
Crepet sbotta: "Dove sono finite le emozioni?". La sua risposta
"Dove sono finite le emozioni?": la risposta del noto psichiatra Paolo Crepet che si è lasciato andare ad un duro sfogo sulla società di oggi
“Dove sono finite le emozioni?“. Paolo Crepet torna a porre questa domanda al pubblico durante il suo spettacolo che ha fatto tappa al Teatro Lirico di Cagliari lo scorso 20 maggio. Il noto psichiatra e sociologo si è lasciato andare ad un duro sfogo sulla società contemporanea e ha fornito la sua risposta al quesito. Il professore, conosciuto per la sua capacità di analisi lucida e disincantata, ha così invitato tutti a riflettere su un disagio profondo che, a suo avviso, sta erodendo la capacità umana di sentire e di vivere appieno.
Lo sfogo di Paolo Crepet sulle emozioni
Paolo Crepet è salito sul palco del Teatro Lirico di Cagliari portando in scena il suo spettacolo ‘Mordere il cielo’. Nel suo monologo ha dato ampio spazio al concetto di emozioni, spiegando come sono cambiate nel tempo e come sono vissute nella società contemporanea.
“Inutile negarlo, girarci attorno – ha esordito il noto psichiatra, come riportato da SardegnaLive -. Viviamo tra nuove guerre, migrazioni di massa, povertà che si ammassano nelle grandi città, vecchie e nuove droghe dilagano, ansie e angosce trovano insuete espressività. Come se un’antica cicatrice interiore fosse tornata a condizionare il tempo presente”. Questa è la cornice di un disagio che, secondo Crepet, colpisce l’anima profonda della società.
Proprio adesso che “una parte del pianeta pensava di aver conosciuto benessere e allungamento della vita”, ha sottolineato, l’umanità si trova sempre più smarrita in quella che ha definito una preoccupante “eclissi della ragione”.
In questo scenario di crescente smarrimento, “mi chiedo dove siano andate a finire le nostre emozioni, perché in tanti tendono a relegarsi in una solitudine che accomuna giovani e adulti, vecchi e bambini. Siamo all’età dell’insensibilità?“, ha chiesto Crepet.
Il rischio “c’è ed è sempre più forte”, ha avvisato l’esperto. Perciò, ha aggiunto, “occorre parlare di questa potenziale eclissi di una parte della nostra sfera emotiva, le complicità e le omissioni che tendono a tradire l’identità più profonda di ogni essere umano”.
Dove sono finite le emozioni? La risposta di Crepet
Per ritrovare la capacità di “mordere il cielo”, ovvero per tornare a vivere pienamente le emozioni, secondo Paolo Crepet è fondamentale “ritrovare il coraggio di nuove eresie, rinnovare ribellioni per inseguire le nostre unicità“. Questo significa, a sua detta, “diffidare di quella grigia normalità dietro la quale si nasconde il sinistro rumore della neutralizzazione dell’anima“.
Quello di Crepet è un vero e proprio grido d’allarme contro la passività e il conformismo che, secondo lui, soffocano la scintilla vitale dell’essere umano. Per lo psichiatra, dunque, le emozioni si sono nascoste dietro l’omologazione, le comodità e la rinuncia alla fatica di vivere con passione. Ma è proprio riscoprendo l’autenticità e il coraggio di essere diversi che, secondo lui, si può tornare a sentirle pienamente.
In un’intervista a Il Cittadino, Crepet ha spiegato questo concetto ricorrendo all’immagine dell’esplosione. Nella società di oggi “deve scoppiare tutto”, ha detto, così da rompere con il conformismo e la pigrizia intellettuale, con la banalità e le comodità.
In conclusione, secondo lo psichiatra la via d’uscita da questa “eclissi delle emozioni” è proprio la ricerca della propria specificità, la volontà di distinguersi e di non lasciarsi appiattire dalle convenzioni.
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