
Il ministro Valditara stava per essere bocciato a scuola
In un'intervista, il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha rivelato che, quando era studente, stava per essere bocciato a scuola
Parlando degli studenti che hanno deciso di fare scena muta all’orale della Maturità 2025 per protestare contro il sistema di valutazione, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha raccontato un curioso retroscena di quando andava a scuola. L’inquilino di viale Trastevere ha svelato che stava per essere bocciato all’ultimo anno di liceo.
Giuseppe Valditara ha rischiato la bocciatura a scuola
In un’intervista al Corriere della Sera, Giuseppe Valditara ha rivelato un episodio del suo passato da studente che lo ha visto a un passo dalla bocciatura. Il ministro dell’Istruzione ha ammesso di aver attraversato un periodo, durante il liceo, in cui aveva smesso di studiare una materia in particolare: la matematica.
La situazione era diventata così critica che, alla vigilia dell’esame di Maturità, la sua professoressa gli aveva intimato: “Se non ti metti a studiare non ti ammetto“. Una frase che, a distanza di anni, Valditara ha detto di ricordare con gratitudine, riconoscendo il ruolo fondamentale di quella docente nel richiamarlo “al senso di responsabilità”.
Quell’ultimatum, infatti, lo spinse a studiare e a recuperare la materia: “E così in due settimane ho recuperato il programma di mesi”.
Valditara ha evidenziato che questa esperienza ha segnato profondamente la sua formazione, insegnandogli il valore dell’impegno e delle conseguenze delle proprie scelte.
Perché per il ministro chi boicotta la Maturità deve essere bocciato
Valditara ha raccontato questo episodio commentando i casi di scena muta volontaria alla Maturità 2025, che stanno facendo molto discutere. Per il prossimo anno scolastico, il ministro ha annunciato una norma che preveda la bocciatura per gli studenti che decidono di boicottare l’orale dell’esame. Al momento, infatti, in questi casi “la legge permette la promozione”, ha sottolineato Valditara.
Con la nuova misura, che sarà inserita in una più ampia riforma dell’esame di Stato, “voglio dare un forte messaggio in linea con la Costituzione”, ha dichiarato il ministro. Che ha proseguito: “Troppo spesso non è chiaro che la regola si rispetta, così come si rispettano le persone: all’esame ci sono commissari che dedicano il proprio tempo ad una funzione sancita dalla nostra Costituzione”.
Per il ministro, rifiutare di sostenere il colloquio per protesta è un gesto che non rispetta né il lavoro degli insegnanti né quello degli altri studenti: “Non si prendono in giro gli insegnanti, si rispetta il loro lavoro, si rispettano i compagni che hanno creduto in quel momento e si sono impegnati, che hanno provato ansia, stress, coltivato speranze, hanno dedicato mesi per prepararsi all’appuntamento”. Per questo, ha aggiunto, “non posso farla franca se decido di fare scena muta“.
Per il ministro, dietro a queste forme di contestazione si nasconde “una difficoltà ad affrontare le prove“. Ma, ha continuato, “dobbiamo uscire da quella cultura che ha paura del giudizio, che rifiuta il concetto di autorità, che condanna i divieti, che rifugge dal pronunciare dei no, anche quando servono, che considera sempre dannose le sanzioni”. In questo modo, ha concluso Valditara, “si coltiva l’immaturità e ci si abitua a considerare normale la irresponsabilità“.
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