Capitolo 26 de I Promessi Sposi: riassunto e commento
Il Capitolo 26 dei Promessi Sposi segna un momento di forte transizione: alcuni nodi della trama cominciano a sciogliersi, mentre altri si preparano ad aprirsi verso nuove tensioni. Questo capitolo è dominato da due eventi principali: da un lato, il crollo definitivo della figura di Don Rodrigo, ormai malato e sempre più isolato; dall’altro, l’arrivo della peste a Milano, che si preannuncia come uno dei drammi centrali della seconda parte del romanzo.
In questo contesto, Fra Cristoforo continua la sua opera di mediazione e giustizia, e si assiste al ritorno sulla scena di Renzo, finalmente di nuovo protagonista attivo della vicenda. Il tono del capitolo è cupo, ma anche carico di significati morali profondi, e Manzoni alterna riflessione storica e racconto con la consueta maestria.
- Don Rodrigo: la decadenza di un potente
- Il ritorno di Renzo e la sua determinazione
- La peste: l’arrivo del flagello
- Fra Cristoforo: il ritorno al paese e la promessa di giustizia
- Un capitolo di preparazione e svolta morale
Don Rodrigo: la decadenza di un potente
Una delle sezioni più significative del capitolo è dedicata a Don Rodrigo, che sta vivendo la sua caduta morale e fisica. Dopo essere stato uno dei principali artefici delle ingiustizie che hanno colpito Renzo e Lucia, il personaggio viene ora mostrato in uno stato di progressivo isolamento. L’Innominato si è convertito e ha abbandonato la violenza; il potere politico che lo proteggeva si sta indebolendo; i servitori non lo rispettano più e lo temono a malapena. Inoltre, è malato: i primi sintomi della peste iniziano ad affacciarsi anche su di lui.
Manzoni non descrive la malattia con dettagli crudi, ma lascia intuire attraverso piccoli segni il deterioramento del corpo e dello spirito del personaggio. Don Rodrigo, abituato a dominare con la forza e l’arroganza, si trova ora impotente di fronte a una forza più grande di lui, che non può controllare né minacciare: la morte. Il suo lento declino è il simbolo della giustizia morale che, anche se tardiva, arriva, e che si manifesta non attraverso vendette umane, ma attraverso il naturale disfarsi del potere fondato sull’ingiustizia.
Il ritorno di Renzo e la sua determinazione
Parallelamente, il capitolo racconta il ritorno di Renzo nella storia, dopo i lunghi capitoli incentrati su Lucia e sull’Innominato. Rifugiatosi a Bergamo, ospite del cugino Bortolo e sotto falso nome, Renzo ha passato un periodo di relativo riposo, ma con il pensiero fisso a Lucia, di cui non ha più avuto notizie. La sua situazione, seppur legalmente precaria, è stabile: ha un lavoro, è al sicuro, ma non si rassegna all’idea di restare lontano e inattivo.
La determinazione di Renzo si esprime nella decisione di tornare a Milano, nonostante i pericoli, per cercare notizie di Lucia e capire cosa sia successo. È un momento importante per l’evoluzione del personaggio: non è più il giovane impulsivo dei primi capitoli, ma un uomo più maturo, che agisce con cautela, riflette, ma non rinuncia al suo scopo. Il viaggio che intraprende è difficile, attraversa territori colpiti dalla carestia e minacciati dalla peste, ma Renzo è pronto a rischiare. Questo dimostra la forza del suo amore e la sua volontà di giustizia, che lo spingono oltre la paura.
La peste: l’arrivo del flagello
Uno degli elementi centrali del capitolo è l’introduzione della peste, che comincia a diffondersi nel Ducato di Milano. Manzoni, attraverso una narrazione sobria ma efficace, mostra come la malattia si insinui lentamente, colpendo prima i più poveri, poi i soldati, e infine l’intera popolazione. Si tratta ancora di una fase iniziale, ma già si percepisce l’atmosfera di paura, sospetto e disorganizzazione che accompagnerà l’epidemia nei capitoli successivi.
La peste, per Manzoni, non è solo un evento storico, ma un simbolo del disordine morale e sociale che affligge la società. Le autorità sono impreparate, la gente reagisce in modo irrazionale, e chi ha responsabilità spesso sceglie la strada della negazione o del ritardo. È il preludio a un disastro che non sarà solo sanitario, ma anche etico e civile. E in questo contesto, i personaggi principali sono chiamati a misurarsi con nuove prove, che metteranno in discussione le loro convinzioni e li costringeranno a scelte decisive.
Fra Cristoforo: il ritorno al paese e la promessa di giustizia
Nel frattempo, Fra Cristoforo è tornato nel paese di Renzo e Lucia, dove cerca di fare chiarezza sulla situazione e soprattutto di verificare la posizione di Don Rodrigo. Viene a sapere che il signorotto è malato e che sta per essere trasferito a Milano per ricevere cure. Questo dato ha una doppia valenza narrativa: da un lato, mostra che il tempo dell’impunità di Don Rodrigo è finito; dall’altro, permette di mantenere viva la tensione tra il passato (le ingiustizie subite) e il futuro (la possibilità di un riscatto).
Fra Cristoforo continua a muoversi con discrezione, fermezza e spirito evangelico. È lui il punto di riferimento morale per la comunità e per i protagonisti: non cerca vendetta, ma verità e giustizia. A Renzo, quando finalmente riuscirà a incontrarlo, darà ancora una volta parole di consiglio e saggezza, spingendolo verso il perdono e la fiducia nella Provvidenza, anche quando tutto sembra perduto.
Un capitolo di preparazione e svolta morale
Il Capitolo 26 ha una funzione cruciale nella struttura del romanzo: chiude alcune trame e ne apre di nuove, preparando il terreno ai drammatici eventi che seguiranno con l’esplosione della peste a Milano. Ma non è solo un capitolo di transizione: è anche un momento di svolta morale, in cui i personaggi cominciano a mostrare i segni del cambiamento. Don Rodrigo cade nel silenzio e nella malattia, Renzo si mette in cammino con uno scopo preciso, Fra Cristoforo continua a essere presenza viva di giustizia e compassione.
Dal punto di vista stilistico, Manzoni alterna descrizione, narrazione e riflessione, mantenendo sempre alta l’intensità emotiva. La peste, pur ancora alle porte, è come una nuvola scura all’orizzonte, che getta un’ombra su ogni scelta. Ma è anche una prova che rivela i veri volti dei personaggi: i deboli, i forti, i giusti, i corrotti. Il mondo di Renzo e Lucia sta cambiando, e la loro storia entra ora nella fase più difficile, ma anche più carica di significato.