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Educazione, Crepet cita ancora Sinner e attacca: ira sui genitori

Paolo Crepet cita (ancora) il campione di tennis Jannik Sinner in tema di educazione giovanile e attacca i genitori di oggi: ecco cosa ha detto

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Parlando del suo nuovo saggio ‘Il reato di pensare’, lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet non ha perso occasione per fare una riflessione sui temi che gli stanno più a cuore, come l’educazione dei giovani, il ruolo dei genitori e l’impatto delle nuove tecnologie sulla società odierna. E ha citato di nuovo il campione Jannik Sinner, preso ad esempio per lanciare un attacco contro le mamme e i papà di oggi.

Cos’ha detto Crepet su Sinner (e cosa c’entrano i genitori)

È partito dalla libertà di pensiero per arrivare a parlare di educazione e genitorialità. Stiamo parlando di Paolo Crepet che, intervistato da Luce!, ha acceso i riflettori su temi cruciali per la nostra società, come il rapporto tra genitori e figli. Per argomentare le sue tesi, ha citato ancora una volta Jannik Sinner, che secondo l’esperto rappresenta un esempio virtuoso per i giovani (e non solo) e un modello da contrapporre alle pressioni e alle aspettative che spesso gravano su di loro.

Sinner “è visibilmente più maturo, non solo fisicamente. Ha capito cos’è perdere“. Per Crepet, “se avesse avuto la strafottenza del vincitore, sarebbe stato peggio”.

E ancora: “Non vinci con Alcaraz se non lo temi. Se lo temi e lo studi, ti inventi qualcosa che viene dal dolore della sconfitta. Sinner è un ragazzo che conosce benissimo questo percorso e quindi è bravo”, ha detto lo psichiatra, evidenziando come la capacità di affrontare e superare la sconfitta sia una lezione di vita fondamentale.

Questa lode a Sinner è diventata il pretesto per lanciare un attacco diretto a “quei genitori che vogliono sempre che il figlio sia il migliore e lo costringono a essere diverso da quello che è”.

Crepet ha proseguito: “I grandi hanno avuto genitori semplici. La mamma di Eric Clapton l’ha lasciato quando aveva 16 anni. E l’ha lasciato la nonna. E lui è diventato Eric Clapton. Beh, insomma, non basta comprarsi una chitarra elettrica. Nelle difficoltà a volte si cresce. Si cresce parecchio bene“.

Cosa “fa orrore” a Paolo Crepet

Ciò che “fa orrore” a Paolo Crepet è l’idea che la libertà di pensiero venga oggi “sempre più messa all’angolo”. Lo psichiatra ha così raccontato di quando da giovane ha studiato ad Harvard“, dove oggi “tira una brutta aria, come in tutta l’America”, ha aggiunto.

“Ricordo il mio professore – ha continuato -. Era straordinario, era un uomo libero che parlava delle cose di cui doveva parlare. È strano che adesso tutto questo sia diventato un motivo di chissà quale raccapriccio, di chissà quale tenzone che vuole tacitare il pensiero altrui. Questo a me fa orrore, ma se alla gente piace così che ci posso fare?”.

Cosa pensa Crepet dell’intelligenza artificiale

Cosa pensa Crepet sull’IA? “Se ho il dubbio che qualcuno abbia scritto un libro in cinque minuti con l’intelligenza artificiale, non credo che andrò al libreria a comprarlo. Non so quanto ci voglia scrivere un capolavoro. Prima anni, adesso minuti. Ma, non è un capolavoro, è la fotocopia di qualcosa“, ha risposto lo psichiatra, che ha illustrato il suo pensiero con un esempio: “Qual è la più brutta canzone dei Beatles? Non ho alcun dubbio ‘Now and then’, quella fatta con l’intelligenza artificiale”.

Per Crepet, l’intelligenza artificiale ha un limite invalicabile: non può e non potrà mai sostituire la complessità del pensiero, la creatività e l’emozione che derivano dall’esperienza umana. A suo avviso, il rischio di ricorrere sempre di più agli strumenti di IA è quello di creare un mondo omologato, senza fantasia e autenticità.

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