Le avanguardie storiche: riassunto e caratteristiche
Le avanguardie storiche rappresentano un periodo rivoluzionario e fondamentale nell’arte e nella cultura del XX secolo, caratterizzato da un fervente desiderio di rompere con le convenzioni passate e esplorare nuove frontiere creative. Questo movimento, che cominciò all’inizio del 1900 e continuò fino alla metà del secolo, vide artisti, scrittori e pensatori respingere le tradizioni accademiche e cercare nuovi modi di espressione per rispondere ai rapidi cambiamenti della società moderna.
Le avanguardie storiche emersero in un contesto di profondi cambiamenti sociali, politici e tecnologici. La rivoluzione industriale, le guerre mondiali, le tensioni politiche e i rapidi progressi tecnologici avevano creato un senso di incertezza e un rinnovato interrogativo sulla natura dell’umanità e del suo posto nel mondo. In risposta a queste trasformazioni, gli artisti delle avanguardie cercavano di catturare l’essenza della modernità, esplorando temi come la velocità, la macchina, la vita urbana e le nuove percezioni della realtà.
Il termine “avanguardia“, originariamente un termine militare che si riferisce alla parte di un esercito che va per prima, fu adottato per descrivere questi movimenti artistici perché simboleggiava l’intenzione degli artisti di essere in prima linea nel campo culturale, sfidando le norme esistenti e sperimentando con nuove idee. Le avanguardie non erano monolitiche ma si manifestavano attraverso diversi movimenti, ognuno con il proprio insieme di idee e tecniche. Questi includevano il Futurismo, che glorificava la tecnologia e la velocità; l’Espressionismo, che cercava di esprimere l’esperienza emotiva e psicologica interna; il Cubismo, che rompeva con la prospettiva tradizionale per esplorare forme geometriche astratte; e il Surrealismo, che mirava a liberare l’inconscio e esplorare il mondo dei sogni.
- Il Futurismo: Zang Tumb Tumb di Marinetti
- L'Espressionismo
- Il Dadaismo
- Il Surrealismo
- Mappa mentale sulle Avanguardie storiche
Il Futurismo: Zang Tumb Tumb di Marinetti
Zang Tumb Tumb è un poemetto di Filippo Tommaso Marinetti, pubblicato dalle Edizioni futuriste di Poesia nel 1914.
L’utilizzo di font di diverso tipo e dimensione, il grassetto e il corsivo, l’abolizione dei nessi sintattici e della punteggiatura danno al testo una forte componente visiva. Questa, unita all’apetto sonoro ottenuto grazie al frequente utilizzo di onomatopee, mira a riprodurre il contesto della guerra. L’argomento, infatti, è la prima guerra balcanica con l’assedio di Adrianopoli, raccontato con la tecnica futurista delle parole in libertà.
L’opera dimostra la forte attenzione che gli intellettuali futuristi rivolgono all’aspetto metaforico dei soggetti rappresentati e un’ideologia politica e militare fortemente marcate. Interventismo e nazionalismo non sono in alcun modo nascosti.
Uno dei maggiori esponenti del Futurismo è Umberto Boccioni, pittore e scultore capace di rappresentare nelle sue opere il movimento e il dinamismo.
Come dichiarato nel Manifesto dei pittori futuristi, l’arte deve liberarsi dei modelli del passato e rappresentare il mondo contemporaneo fatto di città in rapida evoluzione e macchine.
Ne è un esempio il dipinto La città che sale, che rappresenta un palazzo in costruzione nella periferia di Milano, simbolo del progresso e della modernità.
L’Espressionismo
L’Espressionismo esplode nei primi anni venti del Novecento, raccogliendo nuclei diversi sviluppatisi in quegli anni in tutto il nord Europa. Seppur diversi, questi gruppi sono accomunati dall’urgenza di esprimere attraverso l’arte e la letteratura gli stati d’animo.
Inizialmente l’Espressionismo attecchisce nella storia dell’arte, in seguito trova una sua traduzione letteraria.
Sul versante pittorico, la percezione ottica e la realtà esterna, centrali nella produzione impressionista, perdono la loro importanza, prevalendo la componente introspettiva. La potenza espressiva di Van Gogh, la lucentezza dei colori di Gauguin e lo spessore emotivo nei quadri di Munk sono d’ispirazione agli artisti espressionisti. I ritratti non rispecchiano più le proporzioni della realtà, ma diventano antinaturalistici; come in Matisse, l’accostamento dei colori è determinato da ragioni di natura espressiva. Questa necessità di esprimere emozioni e sentimenti attraverso le proprie opere porta all’inaugurazione di una nuova corrente artistica: l’astrattismo, di cui Kandinskij è uno dei massimi rappresentanti (vedi immagine).
In ambito letterario, il movimento prende le sue mosse in Germania. La parola non deve più descrivere un oggetto, ma trasmettere un sentimento. Con forza e vivacità espressiva gli autori portano in scena le problematiche dell’uomo del tempo: è la crisi del Super Io freudiano e la supremazia dell’inconscio.
Per saperne di più sulle evoluzioni dell’Espressionismo in Europa, ascolta la puntata del podcast Maturadio “Le linee dell’Espressionismo in Francia, Germania e Austria".
Il Dadaismo
Nato come reazione alla cultura e ai valori che avevano condotto al primo conflitto mondiale, il dadaismo si presenta come un movimento artistico di protesta.
Il dadaismo deve il proprio nome a “dada", espressione priva di significato. Il movimento vede la sua nascita intorno al 1916, in Svizzera, terra di rifugiati tedeschi, rumeni, francesi e russi. Nato come un atto di rivolta, il dadaismo rifiuta di abbracciare la patria, l’onore e la morale come propri valori. I dadaisti esaltano tutto ciò che è casuale e privo di senso. Le loro opere sono cariche di polemiche e rancore nei confronti della società borghese.
Le installazioni dadaiste vengono ben presto riconosciute come forme d’arte che dissacrano l’Arte. Tra i principali artisti di questa corrente artistica si ricorda Marcel Duchamp, ideatore del ready-made, un metodo di derisione dell’arte tradizionale che si appropria di oggetti estrapolati dal loro contesto quotidiano e resi opera d’arte. Un esempio di ciò è La fountain (1917), un comune orinatoio firmato R. Mutt, uno dei tanti pseudonimi con cui Duchamp si divertiva a celare la propria identità.
Il Surrealismo
A riprova di quanto le scoperte filosofiche, scientifiche e l’aspetto storico-sociale del tempo si riflettano nell’arte, il 1924 vede la pubblicazione del Primo Manifesto Surrealista, con la sola firma di André Breton. Il surrealismo risente dell’influsso del dadaismo e delle teorie psicanalitche freudiane: al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale, i surrealisti accantonano la ricerca del reale a favore dell’irrazionale.
L’intento è quello di mostrare attraverso la produzione letteraria e artistica la complessità della psiche umana: sono sciolte le briglie a pennello e penna; si crea senza un progetto specifico in mente, senza il rispetto di canoni prefissati. Questo si evince dalla visione delle opere di Magritte, Mirò e successivamente Dalì. La prima metà del Novecento è dunque un periodo estremamente prolifico da un punto di vista artistico-creativo. La Seconda Guerra Mondiale decreterà però la fine di questa stagione di fermento.
Mappa mentale sulle Avanguardie storiche
Il termine usato per designare i movimenti culturali che caratterizzano l’inizio del Novecento è tratto dal linguaggio militare: l’avanguardia, infatti, è il reparto che precede il resto dell’esercito e gli apre la strada. Questi intellettuali, quindi, si sentono più avanti rispetto agli altri e rifiutano i canoni tradizionali sia a livello artistico sia a livello politico-sociale.
Gli espressionisti esaltano in particolare la componente soggettiva ed emotiva, i dadaisti la stravaganza, l’irrazionalità e l’anarchia, elementi ripresi e sviluppati dai surrealisti.
In Italia nasce e si diffonde il Futurismo, i cui principi sono enunciati nel Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti del 1909: vengono celebrati il progresso, la velocità, la modernità e anche la guerra, ritenuta l’igiene del mondo, mentre il passato viene rifiutato sia nei contenuti sia nella forma.
Per stampare la mappa con le informazioni principali sulle Avanguardie, scarica il pdf in bianco e nero qui: