I voti a scuola sono importanti? La lezione di prof Schettini
Il prof Schettini ha spiegato perché dare voti a scuola è utile per gli studenti, anche per prepararli nella loro futura vita di persone adulte
Una delle maggiori paure degli studenti durante un compito o un’interrogazione a scuola è quella di prendere un brutto voto. C’è chi davvero si sente abbattuto nel ricevere una valutazione bassa e altri che invece sono spronati a migliorare. Da tempo si dibatte sull’utilità di dare giudizi agli alunni, il prof Schettini ha spiegato, in un dibattito con Diana Del Bufalo, perché secondo lui sono molto importanti, anche per preparare i ragazzi alla vita adulta.
Il botta e risposta tra Schettini e Del Bufalo sui voti a scuola
In una puntata del programma “La Fisica dell’Amore”, prof Schettini ha invitato come ospite Diana Del Bufalo. L’attrice ha criticato il sistema scolastico, in particolare il metodo delle valutazioni agli alunni. “Il fatto di dare i voti? Lo detesto”, ha detto Del Bufalo raccontando di essere stata una pessima studentessa che si applicava tantissimo ma non riusciva a capire le cose.
Da qui è iniziato un botta e risposta tra i due con il prof Schettini che ha replicato: “Il confronto con i voti bassi ci vuole, non si affrontano cose brutte nella vita?”. Secondo l’attrice il confronto è sicuramente importante ma le valutazioni fanno sembrare “come se uno studente è meno importante di un altro, è avvilente“.
Il docente ha risposto: “Giusto non dare troppa importanza ai voti, ma è un metodo di valutazione. Si cresce anche così”. E l’attrice: “Non dico che non ci vorrebbe qualcosa, ma si deve cambiare”.
Quanto contano i voti a scuola secondo Schettini
In un video del gennaio 2021 prof Schettini aveva spiegato che i voti a scuola, seppur importanti, “non contano” per cinque ragioni ben specifiche. La prima è che sono generici. Uno studente ne prende tantissimi per qualsiasi cosa, dalla storia, alla matematica, al disegno, ma non siamo tuttologi, perciò è ovvio che in alcune materie si avranno risultati più positivi e in altre meno eccelsi.
La seconda ragione è che sono numeri, sono cifre, ma non possono avere un valore definitivo, diverso è il caso dei giudizi scritti che spiegano le cose che eventualmente non sono andate bene, dando un’idea di ciò che bisogna migliorare.
Una terza motivazione è che sono temporanei, quando si prende un 8, dopo due giorni lo si dimentica perché ci sarà un nuovo voto e poi altre valutazioni, quindi ha un valore di durata brevissima, dura un attimo.
I voti inoltre sono frutto di un processo, nel dare un giudizio l’insegnante valuta tutto un percorso. Per questo motivo un 5 non è una mortificazione, potrebbe essere frutto di una media che contiene: il contenuto, la forma, la grammatica. Quindi sarebbe molto meglio se il professore spiegasse le motivazioni che hanno portato a quella valutazione, perché magari il cinque è scaturito perché la forma dello scritto era carente, ma i contenuti eccellenti. In questo modo lo studente capirebbe cosa c’è da migliorare.
Ultimo punto è che i voti “non contano” perché sono innocui, non fanno male. Ciò che deve interessare è quello che s’impara, ma non il voto in se stesso.
Brutti voti a scuola: le 3 domande da farsi secondo Schettini
Compreso che i voti a scuola sono importanti perché aiutano a crescere, ad aiutare ad affrontare le difficoltà, ma che devono comunque essere valutati per quello che sono, cioè un giudizio temporaneo che tiene conto di tante variabili e che dovrebbe solo avere l’effetto di spronare a imparare sempre di più, prof Schettini, a febbraio 2024, ha parlato anche di cosa bisognerebbe chiedersi quando si prende un brutto voto a scuola. I quesiti sono 3: “ho fatto abbastanza?“, “cosa ho sbagliato?“, “cosa faccio ora?“.
In pratica se si riceve una bassa valutazione bisognerebbe riconsiderare quanto ci si era preparati per quel compito o quell’interrogazione, quanto si aveva effettivamente studiato. Poi si dovrebbe analizzare quali sono stati i reali errori, magari nel compito in classe la forma in cui si sono espressi dei concetti è stata un po’ traballante, durante l’interrogazione l’ansia ha preso il sopravvento e non si è riusciti a rispondere in maniera chiara alle domande, pur sapendo bene le risposte.
In ultimo, ci si deve chiedere cosa fare dopo un brutto voto. Nessuno è rimasto ferito, ci sarà un nuovo compito in classe, esame, esercizio a distanza di breve tempo. Per migliorare la valutazione basterà prepararsi un po’ meglio per il successivo test puntando a perfezionare gli aspetti che si ritiene abbiano portato a ricevere un voto basso, magari anche chiedendo consiglio all’insegnante su quali sono stati gli errori e cosa poter fare per colmare le lacune.
In conclusione per prof Schettini, davanti a un brutto voto si reagisce comunque male, ma se non si cerca di capire perché, si perde una grande occasione. Il consiglio è quindi di aprire il compito, guardare quali sono stati gli errori e ridimensionare il tutto alla temporaneità che ha quella valutazione. L’obiettivo deve essere quello d’imparare, di acquisire informazioni che possano arricchire il nostro bagaglio culturale e servire in futuro per l’attività professionale. Il voto è solo un giudizio per invitare a superare le difficoltà e migliorare gli aspetti in cui si è carenti.