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Pianto antico di Carducci: testo, parafrasi e figure retoriche

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

“Pianto antico" è una delle poesie più toccanti di Giosuè Carducci, in cui il poeta esprime il profondo dolore per la perdita del figlio Dante, scomparso prematuramente all’età di tre anni. Attraverso immagini evocative e un linguaggio ricco di simbolismi, Carducci contrappone la vitalità della natura al senso di vuoto e desolazione causato dalla morte del proprio figlio.

Pianto antico: il testo e la parafrasi

Testo:

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.

Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,

sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.

Parafrasi:

L’albero verso il quale tendevi la tua piccola mano, il verde melograno dai bei fiori rossi, nel silenzioso e solitario orto è appena rinverdito, e giugno lo rianima con la sua luce e il suo calore.

Tu, fiore della mia pianta colpita e inaridita, tu, ultimo e unico fiore della mia vita inutile, sei nella terra fredda, sei nella terra nera; né il sole ti rallegra più né l’amore ti risveglia.

La scrittura e il messaggio dell’opera

Composta nel 1871, “Pianto antico" nasce dal profondo dolore di Carducci per la morte del figlio Dante, avvenuta nel novembre del 1870, probabilmente a causa del tifo. La poesia è stata successivamente inserita nella raccolta “Rime nuove" del 1887.

Il titolo “Pianto antico" richiama un lamento funebre dell’antichità, sottolineando come il dolore per la perdita di una persona cara sia un sentimento universale e senza tempo. Nella poesia, Carducci contrappone la rinascita primaverile della natura, simboleggiata dal melograno in fiore, alla morte del figlio, rappresentato come l’ultimo fiore di una pianta colpita e inaridita. Questa contrapposizione evidenzia l’indifferenza della natura di fronte al dolore umano e la ciclicità della vita naturale contrapposta alla finitezza dell’esistenza umana.

Pianto antico: struttura e analisi

La poesia è composta da quattro quartine di settenari con schema metrico ABBC DEEC FGGC HIIC. Questa struttura conferisce al componimento un ritmo armonioso e cadenzato, che accompagna il lettore attraverso le immagini evocative proposte dal poeta.

Nelle prime due strofe, Carducci descrive la vitalità della natura: il melograno che rifiorisce nel giardino silenzioso, rianimato dalla luce e dal calore di giugno. Queste immagini trasmettono un senso di rinnovamento e continuità ciclica.

Le ultime due strofe, invece, si concentrano sulla figura del figlio defunto, definito “fiore della mia pianta percossa e inaridita". Qui, il tono si fa più cupo e malinconico, sottolineando la definitiva separazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Il contrasto tra la rinascita della natura e la morte del figlio evidenzia l’impotenza dell’uomo di fronte al ciclo naturale e al destino.

Pianto antico: figure retoriche

La poesia è ricca di figure retoriche che amplificano l’intensità emotiva e il significato del testo, rendendolo ancora più incisivo e toccante. Una delle più significative è la metafora, evidente nel verso in cui il figlio viene definito “fiore della mia pianta". In questo caso, la pianta rappresenta il poeta stesso, mentre il fiore simboleggia il figlio perduto. Attraverso questa immagine, Carducci esprime il profondo legame tra padre e figlio, sottolineando la sofferenza per una perdita che lascia un vuoto incolmabile.

Un altro elemento chiave della poesia è l’antitesi, che si manifesta nel contrasto tra la vitalità del melograno in fiore e la morte del bambino. Mentre la natura continua il suo ciclo di rinascita e crescita, l’esistenza umana si mostra fragile e destinata a spegnersi. Questa opposizione crea una forte tensione emotiva e amplifica il senso di ingiustizia e impotenza di fronte alla morte.

L’uso della personificazione contribuisce ulteriormente a rendere il componimento più evocativo. Il sole e l’amore, infatti, sono descritti come entità capaci di rallegrare e risvegliare, ma nel caso del figlio, ormai nella terra fredda, perdono ogni potere. In questo modo, il poeta evidenzia l’assoluta irreversibilità della morte, che nemmeno le forze più vitali della natura possono contrastare.

L’allitterazione è un altro strumento stilistico che Carducci impiega per rafforzare il ritmo e l’emotività della poesia. La ripetizione di determinati suoni, come la “r" in “rinverdì tutto or ora" e la “l" in “luce e di calor", crea un effetto musicale che sottolinea il contrasto tra la vitalità della natura e il senso di perdita.

Infine, l’enjambement, evidente nel passaggio tra i versi “L’albero a cui tendevi / la pargoletta mano", conferisce fluidità alla poesia e riflette la continuità inarrestabile della vita e della morte. Questa tecnica stilistica contribuisce a mantenere un flusso narrativo armonioso, rafforzando l’intensità del messaggio espresso dal poeta.

Simbolismo del melograno

Il melograno è una figura centrale nella poesia e porta con sé una ricca simbologia. Tradizionalmente, il melograno è associato alla fertilità e all’abbondanza, ma anche al ciclo di morte e rinascita. Nella mitologia greca, il melograno è legato al mito di Persefone, la dea che trascorre parte dell’anno negli inferi e parte sulla terra , rappresentando così il ciclo della vita e della morte. Questo collegamento mitologico rafforza il contrasto presente nella poesia tra la vitalità della natura e l’immutabilità della morte.

Il melograno, con i suoi fiori rossi e il suo frutto ricco di semi, è anche un simbolo di rinascita e continuità, ma nella poesia di Carducci assume un significato opposto: mentre l’albero rifiorisce sotto il calore di giugno, il figlio rimane nella terra fredda, senza possibilità di risveglio. Questo elemento simbolico evidenzia la frattura tra il mondo naturale e quello umano, sottolineando l’inesorabilità della morte.

Il dolore privato e la sua universalità

Sebbene “Pianto antico" nasca da un evento profondamente personale, il dolore espresso da Carducci assume una valenza universale. Il poeta non si sofferma su dettagli autobiografici specifici, ma utilizza immagini archetipiche e un linguaggio evocativo che rendono il suo lamento condivisibile da chiunque abbia vissuto un lutto.

L’assenza di riferimenti diretti al figlio Dante contribuisce a rendere la poesia più ampia nel suo significato, permettendo al lettore di immedesimarsi nel sentimento di perdita e impotenza di fronte alla morte. Questo aspetto è una delle ragioni per cui il componimento è tra i più celebri e toccanti della letteratura italiana.

Il linguaggio e lo stile

Lo stile di Carducci in questa poesia è semplice e diretto, senza artifici retorici eccessivi. Il lessico è immediato e accessibile, ma ricco di una forza evocativa che rende il componimento particolarmente incisivo.

L’uso di termini come “muto orto solingo", “terra fredda" e “terra negra" contribuisce a creare un’atmosfera malinconica e austera, che accompagna il senso di perdita. L’assenza di aggettivi superflui e di descrizioni elaborate accentua la drammaticità della situazione, rendendo il dolore ancora più tangibile.

L’andamento musicale della poesia, ottenuto grazie all’uso del settenario e della rima alternata, dona al componimento un ritmo solenne e cadenzato, simile a un lamento funebre. Questo rende “Pianto antico" una poesia dal forte impatto emotivo, capace di coinvolgere profondamente il lettore.

“Pianto antico" di Giosuè Carducci è una delle più toccanti espressioni del dolore per la perdita di una persona cara. Attraverso immagini evocative e un linguaggio essenziale ma potente, il poeta trasmette un sentimento di assenza irreparabile, reso ancora più intenso dal contrasto tra la rinascita della natura e la definitiva separazione dalla vita del figlio defunto.

Il componimento, pur nato da un’esperienza privata, ha una portata universale, capace di toccare le corde più profonde di chiunque abbia vissuto un lutto. Ancora oggi, “Pianto antico" resta una delle poesie più amate della letteratura italiana, un esempio straordinario di come la poesia possa trasformare il dolore personale in un messaggio di valore eterno.

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