
Bandiera e Inno d'Italia a scuola: novità annunciata da Valditara
Giuseppe Valditara, nella Giornata dell'Unità nazionale, ha sottolineato l'importanza delle Linee guida sull'Educazione Civica per la scuola
In occasione della Giornata dell’Unità nazionale, il 17 marzo 2025, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è tornato a sottolineare l’importanza dell’apprendimento a scuola dell’Inno d’Italia, della Costituzione e della valorizzazione della Bandiera tricolore. Per farlo ha ripreso il discorso sulle nuove Linee guida sull’Educazione Civica introdotte nell’anno scolastico 2024/2025 e sulle quali non sono mancate le polemiche.
- Valditara sull'Inno nazionale e la Costituzione a scuola, l'annuncio
- Le polemiche sulle nuove Linee guida sull'Educazione Civica
- Inno d'Italia a scuola: in quale classe si studierà secondo le nuove Indicazioni Nazionali
Valditara sull’Inno nazionale e la Costituzione a scuola, l’annuncio
Il 17 marzo, ogni anno, si è celebrata la Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera: una ricorrenza che ricorda la proclamazione a Torino dell’Unità d’Italia, il 17 marzo del 1861.
In occasione del 164esimo compleanno dell’Unità d’Italia, il ministro Valditara ha annunciato il forte impegno del MIM nella valorizzazione dei simboli del Belpaese: “Oggi celebriamo l’Unità d’Italia, la nostra Costituzione, il nostro Inno e la nostra Bandiera, simboli di coesione nazionale – ha dichiarato in una nota il capo MIM -. Le nuove Linee guida sull’Educazione Civica attribuiscono una particolare importanza alla conoscenza della nostra Costituzione. Abbiamo attribuito anche rilievo alla conoscenza del nostro inno nazionale e della storia della bandiera italiana. Conformemente alla volontà dei costituenti diamo valore al concetto di Patria, che unisce tutti coloro che credono nel futuro della nostra Repubblica”.
Le polemiche sulle nuove Linee guida sull’Educazione Civica
Il riferimento di Valditara è alle nuove Linee guida sull’Educazione Civica, firmate con decreto il 7 settembre 2024 e introdotte già nell’anno scolastico 2024/2025: “Un percorso per formare cittadini responsabili”, si legge sul sito del MIM. “I curricoli di Educazione civica delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione si riferiranno ai traguardi e agli obiettivi di apprendimento definiti a livello nazionale, come individuati dalle nuove Linee guida che sostituiscono le precedenti” e che si fondano su 3 macro concetti: Costituzione, sviluppo economico e sostenibilità, cittadinanza digitale.
Non si sono fatte attendere le polemiche da parte dei docenti: “Trovo queste linee guida povere e assolutamente inadeguate a formare la capacità critica di un cittadino“, aveva commentato subito Marco De Nicolò, docente di Storia contemporanea dell’Università di Cassino, in un’intervista a La Repubblica.
Secondo il professore, tali Linee guida sarebbero al centro di un “processo di rinazionalizzazione” messo in atto dal Governo Meloni, un “percorso di rivalutazione della storia italiana” che “dimentica che la nostra costituzione è innanzitutto antifascista”. A parlare di “un’ideologia neonazionalista” è stato anche l’insegnante Storia e Filosofia al liceo e scrittore Christian Raimo, che ha recentemente criticato le nuove Indicazioni Nazionali per la scuola di Valditara, contenenti riferimenti allo studio dell’Inno nazionale e alla storia d’Italia.
Secondo De Nicolò, si dovrebbe partire dalle basi. Per esempio, nel “passaggio in cui si parla del contrasto alle mafie e alla criminalità“, se “i bambini e i ragazzi non sanno a chi è deputato questo contrasto, resta solo una vaga dichiarazione di intenti”. “Magari – ha proseguito l’insegnante – potremmo cominciare ad insegnare da piccoli il valore sociale di pagare le tasse e non evadere il fisco”. Infine, la critica si è soffermata sulla mancanza di riferimenti “al welfare, alla sanità, alla cura dei ceti disagiati” e “ai diritti”.
Inno d’Italia a scuola: in quale classe si studierà secondo le nuove Indicazioni Nazionali
Non solo linee guida sull’Educazione Civica. Anche nelle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola il ministro Valditara ha posto l’accento sull’Inno d’Italia e sulla Costituzione. In particolare, si legge all’interno delle 154 pagine che compongono il documento, lo studio dell’Inno di Mameli avverrà già nel secondo anno della scuola primaria. “Mameli e l’inno nazionale (spiegazione del contenuto), poesie e canti del Risorgimento”, si legge nella sezione “Conoscenze”.
Le nuove Indicazioni Nazionali, oggetto di dure critiche da parte degli esperti delle discipline coinvolte, pone “al centro l’attenzione ai valori della Costituzione appresi tramite l’educazione civica”. Inoltre, “Punti focali dell’insegnamento della geografia nel primo ciclo” di studi sono anche “l’educazione ambientale, le competenze di cittadinanza e la conoscenza della Costituzione italiana, oltre a competenze comunicative geo-grafiche e digitali”.