
Come vivete i voti a scuola? La lezione di prof Schettini
Vincenzo Schettini si inserisce nel dibattito sulle valutazioni e chiede ai suoi follower "come vivete i voti a scuola?": ecco cosa ha detto il prof
Vincenzo Schettini, il celebre prof de ‘La fisica che ci piace’, ha fatto una profonda riflessione sul significato dei voti a scuola e sul loro impatto sulla vita dei ragazzi. Anche in questa occasione, la lezione dell’insegnante si è trasformata in un vero e proprio messaggio di incoraggiamento per i giovani, motivandoli a guardare oltre il numero, a non lasciarsi definire da un voto e a coltivare la resilienza necessaria per affrontare le sfide della vita.
La lezione di prof Schettini sui voti a scuola
Il dibattito sulla valutazione scolastica è tornato a far discutere dopo il caso del maturando di Padova che ha scelto di fare scena muta all’orale dell’esame di Stato per protestare contro il metodo dei voti a scuola. Anche il professor Vincenzo Schettini ha detto la sua sull’argomento, e lo ha fatto postando un video su Instagram intitolato ‘Come vivete (o avete vissuto) i voti a scuola?‘.
“Ma chi mai è stato ucciso da un 4? Siamo cresciuti male a suon di 4 e 3? Ti ricordi quando i professori mettevano -1? – ha esordito Schettini -. È chiaro che un voto brutto ti porta a una mortificazione, ti può portare a pensare ‘non valgo niente’. Ma non funziona così”.
Il prof ha proseguito: “Se tu cominci a dire ‘il mondo ce l’ha con me’, oggi ci sta il professore che ti dice ‘peccato’, la mamma che ti dice ‘peccato’. Poi, quando arrivi a 20 – 25 anni, e continui a dire ‘il mondo ce l’ha con me’, non ti ascolta nessuno, perché il mondo è competitivo, ragazzi. Ci sono delle sfide da accettare con il sorriso, lavorando, studiando, sacrificandosi“.
Da qui ha lanciato il suo messaggio finale: “Quindi anche quel 4 è la caduta a terra, la caduta libera, l’accelerazione che ti spacca il ginocchio. Poi ti alzi, ti metti il cerotto e vai avanti. Quindi smettiamola di pensare ai voti come mortificanti. Anzi, iniziamo da genitori a dire a nostro figlio: ‘Hai preso 4? Datti da fare'”, ha concluso Vincenzo Schettini.
Perché i voti non contano per prof Schettini
Non è la prima volta che prof Schettini parla delle valutazioni a scuola. A febbraio scorso, per esempio, ha dedicato un intero video al tema sul suo canale YouTube spiegando che “i voti non contano per cinque motivi“.
Il primo è che “i voti sono generici“, ha detto spiegando che rappresentano una valutazione di un compito specifico in una determinata materia, non un giudizio complessivo sull’abilità o sull’intelligenza di uno studente.
Il secondo motivo è che “i voti non contano perché sono numeri“. E, si è chiesto Schettini, “come può un semplice numero descrivere una persona? Non può”, si è risposto. La valutazione è solo “il sunto complessivo di quella performance” e, per questo, “è generico nell’esprimere un andamento di quella cosa in particolare che hai fatto di quel compito”.
La terza ragione risiede nel fatto che “il voto è frutto di un processo“, sia esso un compito, un’interrogazione o un esame. Dunque, non è una verità assoluta e immutabile, ma il risultato di un’interazione specifica.
La quarta motivazione è che “il voto non conta perché è temporaneo“. Un 8 in una verifica non ti rende un “genio” per sempre, così come un 9 in fisica non ti trasforma nel “nuovo Einstein del 21esimo secolo”. Per mantenere un buon voto, ha specificato Schettini, “devi continuare a studiare”. Lo stesso vale per i voti negativi: “Se prendi un 4 e poi ti metti a studiare, la prossima volta prenderai 6, 7, 8, 9. E anche quel voto sarà temporaneo perché passerà, te lo dimenticherai”.
Infine, “i voti non contano perché sono innocui“. Schettini ha spiegato: “Se tu vai vicino ad un cane e lo fai inca**are, ti morde, non è innocuo. Lo scoglio non è innocuo perché se ti metti a correre ti può squarciare la gamba. Il voto invece lo è: non ti morde, non ti squarcia la gamba, non ti fa niente”.