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Orale Maturità 2025: studentessa si rifiuta, nuova protesta iStock

Orale Maturità, altra scena muta: la protesta di una studentessa

Dopo il caso clamoroso a Padova, anche a Belluno una studentessa si è presentata all'esame orale di Maturità facendo scena muta: le sue motivazioni

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

L’esame orale alla Maturità 2025 torna a far parlare di sé e ad alimentare il dibattito sul sistema dei voti a scuola. Dopo il caso del liceale Gianmaria Favaretto, che ha deciso di fare scena muta all’orale rifiutandosi di sottoporsi alla prova, arriva il bis di una liceale di Belluno, Maddalena Bianchi. La studentessa ha parlato schiettamente alla commissione denunciando i meccanismi di valutazione scolastici, l’eccessiva competitività, la mancanza di empatia del corpo docente.

La nuova protesta di una studentessa all’orale di Maturità

Dopo la clamorosa protesta messa in atto da Gianmaria Favaretto a Padova, che si è rifiutato di sostenere l’esame orale alla Maturità venendo promosso matematicamente con 65/100, si aggiunge un nuovo caso sempre nel Veneto. Protagonista della nuova contestazione è Maddalena Bianchi, 19 anni, diplomata al liceo scientifico Galilei di Belluno e aspirante studentessa di Astronomia. Si è presentata all’esame, ma si è rifiutata di sostenerlo.

“Ho fatto un discorso ai professori, me l’ero preparato a lungo – ha raccontato al Corriere della Sera la studentessa bellunese -. Ho provato a descrivere nel dettaglio quello che secondo me a scuola non funziona“.

Si è presentata infatti all’appuntamento con l’esame orale entrando in aula e pescando la traccia. Ha poi aspettato che tutti i docenti della commissione si sedessero e ha così iniziato il suo discorso di protesta: “Ho provato a spiegare che, sebbene nella mia scuola la parte relativa alla preparazione sia stata ottima, ritengo che sia mancata totalmente l’attenzione alle persone“. Secondo Maddalena Bianchi, infatti, “il focus dei docenti è sempre stato sui voti”. Un problema che l’ha toccata, nonostante fosse una buona studentessa e non abbia mai avuto grossi problemi, “coi voti nella media”. Il problema è che l’eccessiva attenzione ai voti avrebbe distolto i professori dalla valorizzazione della parte umana della persona: “Non c’è mai stata la voglia di scoprire la ‘vera me’ da parte dei docenti”, ha denunciato. “Questi prof pensano solo ai voti e non hanno capito le mie difficoltà personali”.

La dura critica ai docenti e al sistema dei voti a scuola

La critica, oltre al sistema dei voti, va proprio ai docenti (protagonisti del nuovo codice di comportamento annunciato da Valditara), che non avrebbero avuto la sensibilità e l’interesse di conoscere i propri studenti: “Ci sono difficoltà umane che non sono state viste”, ad esempio quelle che si possono incontrare al primo anno, quando si inizia la scuola o ci si sposta in nuove classi non conoscendo nessuno, casi in cui ci si può sentire disorientati. “Avevo però anche provato a parlarne con i professori, ma nessuno ha mai dimostrato interesse – ha spiegato la giovane -. I docenti non guardano come sta lo studente davvero. Sono solo interessati al voto e questo crea molta competitività“.

Il sistema dei voti e la troppa centralità che ha nel rapporto insegnante-alunno, con conseguenti ansie e dinamiche di competizione, sembrerebbe non interessare ai docenti, secondo la studentessa: “Non voglio dire che i professori debbano diventare amici degli studenti, ovvio. Però la pressione per le verifiche, l’ansia, sono all’ordine del giorno e a loro pare non interessare”. “La maggior parte della pressione viene dalla scuola. Ne parlavamo spesso nelle assemblee di classe. Con qualche docente siamo anche riusciti a confrontarci, con altri no. Alcuni hanno provato a cambiare, senza riuscirci”, ha aggiunto.

Secondo lei dovrebbe essere valorizzato soprattutto l’impegno di uno studente, anche quando non riesce ad eccellere in una materia. “Quanto una persona si impegna non conta”, ha constatato. Un concetto spiegato approfonditamente anche da prof Enrico Galiano, che sostiene che i voti non siano tutti uguali.

La reazione di professori e genitori

Com’è stata la reazione dei docenti della commissione al suo gesto di rifiuto? La studentessa ha spiegato di esser stata inaspettatamente ascoltata con interesse dai prof: “Mi hanno detto che essendo dentro al sistema sanno che ci sono delle cose che non vanno bene ma che cambiarle è difficile. Per la prima volta credo di aver sentito il loro aspetto umano più profondo”.

E i genitori? Pur non essendo stati avvisati prima dell’esame, l’hanno sostenuta: “Mia mamma mi ha detto che era molto contenta, che avevo fatto bene, che avevo fatto una cosa coraggiosa“.

Come dovremmo cambiare la scuola secondo la studentessa

Sistema dei voti che incentiva la competitività e mancanza di empatia del corpo docente sono due delle criticità che ci sono nel mondo in cui viviamo. “Proveremo a cambiarle”, ha assicurato Maddalena Bianchi. Ma come? “Non lo so ancora. In Nord Europa a scuola si abbatte la competitività con nuovi sistemi di insegnamento. Potrebbe essere la strada giusta”.

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