Sostantivo
malizia f sing (plurale: malizie)
- tendenza, inclinazione, disposizione, intenzione o volontà di commettere il male, di recare danno, di agire consapevolmente con malizia contro l'onestà, la virtù, il giusto e la giustizia
- consapevolezza, conoscenza furbesca e spesso compiaciuta, di ciò che è male, o di vedere il male anche dove non vi sia
- conoscenza dei segreti della propria arte o come frutto di una lunga pratica ed esperienza
- stato di malattia, infezione, o corruzione
- potenziale perfidia
- (per estensione) (senso figurato) possibilità, talvolta esasperata, a "vedere" quasi ogni cosa soltanto in modo "malizioso"
- (per estensione) insinuare in modo inconsulto
Sillabazione
ma | lì | zia
Pronuncia
IPA: /ma'litsja/
Etimologia
dal latino malitia, a sua volta derivato da malus cioè "malvagio"
Citazioni
"L'ingenuità nella donna è più pericolosa della malizia." (Iginio Ugo Tarchetti)
Correlate
ammaliziare, ammalizzire, disincantato, falsificato, furbesco, immalizzire, lacciolo, maliziaccia (pegg.), malizietta (dim. o pegg.), malizioccia (dim. o pegg.), maliziuola (dim. o pegg.), maliziare, maliziato, maliziatamente, maliziosità, malizioso, maliziosaccio (pegg.), maliziosetto (dim.), maliziosino (dim.), maliziosuccio (dim.), maliziosamente, maliziuto, scaltrirsi, scantare, scantato, smaliziare, smaliziatoProverbi
- la malizia del demonio: l'astuzia del demonio
- del d’ogne malizia, ch’odio in cielo acquista, ingiuria è ’l fine, ed ogne fin cotale o con forza o con frode altrui contrista; Dante (La divina commedia'', Inferno, Canto XI, 22–24)
- incontinenza, malizia e la matta bestialitade; Dante (La divina commedia'', Inferno, Canto XI, 82–83)
- è un ragazzo senza malizia: è un ragazzo ingenuo
- e sur un certo fondo di goffaggine, dipintogli in viso dalla natura, velato poi e ricoperto, a più mani, di politica, balenò un raggio di malizia, che vi faceva un bellissimo vedere; Manzoni (I promessi sposi, Capitolo XVIII)
- la malizia del mestiere
- non credo cha veder maggior tristizia fosse in Egina il popol tutto infermo, quando fu l'aere sì pien di malizia, che li animali, infino al picciol vermo, cascaron tutti; Dante (La divina commedia, Inferno, Canto XXIX, 58–62)''