Salta al contenuto
crepet IPA

Crepet cita Sinner sulla scena muta alla Maturità: il suo affondo

Paolo Crepet commenta i casi di scena muta per protesta all'orale della Maturità 2025 e cita il tennista Jannik Sinner: l'affondo dello psichiatra

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Anche Paolo Crepet ha commentato i casi di scena muta volontaria all’orale della Maturità 2025. Due studenti, infatti, hanno rifiutato di rispondere alle domande della commissione d’esame per protestare contro il sistema di valutazione della scuola italiana, accendendo il dibattito pubblico sul tema. Il noto psichiatra e sociologo non ha risparmiato qualche critica agli studenti facendo una lunga riflessione sul rapporto tra i giovani e i voti. Per spiegare il suo punto di vista, ha di nuovo tirato in ballo il tennista Jannik Sinner.

Cos’ha detto Crepet su chi fa scena muta volontaria alla Maturità

È stata quanto meno ingenua. In tanti anni di scuola si è chiesta solo alla fine perché nessuno l’abbia mai ascoltata e capita”. Così Paolo Crepet, in un’intervista a Il Messaggero, ha commentato l’ultimo caso di scena muta volontaria al colloquio della Maturità 2025, messa in atto da Maddalena Bianchi, studentessa del liceo Galilei di Belluno.

La principale obiezione di Crepet riguarda il tempismo della contestazione: “È andata proprio fuori tempo massimo. Protestare adesso, quando stai uscendo dal sistema scolastico, che senso ha? Non serve a niente”. Secondo lo psichiatra, la studentessa avrebbe dovuto agire prima, “anche perché in fondo sulle motivazioni ha anche ragione“, ha aggiunto.

Crepet ha sottolineato di rispettare “molto” il punto di vista della studentessa, “perché è vero che la scuola non capisce i ragazzi. Nessuno in classe domanda a questi giovani come stanno. Non esiste lo spazio o il momento giusto per farlo, non è proprio previsto. Con chi dovrebbero parlare questi ragazzi? Non hanno nessuno con cui farlo. Né a scuola né in famiglia. Su questo abbiamo fallito“, ha sentenziato il professore.

Ma la studentessa, a suo avviso, “se l’è presa con l’unica cosa con cui non doveva prendersela“, ovvero i voti.

Perché Crepet ha citato Sinner e cosa c’entrano i voti a scuola

“Ci piace tanto Sinner ma poi, quando tocca a noi, i voti non vanno bene”, ha continuato Crepet, spiegando che il grande tennista “accetta le sconfitte, quindi la valutazione negativa, e va avanti per cercare di migliorare“.

Questo è il punto, secondo l’esperto: i giovani devono sviluppare la capacità di accettare un risultato negativo, di analizzarlo e di usarlo come stimolo per un impegno ancora maggiore. Come fa Jannik Sinner, che “tutte le mattine si sveglia presto per allenarsi” non tanto per vincere quanto per “affrontare le sfide senza paura”.

L’affondo di Paolo Crepet sui voti a scuola

L’analisi di Paolo Crepet si è così trasformata in un vero e proprio affondo sul rapporto dei giovani con la valutazione e, più in generale, con le sfide della vita. Per lo psichiatra, la radice del problema non è tanto il voto in sé, quanto l’incapacità dei ragazzi di oggi di accettare il giudizio e la mancanza di preparazione ad affrontare le inevitabili “valutazioni” che la vita presenta e presenterà.

I ragazzi non accettano la valutazione, ma non è possibile affrontare la vita con questo atteggiamento“, ha affermato. E ha contestato l’idea di una presunta “fragilità” generalizzata nelle nuove generazioni, invitando a non “spostare sempre l’attenzione sulle fragilità”, ma piuttosto a spingere i giovani ad “abituarsi ai voti che ti dà la vita”.

Resta sempre aggiornato: iscriviti al nostro canale WhatsApp!