
Crepet smaschera Sinner: "Ha detto balle". La lezione
Dopo la sconfitta contro Alcaraz, Sinner "ha detto balle" secondo Paolo Crepet: la lezione dello psichiatra è un monito per giovani e genitori
La sconfitta di Jannik Sinner al Roland Garros contro Carlos Alcaraz ha offerto uno spunto di riflessione per Paolo Crepet. “Ha detto balle“, ha affermato lo psichiatra parlando della reazione del tennista. E ha offerto a tutti una lezione sul valore della sconfitta e sulla necessità di confrontarsi con gli insuccessi personali per poter realmente crescere e migliorare.
Perché Sinner “ha detto balle” secondo Crepet
Il noto psichiatra Paolo Crepet è un grande ammiratore di Jannik Sinner, come ha dimostrato in varie interviste. A rendere Sinner un campione, secondo Crepet, è anche l’aver imparato a perdere. Per questo lo propone spesso come esempio per i giovani e i genitori. A suo avviso, infatti, i ragazzi devono essere educati alla sconfitta, così come i genitori non devono pretendere dai loro figli di essere i migliori.
Nonostante gli elogi, Crepet ha però rivolto una piccola critica al tennista. Dopo l’insuccesso contro Alcaraz, Sinner aveva pubblicamente dichiarato di volersi focalizzare sugli aspetti positivi della partita, sulla lunga durata dell’incontro e sulla sua performance, piuttosto che sulle occasioni mancate. In un’intervista a Agi, lo psichiatra non ha esitato a liquidare tali affermazioni come “balle da mental coach“. E ha aggiunto: “È come se dopo essere stata lasciata da quello che credeva il ragazzo della sua vita, una ragazza si focalizzasse sui weekend romantici passati con lui e non sul dolore che prova, non è credibile”.
Per Crepet, ignorare il dolore o la rabbia intrinseca a una sconfitta è una strategia controproducente, che nega una parte fondamentale dell’esperienza umana e, soprattutto, della crescita personale. Se fosse lui il mental coach di Sinner, gli consiglierebbe di “portarsi in campo quella rabbia, ben gestita”. Non una rabbia distruttiva, “quella che porta i tennisti a contestare gli arbitri o ancora peggio a prendersela con se stessi”, ha chiarito specificando che queste azioni “conducono alla perdita di autostima”. Al contrario, Crepet ha parlato di una rabbia costruttiva, quella che si trasforma in energia per superare i propri limiti.
La lezione sulla sconfitta dello psichiatra Paolo Crepet
La sconfitta, per Paolo Crepet, rappresenta un’occasione di apprendimento che la vittoria, paradossalmente, non può offrire. “Solo la sconfitta può metterti faccia a faccia con le tue carenze, dandoti la possibilità di migliorarti, chi vince sempre non ha queste possibilità“, ha spiegato lo psichiatra. È in questi momenti di caduta che si rivelano i limiti, le aree in cui è necessario lavorare di più, e da cui può scaturire una vera e propria risalita, sia a livello tecnico che mentale.
Durante l’intervista, la riflessione di Crepet si è estesa ben oltre il campo da tennis diventando un monito per i genitori: “Per questo alle mamme e ai papà italiani così protettivi e in ansia per l’esame di maturità dei loro figli dico sempre di lasciarli liberi di sbagliare, come hanno fatto i genitori del numero uno del mondo”, ha detto.
La capacità di metabolizzare il fallimento senza essere schiacciati, ha spiegato Crepet, è una competenza che si acquisisce solo con l’esperienza diretta, non attraverso un’eccessiva protezione che impedisce ai ragazzi di confrontarsi con le loro debolezze. Sinner, nel suo percorso, non ha mostrato la “strafottenza del vincitore” ma la consapevolezza che “per battere Alcaraz dovrà dare ancora di più, fisicamente e mentalmente“, ha evidenziato lo psichiatra.
La lezione di Crepet è dunque un invito a non temere il dolore della sconfitta, ma a viverlo come motore di miglioramento e consapevolezza di sé, un passaggio ineludibile per raggiungere una maturità reale, ben oltre le semplici nozioni apprese o le vittorie esibite.