Il giorno della civetta: riassunto e analisi
“Il giorno della civetta” è un romanzo scritto da Leonardo Sciascia, pubblicato per la prima volta nel 1961. Ambientato in Sicilia, il libro rappresenta una delle prime opere letterarie italiane a trattare apertamente il fenomeno della mafia, ponendo l’accento sulle sue dinamiche interne e sulle connessioni con la politica e la società dell’epoca. Attraverso una narrazione che combina elementi del genere poliziesco con una profonda analisi sociale, Sciascia offre una critica incisiva alla realtà siciliana e, più in generale, alla condizione umana di fronte al potere e alla giustizia.
- Il giorno della civetta: trama e riassunto degli eventi
- I personaggi principali di Il giorno della civetta
- Il giorno della civetta: analisi dell'opera
Il giorno della civetta: trama e riassunto degli eventi
La vicenda si apre con l’omicidio di Salvatore Colasberna, un piccolo imprenditore edile, assassinato mentre sta salendo su un autobus diretto a Palermo. Colasberna è il presidente di una cooperativa edilizia che si rifiuta di pagare il pizzo alla mafia, scelta che lo rende bersaglio di quest’ultima. L’omicidio avviene in pieno giorno, ma i passeggeri dell’autobus, per paura di ritorsioni, evitano di testimoniare, manifestando un atteggiamento di omertà tipico della società siciliana dell’epoca.
Le indagini vengono affidate al capitano dei Carabinieri Bellodi, un ex partigiano originario di Parma, trasferito in Sicilia. Bellodi, uomo di profonda integrità e determinazione, si scontra fin da subito con l’omertà e la reticenza della popolazione locale. Nonostante ciò, riesce a raccogliere alcune testimonianze che lo indirizzano verso Diego Marchica, detto “Zecchinetta”, noto sicario al soldo della mafia.
Parallelamente, viene ucciso anche Paolo Nicolosi, un contadino che potrebbe aver assistito all’omicidio di Colasberna. La moglie di Nicolosi, Rosa, denuncia la scomparsa del marito, e Bellodi sospetta che l’uomo sia stato eliminato perché testimone scomodo. Le indagini portano alla scoperta del cadavere di Nicolosi, confermando i sospetti del capitano.
Bellodi interroga Marchica e un altro sospettato, Calogero Dibella, detto “Parrinieddu”, un confidente dei Carabinieri. Parrinieddu, temendo per la propria vita, fornisce informazioni utili, ma viene successivamente assassinato dalla mafia. Le indagini di Bellodi si concentrano sul potente boss mafioso Don Mariano Arena, figura influente e rispettata nella comunità locale. Nonostante le prove raccolte, l’influenza di Don Mariano e le pressioni politiche ostacolano l’azione della giustizia.
Bellodi viene richiamato a Parma, ufficialmente per motivi di salute, ma in realtà a causa delle pressioni esercitate da politici e uomini d’affari collusi con la mafia, che temono le conseguenze delle sue indagini. Il romanzo si conclude con Bellodi che, conversando con amici a Parma, esprime la sua intenzione di tornare in Sicilia per proseguire la lotta contro la mafia, nonostante le difficoltà incontrate.
I personaggi principali di Il giorno della civetta
Come ogni romanzo di Sciascia, anche questo conta molti personaggi:
- Capitano Bellodi: protagonista del romanzo, è un ufficiale dei Carabinieri originario di Parma, trasferito in Sicilia. Ex partigiano, rappresenta l’integrità morale e la determinazione nella lotta contro la mafia. La sua figura incarna l’ideale di giustizia e legalità, in contrasto con l’omertà e la corruzione presenti nella società siciliana.
- Don Mariano Arena: potente boss mafioso, è una figura rispettata e temuta nella comunità locale. Rappresenta l’autorità occulta della mafia, capace di influenzare e controllare le dinamiche sociali e politiche del territorio. La sua personalità carismatica e autoritaria incarna i valori distorti della cultura mafiosa.
- Salvatore Colasberna: vittima dell’omicidio che apre la narrazione, è un piccolo imprenditore edile che si rifiuta di pagare il pizzo alla mafia. La sua morte simboleggia le conseguenze tragiche per chi tenta di opporsi al sistema mafioso.
- Diego Marchica (Zecchinetta): sicario al soldo della mafia, è sospettato dell’omicidio di Colasberna. La sua figura rappresenta l’esecutore materiale dei crimini mafiosi, privo di scrupoli e mosso da interessi personali.
- Calogero Dibella (Parrinieddu): confidente dei Carabinieri, fornisce informazioni sulle attività mafiose, ma vive nel costante timore di ritorsioni. La sua morte evidenzia la pericolosità del doppio gioco e la spietatezza della mafia nei confronti dei traditori.
- Paolo Nicolosi: contadino che potrebbe aver assistito all’omicidio di Colasberna, viene eliminato per evitare testimonianze scomode. La sua figura rappresenta l’innocente coinvolto suo malgrado nelle dinamiche mafiose.
- Rosa Nicolosi: moglie di Paolo, denuncia la scomparsa del marito, mostrando coraggio in un contesto dominato dalla paura e dall’omertà. Il suo personaggio evidenzia la condizione delle donne in una società patriarcale e oppressiva.
Il giorno della civetta: analisi dell’opera
“Il giorno della civetta” è un romanzo che, pur adottando la struttura del giallo, supera i confini del genere per diventare una riflessione sulla società italiana e sulle dinamiche di potere che la attraversano. Leonardo Sciascia utilizza la trama poliziesca per svelare i meccanismi occulti della mafia, ponendo l’accento sul suo radicamento nella cultura e nella politica siciliana.
Uno dei temi centrali dell’opera è l’omertà, intesa come il silenzio collettivo che protegge i colpevoli e ostacola la ricerca della verità. I testimoni dell’omicidio di Salvatore Colasberna si rifiutano di collaborare con le forze dell’ordine, non solo per paura di ritorsioni, ma anche perché interiorizzano un senso di impotenza e rassegnazione. Questo atteggiamento riflette una società in cui la mafia non è solo un’organizzazione criminale, ma una struttura di potere invisibile, capace di condizionare ogni aspetto della vita quotidiana.
Un altro tema fondamentale è quello della giustizia. Attraverso il personaggio del capitano Bellodi, Sciascia esplora il conflitto tra l’ideale di giustizia e la realtà corrotta in cui essa si trova a operare. Bellodi rappresenta un uomo del nord, estraneo alla cultura siciliana, che cerca di combattere la mafia con gli strumenti della legge. Tuttavia, il suo sforzo si scontra con un sistema in cui la mafia e la politica sono strettamente intrecciate, e le sue indagini vengono ostacolate da interessi superiori. La sua figura, seppur eroica, sottolinea l’isolamento dell’individuo di fronte a un sistema radicato di complicità e corruzione.
Il personaggio di Don Mariano Arena rappresenta il cuore della riflessione di Sciascia sulla mafia. Don Mariano è un uomo di grande carisma, che incarna i valori distorti della cultura mafiosa: l’onore, la lealtà, il potere esercitato attraverso il controllo e la paura. In una scena memorabile, Don Mariano descrive il suo “catalogo degli uomini”, una classificazione in base alla loro utilità e affidabilità. Questa visione cinica e calcolatrice della società riflette il pragmatismo spietato della mafia, che considera gli esseri umani come pedine da usare per i propri scopi.
Sciascia critica anche l’inefficienza dello Stato e la collusione delle istituzioni con la mafia. Attraverso le pressioni che portano Bellodi ad abbandonare le indagini, l’autore denuncia una classe dirigente più interessata a preservare lo status quo che a combattere il crimine organizzato. Questa denuncia non si limita alla Sicilia, ma si estende a tutto il sistema politico italiano, mostrando come la mafia non sia un problema locale, ma un fenomeno che coinvolge l’intero paese.
Un aspetto interessante del romanzo è la scelta del titolo, “Il giorno della civetta”, che richiama un verso tratto dal Macbeth di Shakespeare. La civetta, simbolo di morte e cattivi presagi, rappresenta la mafia come una presenza oscura che domina la scena sociale, ostacolando ogni tentativo di progresso e giustizia. Tuttavia, la civetta è anche un animale notturno, e il giorno potrebbe simboleggiare una possibilità di luce e verità. Questo dualismo riflette il conflitto tra la rassegnazione e la speranza che attraversa l’intera opera.
Lo stile di Sciascia è asciutto e diretto, privo di enfasi, ma carico di significato. Ogni dialogo, ogni descrizione contribuisce a costruire un quadro realistico e complesso della Sicilia e delle sue contraddizioni. La narrazione si muove con precisione tra il punto di vista dei Carabinieri e quello dei personaggi coinvolti nella trama mafiosa, offrendo una visione completa e imparziale degli eventi.