Programmi scuola di Valditara, Raimo: "Ideologia neonazionalista"
Christian Raimo ha espresso le sue critiche sulle nuove Indicazioni Nazionali per i programmi scolastici, annunciate dal ministro Giuseppe Valditara
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha recentemente annunciato le nuove Indicazioni Nazionali per la scuola, le linee guida per la costruzione dei programmi scolastici futuri. Non sono mancate le critiche, sia dal mondo politico, sia scientifico e accademico, tra le quali quella di Christian Raimo, insegnante Storia e Filosofia al liceo, nonché giornalista e scrittore. Secondo lo studioso, con queste decisioni “si cerca di legittimare culturalmente e didatticamente un’ideologia neonazionalista”. Vediamo perché.
- La critica di Christian Raimo al programma di Valditara
- Le nuove Indicazioni Nazionali per la scuola: le novità
La critica di Christian Raimo al programma di Valditara
Non si sono fatte attendere le polemiche dopo dall’annuncio delle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola, annunciate da Valditara. Tra queste spicca anche quella di Christian Raimo, che in un’intervista a Virgilio Notizie ha espresso il suo pensiero.
Secondo il filosofo, il “sistema scuola” per come oggi è strutturato è piuttosto ingovernabile. Dall’altro lato spiega che “da piccole procedure vengono fuori cambiamenti di sistema”. Un esempio? “Sul voto è andata così, con il ritorno a voti numerici e giudizi sintetici. C’era un’eccellente riforma, su cui avevano lavorato per tre anni milioni di genitori, docenti, studenti, insabbiata con un colpo solo”.
Raimo si è poi soffermato su una dichiarazione ripetuta più volte da Valditara e da diversi esponenti di Governo, ossia “rispetto e dovere”. Il professore ha rimarcato che il “rispetto senza cura, senza conoscenza dell’altro, senza cultura della solidarietà, è un termine vuoto”. Ha poi citato la Costituzione, in particolare i passaggi in cui si parla di doveri, evidenziando che “non si fa riferimento a una generica adesione all’autorità costituita, ma (articolo 2) al dovere della solidarietà, politica, sociale, e anche economica”. Raimo ha quindi dichiarato di essere convinto che la scuola dovrebbe “educare a questo, in una società sempre più disuguale”.
Il filosofo si è poi fatto ancor più critico sulle idee a cui guarda il ministro dell’Istruzione Valditara, arrivando a dire che in questo momento si sta sta cercando di “legittimare culturalmente e didatticamente un’ideologia neonazionalista”, sottolineando che tale dibattito non è solamente una questione che riguarda l’Italia, ma un orizzonte più ampio, vale a dire quello di vari sistemi europei.
Il ragionamento del professore si è poi spinto ad analizzare il progetto di Carlo Azeglio Ciampi, definito un disegno di “patriottismo democratico”. In particolare, Raimo ha ricordato la decisione relativa all’insegnare l’Inno d’Italia alle elementari, al ripristino della festa delle forze armate e alla scelta di una lettura italocentrica della Resistenza, affermando che nell’idea di Ciampi, tale progetto, “doveva essere un antidoto a due processi in corso: la spinta antieuropeista da un lato che faceva perdere un’identità, e quella secessionista” dettata dalla paura della Jugoslavia. L’idea di Ciampi, spiega sempre il filosofo, era che, innanzi a un rischio di “riduzione del sentimento di solidarietà nazionale”, si potesse “ritrovare una pedagogia civile italiana”.
Secondo Raimo, il progetto ciampiano era sì democratico, “ma è fallito da tutti i punti di vista”, generando, senza volerlo, il “sovranismo in salsa leghista e poi postfascista”. Il professore si è quindi soffermato su alcune contraddizioni di fondo di alcune ideologie politiche dei giorni nostri, puntualizzando che oggi i “partiti riescono a essere al tempo stesso secessionisti e nazionalisti”, a promuovere “sia l’autonomia differenziata, sia il premierato”. In tutto ciò, “la scuola è destinata a essere sempre più distante dalle vite delle persone”, ha concluso con amarezza Raimo.
Le nuove Indicazioni Nazionali per la scuola: le novità
Le nuove Indicazioni Nazionali, che dovrebbero entrare in vigore dall’anno 2026/2027, prevedono diversi cambiamenti nei programmi scolastici. Tra questi, troviamo:
- Maggiore attenzione alla letteratura e alla grammatica: dalla primaria, si incentiverà l’amore per la lettura e la scrittura, con l’utilizzo di filastrocche, scioglilingua e testi semplici da memorizzare. Maggiore attenzione per la grammatica e introduzione di elementi di epica classica e mitologia;
- Ritorno alla centralità della storia: abolizione della geostoria alle superiori a più attenzione alla storia d’Italia, alle civiltà classiche e alle origini del Cristianesimo;
- Valorizzazione della musica: già dalla primaria, maggiore spazio alla musica e alla sua comprensione, e alla civiltà musicale;
- Reintroduzione del latino: a partire dalla seconda media, il latino verrà introdotto come disciplina curricolare opzionale.
Il ministro Valditara, nell’annunciare tutte le novità previste, ha spiegato a Il Giornale di aver “disegnato il cammino di bambini e adolescenti dai 3 ai 14 anni”, ovvero “il percorso dall’infanzia alle medie”. Inoltre, altri interventi sono previsti anche per i programmi scolastici delle scuole superiori.
Secondo il ministro non si tratterebbe di una scuola sovranista. Ha infatti dichiarato: “Niente slogan facili. Vogliamo una scuola seria. Prendiamo il meglio del passato per guardare al futuro”.