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Battaglia di Waterloo: cause, eventi e conseguenze

Andrea Bosio

Andrea Bosio

INSEGNANTE DI FILOSOFIA E STORIA

Nato a Genova, è cresciuto a Savona. Si è laureato in Scienze storiche presso l’Università di Genova, occupandosi di storia della comunicazione scientifica e di storia della Chiesa. È dottorando presso la Facoltà valdese di teologia. Per Effatà editrice, ha pubblicato il volume Giovani Minzoni terra incognita.

La Battaglia di Waterloo, combattuta il 18 giugno 1815, è uno degli eventi più celebri della storia moderna. Segna la sconfitta definitiva di Napoleone Bonaparte e la fine dell’esperienza imperiale francese, ponendo termine a oltre due decenni di guerre che avevano sconvolto l’Europa. Più che una semplice battaglia militare, Waterloo rappresenta un momento simbolico: il crollo dell’uomo che aveva ridisegnato il continente con le sue ambizioni e le sue riforme.

Comprendere la Battaglia di Waterloo significa esplorare le ultime fasi del dominio napoleonico e il nuovo assetto politico europeo che ne scaturì.

Il contesto: i Cento Giorni e il ritorno di Napoleone

Dopo la sconfitta del 1814, Napoleone era stato esiliato sull’isola d’Elba, ma vi rimase meno di un anno. Nel marzo del 1815, approfittando del malcontento in Francia verso la restaurazione borbonica, fuggì dall’isola e sbarcò a Golfe-Juan, iniziando la sua marcia verso Parigi. In pochi giorni, senza combattere, riconquistò il potere: comincia così il periodo noto come i Cento Giorni.

Le potenze europee, riunite al Congresso di Vienna, reagirono con decisione: Austria, Prussia, Russia e Regno Unito formarono una nuova coalizione per abbattere definitivamente l’ex imperatore. Napoleone, consapevole della superiorità numerica dei nemici, decise di agire rapidamente e attaccare l’esercito anglo-olandese di Wellington e quello prussiano di Blücher in Belgio, prima che potessero unirsi.

Gli schieramenti a Waterloo

La battaglia si svolse nei pressi del villaggio di Waterloo, a sud di Bruxelles. Napoleone schierò circa 73.000 uomini, compresi veterani esperti, cavalleria e artiglieria. Le sue forze erano ben organizzate, ma affaticate da giorni di marcia e pioggia incessante.

Di fronte a lui, il duca di Wellington comandava un esercito anglo-olandese di circa 68.000 soldati, posizionati in difesa su alture strategiche. Il maresciallo Gebhard Leberecht von Blücher, con circa 50.000 prussiani, si trovava inizialmente distante, ma pronto a intervenire.

Napoleone sapeva che avrebbe dovuto sconfiggere Wellington prima dell’arrivo dei prussiani, altrimenti si sarebbe trovato in netta inferiorità.

Lo svolgimento della battaglia

La battaglia ebbe inizio intorno alle 11 del mattino, in ritardo a causa del terreno fangoso che ostacolava il movimento dell’artiglieria francese. Napoleone ordinò un attacco iniziale contro la fattoria fortificata di Hougoumont, presidiata dagli inglesi: fu il primo di numerosi scontri cruenti che avrebbero segnato la giornata.

Successivamente, i francesi sferrarono un attacco massiccio al centro dello schieramento alleato, con l’obiettivo di sfondare la linea di Wellington. La cavalleria francese, guidata dal maresciallo Ney, lanciò più cariche frontali, ma incontrò una resistenza feroce e subì pesanti perdite.

Nel pomeriggio, i prussiani cominciarono ad arrivare sul fianco destro francese, mettendo Napoleone in grave difficoltà. Verso le 19, nel tentativo disperato di cambiare le sorti dello scontro, l’imperatore lanciò la Guardia Imperiale, la sua unità d’élite. Ma anche questo ultimo attacco fu respinto dagli alleati.

A quel punto, le linee francesi iniziarono a cedere. L’arrivo in forze dei prussiani completò il disastro. L’esercito francese si sbandò in rotta, e Napoleone fu costretto a ritirarsi. Aveva perso non solo la battaglia, ma il suo impero.

Le conseguenze della sconfitta

La sconfitta di Waterloo fu totale e irreversibile. Napoleone abdicò per la seconda volta il 22 giugno 1815 e fu consegnato agli inglesi, che decisero di esiliarlo nell’isola di Sant’Elena, in pieno Atlantico, dove visse sotto stretta sorveglianza fino alla morte, avvenuta nel 1821.

Dal punto di vista politico, la battaglia pose fine all’esperienza dell’Impero napoleonico e riportò al trono in Francia i Borbone, con Luigi XVIII. A livello europeo, Waterloo segnò la restaurazione dell’equilibrio tra le grandi potenze, stabilito dal Congresso di Vienna. Per quasi cinquant’anni l’Europa non conobbe più guerre continentali di vasta scala.

Culturalmente, Waterloo divenne un simbolo della caduta dei grandi, l’epilogo tragico dell’epopea di un uomo che aveva sfidato il mondo intero. La battaglia fu studiata, raccontata, mitizzata, e resta ancora oggi uno degli scontri più celebri della storia militare.