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Madre Teresa di Calcutta, quando si festeggia e perché è Santa

Valeria Biotti

Valeria Biotti

SCRITTRICE, GIORNALISTA, SOCIOLOGA

Sono scrittrice, giornalista, sociologa, autrice teatrale, speaker radiofonica, vignettista, mi occupo di Pedagogia Familiare. Di me è stato detto:“È una delle promesse della satira italiana” (Stefano Disegni); “È una scrittrice umoristica davvero divertente” (Stefano Benni).

Quando Anjezë diventa Teresa

Anjezë Gonxhe Bojaxhiu nasce a Skopje, la capitale della Repubblica di Macedonia, il 26 agosto 1910, da una famiglia benestante albanese, originaria del Kosovo.

Alletà di 18 anni, avverte la chiamata del Signore e decide di prendere i voti. Sceglie l’ordine delle Suore di Loreto, un ramo dellIstituto della Beata Vergine Maria che svolge attività missionarie in India, e acquisisce il nuovo nome di “Teresa”.

È a Calcutta che la religiosa si accorge delle condizioni inumane in cui versano le persone che abitano le baraccopoli della città. E viene letteralmente investita da quella che viene denominata “la chiamata nella chiamata”; che le intima di rinunciare alla vita tranquilla allinterno della congregazione per uscire nelle strade a servire i poveri.
“Era un ordine” – dirà lei stessa anni dopo. “Non un suggerimento, un invito o una proposta”.

Un nuovo Ordine

A 40 anni, allora, lascia il certo per l’incerto, la propria Congregazione per fondarne una nuova.
Nel 1950 nasce, dunque, la Congregazione delle Missionarie della carità con il compito di prendersi cura dei “più poveri dei poveri”.

L’abito madre è il sari più semplice ed economico in circolazione. Ma non solo: bianco, con le strisce azzurre, rappresenta anche i paria, gli intoccabili. Ora è davvero la madre degli ultimi.

Ultimi come i malati terminali, senza speranza, i moribondi. Per i quali apre case dedicate. A Gandhi intitola quella destinata ai malati di lebbra.

I rapporti con il Vaticano

Questa donna così minuta, semplice, profondamente accogliente, mostra negli anni una forza straordinaria.
Paolo VI ne rimane affascinato, a tal punto da concedere con sollecito entusiasmo il titolo di “Congregazione di diritto pontificio” assieme all’autorizzazione ad espandersi anche fuori dallIndia.

Giovanni Paolo II, rapito dallo spirito della Congregazione, stringe un rapporto di profonda amicizia, con Madre Teresa.
Spesso, durante i suoi viaggi, si reca a visitare le strutture d’accoglienza. Vi si ferma, dà da mangiare ai malati.
Sarà proprio Papa Wojtyla nel 2003 a iniziare il percorso di beatificazione senza attendere i cinque anni prescritti dalla data di morte.

È il 4 settembre 2016 quando Papa Francesco pronuncia la formula in latino che la proclama “Santa Teresa di Calcutta”, a diciannove anni dalla morte e a diciassette dallinizio del processo canonico.

Il giorno della ricorrenza – quello a lei dedicato, in cui la si ricorda – è il successivo: 5 settembre, data della sua morte (avvenuta nel 1997, all’età di 87 anni).

Il miracolo che la rende Beata

Il processo di beatificazione, propedeutico a quello successivo di canonizzazione, richiede la documentazione di un miracolo avvenuto per intercessione della stessa Madre Teresa. Tra le migliaia di segnalazioni ricevute, la Chiesa Cattolica vaglia come rilevanti quelle abbiano i requisiti per essere considerate guarigioni miracolose.

Ovvero che siano:

  • istantanee,
  • complete,
  • durature,
  • prive di alcuna spiegazione medica plausibile.Per la beatificazione viene riconosciuta come miracolosa la guarigione di una donna di religione induista, Monica Besra.
    Per la canonizzazione è stata riconosciuta come miracolosa la guarigione di un ingegnere brasiliano, Marcilio Haddad Andrino.

Nel 2002 la Santa Sede riconosce come miracolosa la guarigione di Monica Besra, originaria di un villaggio a nord di Calcutta.
Nel 1998 alla donna è stato diagnosticato un tumore all’addome, così come una meningite tubercolare.
Non potendo più sostenere i costi delle cure, chiede di lasciare l’ospedale ed essere accompagnata presso un centro delle Missionarie della Carità, a Balurghat.

Il 5 settembre la donna si trova a pregare con le suore, quando – stando al suo racconto – osservando una fotografia di Madre Teresa, rimane colpita da un raggio di luce che proviene dai suoi occhi.
Nel pomeriggio, poi, dopo aver poggiato un piccolo medaglione con la sua immagine sulla protuberanza che ha sull’addome, torna a pregare e si addormenta. La mattina successiva, provando una leggerezza che non avvertiva da tempo, si accorge che la protuberanza è scomparsa.

Ancora più eclatante, la guarigione miracolosa

La scienza brancola nel buio di fronte alla guarigione inspiegabile – verificatasi il 10 settembre 2008 – dell’ingegnere brasiliano Marcilio Haddad Andrino da una grave patologia cerebrale.

Andrino è in coma e viene portato in sala operatoria per un intervento a dir poco disperato.
È accompagnato dalla moglie che, nell’attesa, non ha altro da poter fare se non entrare nella cappella dellospedale a pregare. È in compagnia di un sacerdote e alcuni familiari che già dalla sera precedente pregano affinché Madre Teresa interceda e “curi” in qualche modo lei stessa il marito.

Il chirurgo, prima di procedere all’intervento, esce dalla sala operatoria per rientrarvi dopo circa mezzora. Ciò che trova è sbalorditivo.
Il paziente non solo è cosciente, ma è seduto sul lettino. Si guarda intorno e gli domanda con sorpresa e una certa inquietudine cosa ci faccia in quel luogo.

La guarigione, viene certificata come istantanea.
E gli “ascessi multipli cerebrali con idrocefalo ostruttivo” – tale era la portata della diagnosi – semplicemente e inspiegabilmente scomparsi.

Quello di Marcilio Haddad Andrino viene considerato come uno dei rarissimi casi di “miracolo di primo grado”, ovvero un evento che contempla la risurrezione dalla morte o la cosiddetta “Restitutio ad integrum”, cioè una guarigione totale che comporti il risanarsi degli organi distrutti dalla malattia.
La maggior parte dei miracoli accertati dal dicastero vaticano, invece, sono di “terzo grado”. Ovvero cioè guarigioni istantanee da malattie per le quali la medicina avrebbe potuto ottenere risultati, ma solo dopo molto tempo.

Tanti i riconoscimenti che la Santa ottiene anche in vita.
Quando viene insignita del Premio Nobel per la Pace, nel 1979, declina l’invito per il tradizionale banchetto previsto dal cerimoniale e chiede che i 6000 dollari del premio a lei destinato siano devoluti ai poveri di Calcutta.