L'ira di Achille: commento e analisi del passo
L’Iliade di Omero si apre con un proemio che invoca la Musa a cantare l’ira funesta del Pelide Achille, un sentimento che ha causato innumerevoli lutti agli Achei e ha gettato le anime di molti eroi nell’Ade, lasciando i loro corpi in pasto ai cani e agli uccelli. Questo incipit non solo introduce il tema centrale del poema, ma sottolinea anche l’importanza e la potenza dell’ira di Achille nel determinare le sorti della guerra di Troia.
L’ira di Achille: la descrizione degli accadimenti
L’ira di Achille è il tema centrale dell’Iliade, annunciato fin dal proemio con le parole che invocano la Musa a cantare la “collera funesta” del Pelide. Questo sentimento, descritto come devastante e inarrestabile, è scatenato da un conflitto con Agamennone, il comandante supremo degli Achei. La disputa tra i due sorge quando gli Achei, dopo nove anni di guerra, catturano due donne: Criseide, figlia del sacerdote di Apollo Crise, e Briseide, assegnata ad Achille.
Agamennone, che aveva scelto Criseide come premio, rifiuta di restituirla al padre nonostante le offerte di riscatto. Questo atto provoca l’ira di Apollo, che scaglia una pestilenza sul campo acheo. Per placare il dio, Agamennone è costretto a cedere Criseide, ma, per riaffermare la propria autorità, decide di prendere Briseide da Achille. Questo gesto rappresenta un grave affronto al timé (onore) dell’eroe, che percepisce la perdita come un’umiliazione insostenibile.
Achille, accecato dall’ira, decide di ritirarsi dalla battaglia e di non combattere più per gli Achei. La sua scelta ha conseguenze disastrose: privato del suo più grande guerriero, l’esercito acheo subisce pesanti sconfitte, mentre i Troiani, guidati da Ettore, guadagnano terreno.
La situazione peggiora quando Patroclo, il più caro amico di Achille, indossa le armi dell’eroe per guidare i Mirmidoni in battaglia. Nonostante gli ordini di limitarsi a difendere le navi, Patroclo si spinge troppo avanti e viene ucciso da Ettore. Questo evento segna un punto di svolta per Achille: il dolore e la sete di vendetta lo spingono a tornare in battaglia.
Achille, animato da una furia devastante, affronta Ettore in un duello epico. Dopo averlo ucciso, infierisce sul suo corpo, legandolo al carro e trascinandolo intorno alle mura di Troia. Questo atto di crudeltà estrema evidenzia la profondità della sua collera, trasformandolo da eroe a figura quasi disumana. Tuttavia, l’intervento degli dèi e la supplica di Priamo, re di Troia e padre di Ettore, riescono a placare temporaneamente l’ira di Achille. In un atto di riconciliazione, Achille restituisce il corpo di Ettore, permettendo ai Troiani di celebrarne i funerali.
L’ira di Achille: il commento
L’ira di Achille è molto più di una semplice emozione: rappresenta una forza distruttiva che condiziona il destino di uomini e popoli. Attraverso questo tema, Omero esplora questioni fondamentali come l’onore, la vendetta, la mortalità e il rapporto tra uomini e dèi.
L’onore e l’orgoglio
Nella società eroica descritta nell’Iliade, l’onore è il valore supremo che determina lo status di un guerriero. Per Achille, la sottrazione di Briseide non è solo la perdita di una schiava, ma una profonda violazione del suo timé. Questo spiega l’intensità della sua reazione: la decisione di ritirarsi dalla battaglia è un atto di protesta e una riaffermazione della propria dignità. Tuttavia, questa scelta solleva interrogativi sulla responsabilità dell’eroe verso la collettività, poiché le sue azioni mettono a rischio la sopravvivenza dell’esercito acheo.
La vendetta e la crudeltà
La vendetta è un tema centrale nell’ira di Achille. La morte di Patroclo, causata da Ettore, trasforma l’eroe in un essere consumato dalla furia. La sua sete di vendetta lo porta a compiere atti estremi, come l’uccisione di Ettore e la profanazione del suo corpo. Questi gesti mettono in evidenza la sottile linea che separa l’eroismo dalla barbarie. Sebbene la vendetta sia giustificata dalla logica della società eroica, il trattamento riservato a Ettore suscita domande sulla moralità delle azioni di Achille.
La mortalità e il destino
Achille è consapevole del proprio destino: sa che il ritorno in battaglia per vendicare Patroclo lo condurrà a una morte precoce. Questa consapevolezza conferisce una dimensione tragica al suo personaggio. Achille non combatte solo per vendetta o gloria, ma anche per lasciare un segno indelebile nella memoria collettiva, incarnando l’ideale del kleos (gloria eterna). La sua ira, quindi, è intrinsecamente legata alla sua lotta contro la finitezza della vita.
La riconciliazione e l’umanità
Nonostante la violenza e la crudeltà, l’ira di Achille non è priva di umanità. L’incontro con Priamo, che supplica per il corpo di Ettore, rappresenta un momento di catarsi. Di fronte al dolore del re troiano, Achille riconosce la sofferenza condivisa e recupera una parte della sua umanità. La restituzione del corpo di Ettore non è solo un atto di pietà, ma anche una dimostrazione del potere della compassione nel superare il conflitto.