
Scena muta volontaria alla Maturità, Mentana contro Valditara
Enrico Mentana si sfoga contro il ministro Valditara e coloro che criticano gli studenti che hanno fanno volontariamente scena muta alla Maturità 2025
Non smettono di far discutere i casi di scena muta volontaria all’orale della Maturità 2025 in segno di protesta. Dopo l’intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha annunciato per il prossimo anno l’introduzione di “una misura ad hoc necessaria” per chi intende “boicottare gli esami”, anche Enrico Mentana si è sfogato esprimendo il suo pensiero. Il noto giornalista e direttore del TG La7 ha avanzato dure critiche di “perbenismo” e “ipocrisia”.
- Lo sfogo di Mentana sui casi di scena muta alla Maturità
- La critica di Mentana verso Valditara
- I retroscena su Mentana da studente
Lo sfogo di Mentana sui casi di scena muta alla Maturità
I casi di “boicottaggio” dell’orale alla Maturità di Padova e Belluno (ma sembra non siano gli unici) sono al centro dei dibattito. La protesta degli studenti nei confronti del sistema scolastico e di votazione fa discutere tutti, non solo i politici. Già il ministro Valditara ha promesso interventi nei confronti di quegli studenti che decideranno di rifiutarsi di sostenere l’esame orale alla Maturità, dal prossimo anno. Ad esprimersi è stato anche Vincenzo Schettini, prof di fisica celebre per il suo format “La fisica che ci piace”, che ha criticato in parte la scelta di questi studenti, soprattutto per quanto riguarda le modalità.
Anche Enrico Mentana ha avanzato le sue critiche, in questo caso non rivolte ai giovani, bensì a Valditara e ai “perbenisti” e “paternalisti”.
“Mamma mia quanto perbenismo, quanto paternalismo e quanta ipocrisia sulla vicenda degli studenti della maturità che fanno a bella posta scena muta all’orale dopo aver avuto la certezza matematica della promozione”. Inizia così lo sfogo del giornalista pubblicato sulla sua pagina Facebook.
Ha denunciato i “vuoti di memoria” e i “ditini alzati” di coloro che hanno criticato duramente questi studenti. “Quanti ‘Ai miei tempi sarebbe stato impensabile’ scritti da gente che ai suoi tempi aveva scioperato e occupato le scuole, contestato il sistema dell’istruzione (e non solo quello), convissuto con la violenza politica giovanile, visto amici e compagni di scuola avviarsi alla lotta armata”, ha aggiunto.
Mentana ha proseguito ammettendo che in quegli anni se ne facevano di tutti i colori “con gioia e strafottenza rispetto a professori e genitori”. Atti di cui molti oggi ancora se ne vantano quando fanno le rimpatriate tra ex compagni di classe. “Ma ce ne vantiamo perché erano i nostri irripetibili 18 anni, che vivemmo come volevamo”, ha sottolineato il direttore del TG La7, che ha aggiunto una critica indirizzata al ministro dell’Istruzione Valditara: “Però ora vogliamo spiegare ai maturandi di oggi come si sta al mondo, col supporto del ministro“.
La critica di Mentana verso Valditara
Al centro dello sfogo di Mentana c’è lo stesso sistema dei voti criticato dagli studenti. “Chi fa scena muta all’orale (con proclami o senza) può farlo perché ha già la promozione in tasca – ha spiegato -. Che colpa ne ha se si è creato un sistema di voto che somma i crediti pregressi nel quinquennio, i risultati degli esami scritti e infine l’orale?”.
Ecco l’accusa del giornalista a Valditara e ai “tanti soloni scesi in campo”, che sarebbero responsabili di “aver creato un caso nazionale su cinque o sei episodi (uno ogni centomila maturandi…)”. Mentana si chiede infine se abbiano compreso che questo “serve soltanto a dare l’idea a tanti altri che non hanno bisogno di un voto più alto, e che puniranno a loro volta tanto saccente bacchettonismo”.
I retroscena su Mentana da studente
Ma come era Enrico Mentana da studente? Ha frequentato il liceo Classico Alessandro Manzoni di Milano, interessandosi fin da subito di politica e aderendo al gruppo anarchico Movimento Socialista Libertario, prima, e al Partito Socialista Italiano, poi.
In occasione di una rimpatriata tra compagni di classe, avvenuta 50 anni dopo il diploma, il collega Paolo Beltramo (che frequentò con lui il Manzoni) aveva svelato, tra ricordi goliardici e nostalgie, come fosse Mentana da studente, affermando che “faceva abbastanza casino“.
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