante il titolo suggerisca una vicenda lineare, la trama si rivela intricata, mettendo in luce le complessità della società siciliana e le difficoltà nel perseguire la giustizia.
- Una storia semplice: trama e riassunto degli eventi
- I personaggi principali di Una storia semplice
- Una storia semplice: analisi dell'opera
Una storia semplice: trama e riassunto degli eventi
La vicenda ha inizio la sera del 18 marzo, vigilia della festa di San Giuseppe, quando l’ufficio di polizia di Monterosso riceve una telefonata da Giorgio Roccella, un ex diplomatico rientrato da poco nella sua villa dopo anni di assenza. Roccella comunica di aver fatto una scoperta importante e chiede l’intervento delle autorità. Il commissario, tuttavia, minimizza la richiesta, ritenendola uno scherzo o un’esagerazione, e decide di rimandare l’ispezione al giorno successivo.
La mattina seguente, il brigadiere Antonio Lagandara si reca alla villa insieme a due agenti. All’interno della dimora, trovano il corpo senza vita di Roccella, seduto alla scrivania con un colpo di pistola alla tempia. Accanto al cadavere, una pistola risalente alla Prima Guerra Mondiale e un foglio con la scritta: “Ho trovato.”. Sebbene l’apparenza suggerisca un suicidio, il brigadiere nutre dubbi, notando dettagli che non combaciano con questa ipotesi, come la posizione della mano del defunto e l’assenza di tracce di polvere da sparo.
Durante l’ispezione, Lagandara scopre una scala che conduce a un sottotetto, dove rinviene alcuni busti-reliquiari di santi. Intuendo che possano essere stati utilizzati per occultare qualcosa, il brigadiere approfondisce le indagini, scoprendo che all’interno dei busti sono nascosti pacchetti di droga. Questo ritrovamento collega la morte di Roccella a un traffico di stupefacenti.
Nel corso delle indagini emergono ulteriori elementi: la presenza di una Volvo sospetta nei pressi della villa la notte della morte di Roccella e l’assenza di un dipinto di valore, la “Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi” di Caravaggio, che era stato trafugato anni prima. Si delinea così un quadro complesso, in cui si intrecciano traffici illeciti di opere d’arte e droga, con il coinvolgimento di figure insospettabili.
Il brigadiere Lagandara, determinato a far luce sulla vicenda, si scontra con l’inerzia e l’indifferenza delle istituzioni. Nonostante le evidenze raccolte, il caso viene rapidamente archiviato come suicidio, e le autorità preferiscono non approfondire, temendo di scoperchiare una realtà scomoda e pericolosa. Il romanzo si conclude con un senso di amarezza e impotenza, evidenziando l’incapacità dello Stato di affrontare efficacemente la criminalità organizzata e la corruzione dilagante.
I personaggi principali di Una storia semplice
Nel romanzo, Sciascia presenta una serie di personaggi emblematici, ciascuno rappresentante di specifici aspetti della società siciliana e delle dinamiche legate alla vicenda narrata.
- Giorgio Roccella: ex diplomatico, rientrato nella sua villa dopo un lungo periodo di assenza. La sua misteriosa scoperta e la successiva morte sono il fulcro attorno al quale ruota l’intera trama. Roccella rappresenta l’individuo che, entrando in contatto con verità scomode, paga con la vita il tentativo di rivelarle.
- Brigadiere Antonio Lagandara: sottufficiale dei Carabinieri, incaricato delle indagini sulla morte di Roccella. Dotato di acume e senso del dovere, nutre dubbi sull’ipotesi del suicidio e cerca di approfondire il caso, scontrandosi con l’indifferenza e l’ostruzionismo delle autorità superiori. Lagandara incarna l’onestà e la dedizione in un contesto dominato dalla corruzione e dall’omertà.
- Il Commissario: responsabile del commissariato locale, inizialmente sottovaluta la chiamata di Roccella, ritardando l’intervento. La sua superficialità e mancanza di iniziativa riflettono l’atteggiamento di molte istituzioni di fronte a situazioni potenzialmente pericolose o compromettenti.
- Il Questore: figura di alto rango nella gerarchia della polizia, rappresenta l’apparato burocratico incline a insabbiare le indagini per evitare scandali o complicazioni. La sua decisione di archiviare rapidamente il caso evidenzia la volontà di mantenere lo status quo, evitando di affrontare le problematiche profonde della società.
- Gli Agenti di Polizia: accompagnano il brigadiere Lagandara nella villa di Roccella. La loro presenza sottolinea la routine e la formalità con cui spesso vengono affrontate situazioni che richiederebbero maggiore attenzione e discernimento.
- Gli Esponenti della Criminalità Organizzata: sebbene non descritti nei dettagli, costituiscono una presenza costante nell’opera. La loro influenza si manifesta nelle dinamiche che portano all’occultamento della verità, rendendo evidente il peso delle loro connessioni e della loro capacità di infiltrarsi nelle istituzioni. Sono rappresentati come un’entità invisibile ma onnipresente, simbolo di una rete di potere che controlla e corrompe la società.
Una storia semplice: analisi dell’opera
“Una storia semplice” è un’opera che, dietro la sua apparente semplicità, nasconde una riflessione complessa sulla società siciliana e italiana, sulla corruzione, sull’omertà e sull’inefficienza delle istituzioni. Leonardo Sciascia utilizza un intreccio che, all’inizio, sembra lineare e facilmente decifrabile, per poi rivelarsi un labirinto di connessioni e sottintesi, specchio delle contraddizioni e delle difficoltà della realtà contemporanea.
Uno dei temi fondamentali dell’opera è la critica alle istituzioni, rappresentate come lente, burocratiche e incapaci di affrontare la criminalità organizzata. La superficialità con cui il commissario e il questore trattano la telefonata di Roccella e, successivamente, le indagini sul suo decesso, simboleggia l’inerzia e la complicità di un sistema che preferisce evitare lo scandalo piuttosto che cercare la verità. La decisione di archiviare rapidamente il caso come suicidio, nonostante le evidenti incongruenze, riflette una mentalità diffusa in cui prevale il desiderio di mantenere lo status quo.
Un altro tema centrale è l’omertà, che emerge non solo tra i personaggi direttamente coinvolti, ma anche nella comunità circostante. L’omertà non è solo un atteggiamento imposto dalla paura di ritorsioni, ma una forma di rassegnazione e complicità che permette alla criminalità organizzata di prosperare. Anche i personaggi che vorrebbero agire per il bene, come il brigadiere Lagandara, si trovano isolati in un contesto che li ostacola e li disincentiva.
Il titolo, “Una storia semplice”, è profondamente ironico. La vicenda, infatti, si presenta come un caso di suicidio facilmente risolvibile, ma si rivela un intreccio di crimine, corruzione e traffici illeciti. Sciascia gioca con questa apparente semplicità per mettere in evidenza quanto sia complessa la realtà sottostante e quanto sia difficile scardinarne le dinamiche.
L’opera esprime una forte condanna morale nei confronti di una società in cui i valori della giustizia e dell’integrità sono sovrastati dal potere della criminalità e dalla complicità delle istituzioni. Attraverso il personaggio di Lagandara, Sciascia sottolinea che esistono individui disposti a lottare per la verità, ma la loro azione è spesso frustrata da un sistema che favorisce il silenzio e l’insabbiamento.
Sciascia utilizza uno stile asciutto e diretto, che evita inutili orpelli e si concentra sull’essenziale. Ogni parola, ogni dialogo è carico di significato e contribuisce a costruire un’atmosfera di tensione e ambiguità. Questo stile rende il racconto immediato e coinvolgente, ma lascia spazio a riflessioni profonde sulle questioni sollevate.