Milton Friedman è un economista americano, fondatore del pensiero monetarista. Riceve il premio Nobel per l’economia e i suoi studi influenzano molte teorie economiche soprattutto in ambito monetario. Nasce il 31 luglio del 1912 a Brooklyn, New York, in una famiglia di ebrei immigrati. Con i genitori si trasferisce nel New Jersey dove si diploma alla Rahway High School a meno di 16 anni. Nel 1932, a soli 20 anni, si laurea alla Rutgers University.
Finita l’università, gli vengono offerte due borse di studio, una come ricercatore in matematica alla Brown University e l’altra in economia alla University of Chicago. Friedman sceglie la seconda e consegue il Master of Arts nel 1933. Qui conosce anche la donna che diventa la sua futura moglie, Rose Director, dalla quale ha due figli.
Dal 1933 al 1934 è fellow alla Columbia University dove studia con Harold Hotelling. Poi fa rientro a Chicago per lavorare come assistente di Henry Schultz e nello stesso periodo conosce anche George Stigler e W. Allen Wallis.
Negli anni ’30 diventa uno dei principali esponenti del pensiero liberale e liberista e svolge un’intensa attività di divulgazione in cui critica gli interventi dello stato in materia di economia ritenendoli più dannosi che utili. Friedman è favorevole al mercato libero e i suoi maggiori contributi, nel corso della carriera, riguardano gli studi sulla teoria quantitativa della moneta, sulla teoria del consumo, sull’elaborazione del concetto di tasso naturale di disoccupazione e sul ruolo e l’inefficacia della curva di Philipps nel lungo periodo. Secondo Milton, l’inflazione è solo un fenomeno monetario e non è utile nel lungo periodo per ridurre la disoccupazione.
La sua regola di politica monetaria è invece incentrata nel conseguimento del controllo della crescita della massa monetaria, teoria che viene poi utilizzata dalla Federal Reserve degli Stati Uniti e dalla Banca Centrale Europea. Friedman è uno dei più rappresentativi esponenti del pensiero liberista che espone anche nei suoi libri, di cui i più noti sono Capitalismo e libertà, Liberi di scegliere e Due persone fortunate. Le teorie dell’economista americano esercitano una forte influenza sulle scelte liberiste di alcuni primi ministri e presidenti, come Ronald Reagan e Margaret Thatcher.
Negli anni ’80 è oggetto di polemiche il rapporto che intrattiene con il regime dittatoriale di Augusto Pinochet in Cile che adotta una serie di riforme economiche di stampo liberista sugli orientamenti di Friedman. Nel 1975 l’economista invia una lettera al dittatore in risposta a una domanda su come gestire l’economia. Ne segue una seconda con un programma economico dettagliato da applicare alla realtà cilena.
Il 17 ottobre del 1988 Friedman viene insignito della Medaglia presidenziale della libertà, mentre negli anni successivi si espone contro la guerra del Golfo, contro quella dell’Iraq, e a favore di un reddito di cittadinanza accanto alla riduzione al minimo indispensabile dello stato assistenziale.
Si esprime a favore dei diritti LGBT ed è il primo firmatario di un appello, sottoscritto da oltre 500 economisti, con l’obiettivo di denunciare gli enormi costi del proibizionismo sulla marijuana. A seguito di un infarto, muore il 16 novembre del 2006 a San Francisco.