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Valditara Fonte foto: ANSA

Nuove Indicazioni Nazionali, è polemica: la reazione di Valditara

La reazione del ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara alle polemiche sulle Nuove Indicazioni Nazionali per le scuole: cosa ha detto

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Continua il dibattito sulle Nuove Indicazioni Nazionali per le scuole (ex programmi scolastici) annunciate da Giuseppe Valditara. La reazione del ministro dell’Istruzione alle polemiche.

Nuovi programmi a scuola: Valditara risponde alle polemiche

“Mi fa piacere che si sia aperto un grande dibattito culturale, era ora”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a Lecce, dove sta partecipando ad una serie di incontri nelle scuole, commentando le reazioni ai nuovi programmi della scuola. Lo ha riportato Ansa. La discussione nata intorno al tema, ha aggiunto, “è già un primo successo di questa iniziativa”, da lui definita “innovativa e stimolate”.

“In realtà – ha precisato – bisogna parlare di indicazioni nazionali, perché dovranno essere rispettose dell’autonomia delle scuole e saranno discusse adesso all’interno di incontri della Commissione che ha provveduto a stilare queste riflessioni. Poi a fine marzo trarremo le conclusioni di questo dibattito”.

A chi, come alcuni studenti di Lecce, gli ha rimproverato la mancanza di confronto e l’esclusione dai tavoli di dialogo sui nuovi programmi, Valditara ha spiegato che “non è vero che non ci sia stato dialogo, ma è vero che purtroppo qualcuno l’ha rifiutato e non si è presentato a questi incontri”. La Commissione chiamata a sostenere il ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) nella stesura delle Nuove Indicazioni Nazionali, “ha fatto più di centro incontri – ancora il ministro -. Ha incontrato le consulte studentesche, reincontrerà le associazioni disciplinari, sindacati, le forze politiche, le associazioni dei genitori”.

Il dibattito sulle Nuove Indicazioni Nazionali

Nel frattempo, prosegue il dibattito tra favorevoli e contrari. Tra le principali novità annunciate troviamo la reintroduzione (facoltativa) dell’insegnamento del Latino alle medie, che per Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (ANP), è “perfettamente in linea con l’arricchimento dell’offerta formativa“.

Giannelli, che è intervenuto a Rtl 102.5, ha proseguito: “Dopo 13 anni era doveroso rivedere queste Indicazioni Nazionali”. Se nella revisione “si introduce il Latino come opzionale, va benissimo: chi vuole frequentarlo lo frequenta, chi non vuole no. D’altronde, anche le scuole avranno ampia autonomia su questo”.

Il presidente ha continuato: “Il ministro, molto condivisibilmente, ha puntato sul fatto che si deve tornare ad una produzione scritta. I ragazzi, e i bambini soprattutto, stanno perdendo questa abitudine a causa dell’utilizzo sempre più intenso dei cellulari. E quindi la manualità viene persa. Su questo, chi ha lanciato l’allarme sono stati i neurologi, i pedagogisti, i neuropsichiatri infantili, per questo mi sembra una cosa del tutto condivisibile”.

Finché non leggiamo il testo definitivo delle Nuove Indicazioni Nazionali “è molto difficile esprimere un giudizio compiuto – è andato avanti Giannelli -. Sicuramente è una manutenzione necessaria” anche perché in questi 13 anni “è esploso il mondo dei social come non era pensabile nel 2012, e negli ultimi mesi l’Intelligenza artificiale. La scuola non può far finta che questa roba non esista. Vediamo come la Commissione intende rispondere alle nuove esigenze sociali attraverso la revisione delle Indicazioni Nazionali”.

Nel dibattito, con una nota, è intervenuta anche Federconsumatori, che ha criticato il piano di revisione proposto dal MIM. Nelle Nuove Indicazioni “si scorge davvero poco futuro, bensì si intravedono chiari e anacronistici ritorni al passato“, hanno affermato dall’associazione.

“La conoscenza della Bibbia – si legge nella nota – appare, nei fatti, una scelta arbitraria, di chiaro stampo nostalgico e conservatore che peraltro non tiene in alcuna considerazione testi di riferimento di altre religioni altrettanto rilevanti nel quadro della storia dell’umanità”.

Per l’associazione queste scelte “incarnano in pieno uno spirito reazionario, irreale e controproducente per studenti che si troveranno a vivere e lavorare in un contesto sempre più integrato a livello globale”.

Al contrario, “servono investimenti per implementare le attività educative, modernizzare le strutture scolastiche e ridurre il numero di alunni per classe, stabilizzare le posizioni degli insegnanti precari e alzare lo stipendio del corpo docente (tra i più bassi d’Europa), invertire la politica di accorpamento, dimensionamento e tagli. Operazioni che richiedono impegno e risorse sicuramente maggiori rispetto a quelle necessarie alla definizione di programmi meramente ideologici e dannosi per gli studenti”, hanno concluso da Federconsumatori.